CALMA, RAGAZZI!
‘A città e Pullecenella: nel bene o nel male questa sarà sempre la definizione perfetta per Napoli. E’ un cliché trito e masticato più di quello della camorra e dell’immondizia, ma in fin dei conti è l’unico che davvero caratterizza appieno questa città. Pulcinella è il simbolo della volubilità, delle montagne russe di eccessi a cui sono avvezzi i napoletani, in grado di passare dall’esaltazione più sfrenata alla depressione totale nello spazio di un momento, giusto quell’attimo in cui la palla varca o non varca la linea.
Napoli è così, i napoletani sono così, e il bello è che sono anche contagiosi. Chi da queste parti non è di passaggio finisce poi per acquisire quegli stessi comportamenti instabili che caratterizzano i tifosi. Alla gioia incontenibile quando le cose vanno bene si contrappone un’ansia esagerata e spesso deleteria non appena il tutto inizia a complicarsi un po’. Prendete Michele Pazienza: un tipo piuttosto tranquillo, eppure di questi tempi si fa prendere la mano anche lui. L’alterco (subito chiarito) avuto con un tifoso a Castelvolturno è l’emblema di come il centrocampista foggiano risenta della schizofrenia ambientale quanto e più dei suoi spettatori. Pazienza è comunque in ottima compagnia, visto che Walter Mazzarri, ineccepibile dal punto di vista tecnico-tattico, ha invece un atteggiamento un pelo discutibile sul piano comportamentale. Anziché fungere da freno agli animi surriscaldati, il mister si lascia andare a sceneggiate spesso sopra le righe che di certo non danno il buon esempio ai calciatori. E che dire del suo collega “junior”, Roberto Miggiano, tecnico della Primavera azzurra, appena squalificato per tre mesi dopo essere stato coinvolto in una rissa al torneo di Viareggio. Non proprio il massimo della vita per chi dovrebbe fungere da guida per i giovani, salvo scendere poi al loro livello non appena si presenta l’occasione.
Intendiamoci, qui nessuno vuole ergersi a censore, perché l’ira è un sentimento umano e a tutti, almeno una volta nella vita, è partita la brocca. Piuttosto è preoccupante che questi piccoli episodi di ordinaria insofferenza si concentrino tutti in un momento particolare in cui agli azzurri sembra sfuggire un pensiero stupendo che forse avrebbe fatto meglio a restare tale, se poi deve portare a simili levate di ingegno. La sensazione è che il Napoli debba fare ancora un decisivo salto di maturità per non disunirsi nei momenti topici della stagione, che poi, si sa, sono quelli in cui iniziano a farsi sentire le prime difficoltà. Forse servirebbe uno spirito guida in grado di calmare i bollenti spiriti di chi non riesce a tenersi a freno, un elemento in società che sappia usare il pugno duro quand’è necessario magari anche attraverso qualche sanzione a chi perde la testa. L’ottimo Bigon, che di stile ne ha da vendere, forse non ha ancora il carisma necessario per svolgere questo ruolo che invece gli calzerebbe a pennello. Ad ogni modo, se non lui, qualcuno deve assumersi questo gravoso compito: non si può sbroccare di fronte a un paio di risultati un po’ così solo perché sta svanendo un sogno che sembrava talmente irraggiungibile che non si riusciva neppure a nominarlo. Era un sogno, appunto, meglio svegliarsi quanto prima e rimboccarsi le maniche, per non rischiare poi di perdere obiettivi molto più plausibili e per niente