Da lupo ad agnello il passo è breve…
Metaforicamente parlando, è lecito pensare che il Napoli sia una squadra che assume in sé le caratteristiche di lupo ed agnello. Ai limiti della perfezione nelle prestazioni casalinghe, poco concreti e lacunosi caratterialmente nelle gare esterne. La stagione degli azzurri non ha ancora trovato una piega ben precisa, soprattutto a causa di una mancata continuità tra i match disputati in casa e quelli in trasferta. Emblematica la statistica degli ultimi due mesi: zero reti effettuate nelle quattro precedenti trasferte, al cospetto dei dieci sigilli messi a referto negli ultimi quattro match al San Paolo. Il problema non sembra essere costituito dalla costruzione delle occasioni, bensì da un deficit per ciò che concerne convinzione dei propri mezzi, determinazione e quel pizzico di sana follia che potrebbe consertirti di estrarre il coniglio dal cilindro in qualunque frangente di gara. Il Napoli sembra venir meno nei momenti chiave di ogni partita: la chance fallita clamorosamente da Zielinski contro l’Inter ad un minuto dal novantesimo, i contropiedi sprecati in malo modo in campionato contro il Milan, l’imprecisione a pochi passi dalla porta nel match di Coppa Italia e le occasioni sciupate da Insigne, Mertens, Callejon e Zielinski dinanzi all’estremo difensore viola Lafont. Il fattore trasferta rappresenta una macchia ben visibile, come testimoniato dagli effetti nefasti al seguito di partite di fondamentale importanza, Liverpool e Milan in particolar modo, che hanno estromesso di fatto i partenopei da Champions League e Coppa Italia. Tali prestazioni, in cui il Napoli non ha mai trovato la via della porta, denotano una preoccupante assenza di personalità da parte di un collettivo che lontano dal San Paolo perde la bussola, così come la garra ed il mordente per conquistare i tre punti. Il problema si accentua, considerando che tra le mura amiche gli azzurri hanno ottenuto lo stesso numero di punti della Juventus. A questa squadra probabilmente manca un vero e proprio leader, che sappia risolvere la contesa da un momento all’altro senza cincischiare più di tanto in mezzo al campo. Non si tratta neanche di una questione puramente tecnica, ma del tutto caratteriale. Tra calciatori a fine ciclo ed altri non pienamente maturi, la sensazione è che anche un tecnico del calibro di Carlo Ancelotti non possa fare più di tanto se gli attributi sono tali da non poter alzare ulteriormente l’asticella. Il problema esterno è motivo di ampia riflessione da parte dell’intera società. Il Napoli è chiamato ad intervenire nel modo giusto per garantire al proprio allenatore una rosa che sappia mostrare personalità in qualunque campo. Da lupo ad agnello il passo è breve, tutto ciò non può essere permesso se si vuole continuare a crescere e puntare alla conquista di un titolo.