during the Serie A match between Genoa CFC and Carpi FC at Stadio Luigi Ferraris on November 29, 2015 in Genoa, Italy.

Esclusiva. Gavillucci a PN:”Referto su Orsato incongruente! Arbitri internazionali più tutelati; su Samp-Napoli…”

 

Claudio Gavillucci, arbitro di calcio della sezione di Latina dismesso dall’AIA dal 2018 e attualmente direttore di gara in Inghilterra, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni di Pianetanapoli.it commentando le varie vicende del sistema arbitrale e ricordando la famigerata sospensione del match Sampdoria-Napoli a causa dei cori di discriminazione territoriale. Gavillucci è anche autore del libro “L’Uomo nero: le verità di un arbitro scomodo”, edito da Chiarelettere, dove racconta tutti i segreti del mondo arbitrale.

1) Lei è stato il primo direttore di gara ad interrompere per la prima volta una partita di Ser ie A, Sampdoria-Napoli della penultima di campionato, a causa degli insulti razzisti e dei cori di discriminazione territoriale. Ci ricorda quella particolare e spiacevole circostanza che l’ha indotta a prendere questa decisione?

“Era circa il trentesimo del secondo tempo, già nella prima frazione di gioco c’erano stati dei cori rivolti sia contro i napoletani e sia a Koulibaly e che avevano innervosito non poco. Onestamente io non avevo sentito bene, ma mi era stato comunicato dal quarto uomo e insistentemente anche Sarri mi chiedeva di fare attenzione a questi cori. Al rientro negli spogliatoi ho detto al mister di stare sereno e tranquillo, poiché ci sarei stato io a cercare di far smettere quello che stava accadendo. Richiamai sia Insigne che Regini e gli dissi che al successivo coro avrei fatto fare un ennesimo annuncio e poi avrei interrotto la partita per un pò e se fossero continuati avrei riportato tutti negli spogliatoi. Facemmo fare un secondo annuncio quando rientrammo nel secondo tempo, che tuttavia non sortì alcun effetto e al secondo coro “Vesuvio lavali col fuoco”, in quel frangente veramente forte, fischiai richiamando tutti i giocatori a centrocampo.”

2) Un gesto che le fa onore: si aspettava qualche elogio da parte dell’AIA?

“Le dico la verità: no. Io non ho fatto nient’altro che applicare il regolamento. Ogni volta che fischio un rigore che c’è,non posso pretendere che l’AIA mi faccia i complimenti. Sicuramente non è un gesto nella norma e fortunatamente non accade tutti i giorni come un fallo o un calcio di rigore, ma tra le incombenze dell’arbitro c’è anche quella di guardare ciò che accade al di fuori del terreno di gioco.”

3) Al termine della stagione è stato dismesso dall’AIA, che lo aveva classificato all’ultimo posto della graduatoria dei direttori di gara. Come si spiega tale valutazione e una decisione che le è stata comunicata tramite SMS…

“Sicuramente non era tra le cose che avrei immaginato. Da quel momento però è nata una battaglia per la trasparenza nei giudizi degli arbitri che oggi, fortunatamente per i miei colleghi, ha dato qualche frutto. Ad oggi i metodi di valutazione sono più trasparenti e gli arbitri riescono a sapere in anticipo quali saranno le loro sorti, rispetto a quello che ho scoperto io tramite un SMS durante il mio viaggio di nozze.”

4) Lei non ha mai messo in discussione il lavoro certosino e costante dei suoi colleghi, che forse però non sono tutelati a dovere dal sistema arbitrale…

“Certo, non lo sono ancora oggi. Adesso con la riforma dello sport probabilmente qualcosa cambierà, ma non nell’immediato. È assurdo e non è garantista per tutto il calcio che un direttore di gara, che si trova a gestire le sorti di due squadre e anche di milioni di euro, non sia contrattualizzato come un professionista così come coloro che dirige e non abbia tutte quelle garanzie che sulla carta non eliminerebbero gli errori ma che darebbero a chi deve giudicare quella serenità che ogni giudice deve avere.”

5) Nel suo libro ha mostrato tramite i referti ufficiali come i voti più brutti della stagione li abbia presi in quelle partite in cui ha cambiato le decisioni del campo attraverso la tecnologia. Questo potrebbe indurre un arbitro a non usufruire della VAR?

“Anche se indirettamente, a livello psicologico potrebbe incidere. Nel momento in cui un arbitro con la VAR certifica un suo errore e che per la correzione di quell’errore invece di essere premiato perché ha ristabilito la verità del campo viene al contrario penalizzato, si potrebbe innescare in lui un condizionamento anche incoscio sull’utilizzo dello strumento tecnologico.
Spero che l’AIA abbia preso rimedio a questa situazione e ad oggi chi corregge in maniera proficua il proprio errore con il VAR mi auguro che venga premiato, anziché penalizzato…”

6) Un esempio è la prestazione di Daniele Orsato nella famosa Inter-Juventus che fu valutata positiva…

“Lì però il concetto è diverso perché il Var non poteva intervenire. In quel frangente bisognerebbe capire il motivo per cui, anche dinanzi ad un evidente errore che era stato segnalato dallo stesso osservatore, si è proceduto a dare un voto positivo. Orsato aveva tutto il diritto di poter sbagliare perché la situazione l’ha vista una volta soltanto, poiché il VAR non poteva essere chiamato in causa nella circostanza. Tuttavia l’osservatore che doveva giudicare quell’episodio non può sbagliare il referto: non può scrivere che c’era l’errore e dare poi un giudizio positivo. La cosa è incongruente.

7) C’era una tutela eccessiva per gli arbitri internazionali?

“I numeri non ci dicono tutto ma ci danno un’indicazione e io attraverso i numeri ho fatto vedere che su circa quattrocento referti le insufficienze degli arbitri internazionali erano due o tre. Quindi statisticamente, anche al cospetto di errori evidenti, c’era qualcosa che non tornava.”

8) Tantissime partite dello scorso campionato, decisive per obiettivi diversi tra di loro, sono passate sotto la lente di ingrandimento per evidenti errori arbitrali. Un esempio noto è Napoli-Cagliari e Benevento-Cagliari con lo stesso VAR nel giro di una settimana…

“Io penso che quello sia il simbolo della stagione. La manchevolezza più grande della stagione è stata l’uniformità di giudizio. C’è stato un inizio campionato in cui gli interventi del VAR erano stati pressoché inesistenti come io ritengo sia giusto, perché il VAR deve intervenire soltanto quando l’errore è eclatante e una seconda parte, dopo Napoli-Juventus, dove c’è stato un cambio di rotta dettato probabilmente dalle indicazioni del designatore e da lì in poi abbiamo assistito a quello che secondo me è un utilizzo spropositato, sproporzionato e incongruente del VAR che ha portato anche gli arbitri ad andare in confusione. Negli episodi citati prima lo stesso VAR nel giro di una settimana valuta episodi del tutto simili in maniera differente: la prima direi corretta perché era giusto non intervenire su quel contatto di Osimhen e la seconda sbagliata perché non era assolutamente giusto intervenire su una situazione che rivista alla moviola poteva non essere calcio di rigore ma che a velocità normale poteva anche essere ritenuto calcio di rigore. Utilizzata così la Var non sarebbe più un’assistenza all’Arbitro ma una moviola. Io però non darei tutte le colpe agli arbitri, primo perché anche loro vengono da una stagione particolare in cui il Covid ha inciso in termini di preparazione, di concentrazione, di allenamento e di gruppo. Ma le responsabilità vanno divise, come accade in tutte le squadre, con il loro allenatore. Il protocollo del VAR dà le aree di intervento ma poi le interpretazioni vengono date anche in base alle indicazioni del designatore degli arbitri.”

9) Conferma che l’intera partita viene registrata in formato video e audio?

“L’ha confermato il servizio delle Iene sulla base del materiale della Procura di Bologna. Io l’ho detto all’epoca semplicemente perché era una cosa che ho vissuto!”

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