PIOLI E KONE (RI)BEFFANO MAZZARRI E IL NAPOLI: CIAO CIAO COPPA ITALIA
NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Fernandez (74’ Zuniga), Britos; Mesto, Donadel, Inler, Dossena (81’ L.Insigne); El Kaddouri (59’ Hamsik); Pandev, Cavani (Rosati, Colombo, Uvini, Aronica, Behrami, Maggio, Vargas). All.: Mazzarri.
BOLOGNA (3-4-2-1): Stojanovic; Sorensen, De Carvalho, Radakovic; Garics, Riverola (63’ Portanova), Guarente, Abero; Kone, Pasquato; Paponi (70’ Veratti) (Curci, Agliardi, Maini, Palomeque, Pescatore, Benatti, Capello, Lombardi, Cherubin). All.: Pioli
Arbitro: Doveri (Roma 1)
Guardalinee: Giachero (Pinerolo) – Altomare (Molfetta)
IV uomo: Nasca (Bari)
Marcatori: 11’ Cavani (N), 41’ Pasquato (B), 90’ Kone (B).
Ammoniti: Britos (N), Fernandez (N), Inler (N), Radakovic (B).
Recupero: 1’ pt, 4’ st.
Tre giorni dopo la vergognosa esibizione in campionato, il Napoli ritrova in un San Paolo semideserto il Bologna, negli ottavi di finale di Coppa Italia. Un trofeo del quale gli azzurri sono detentori e che è giusto onorare, nonostante le difficoltà che attanagliano in questo periodo l’ambiente, sia a livello tecnico sia, soprattutto, psicologico, dopo che la mannaia della Disciplinare ha comminato sei mesi di ingiusta squalifica a Capitan Cannavaro e Grava, e una zavorra di due punti alla nostra squadra. Non è campionato, eppure Mazzarri decide di applicare un turnover meno radicale del solito, poiché in porta c’è De Sanctis, con gli inediti gradi di capitano, in difesa rientra Campagnaro, affiancato da Britos e Fernandez, e ci sono anche Inler a centrocampo, con Donadel in luogo di Behrami e Mesto e Dossena sulle fasce, oltre a Cavani e Pandev in prima linea. Turnover ancora più massiccio per gli emiliani: tra gli “eroi” di domenica c’è il solo Kone ad agire come trequartista insieme a Pasquato alle spalle di Paponi, oltre a Guarente centrale con Riverola e Garics e Abero esterni; inedita anche la terza linea, con Sorensen, De Carvalho e Radakovic coperti da Stojanovic tra i pali. I primi minuti del match ci dicono di un Napoli che cerca di fare la partita, ma trova difficoltà per l’atteggiamento accorto dei felsinei, i quali pressano alto specie a centrocampo e sugli esterni, e chiudono in gabbia Pandev e Cavani. I rossoblù non fanno comunque barricate e cercano di tenere lontani i nostri dalla loro metà campo, anche se non danno molte apprensioni a Morgan e compagni. Gli azzurri mettono la testa fuori dal sacco al 9’: Pandev serve Cavani dalla trequarti con un passaggio filtrante, il Matador elude la guardia di Radakovic e tira di destro trovando la respinta di Stojanovic. E’ il preludio a quanto di buono accade due minuti dopo, perché su corner il macedone pesca proprio Cavani che si alza in cielo sovrastando De Carvalho e colpisce di testa mandando la palla alle spalle del portiere avversario. Per l’uruguagio è la prima rete nella manifestazione, e la dedica dell’ariete azzurro non può che essere per i suoi compagni ingiustamente puniti dalla Disciplinare. La rete sembra mettere sulla via della sicurezza il Napoli, che nei minuti successivi tiene bene il campo, facilitato dalla mancanza di reazione della squadra di Pioli, che fin lì non ha tirato verso De Sanctis nemmeno una volta. Tre minuti dopo la rete segnata, nuovamente Cavani viene pescato da Inler in area dinanzi a Stojanovic, ma il lancio dello svizzero è leggermente troppo lungo per il Matador. Al 20’ è ancora il bomber di Salto ad arrivare vicino al goal, stavolta direttamente su calcio di punizione: la sua conclusione, in posizione defilata dal fondo appena prima dell’area bolognese, muore sulla traversa. Due minuti dopo il Bologna toglie lo zero dalla casella degli shoot, ma lo fa con un tiraccio di Paponi da oltre 30 metri che termina abbondantemente alto. Il verde dell’età media dei felsinei si fa notare: i ragazzi di Pioli faticano a mettere alle corde il Napoli, benché Kone e Guarente facciano avanti e indietro per tenere su i loro compagni e il giovane talentino catalano Figuerola cerchi di fare la sua parte. Negli azzurri, tuttavia, il vizio di commettere l’errore banale non manca mai. Tale è quello di Fernandez, che al 29’ sbaglia un disimpegno regalando la palla a Kone, che subisce poi fallo per trattenuta di Britos: la successiva punizione dal limite viene tirata da Pasquato sulla barriera, dopodiché ancora Kone, liberatosi sull’out destro, mette in mezzo, trovando la provvidenziale opposizione di Fernandez sulla linea di porta. Passano tre minuti e nuovamente Pasquato sfrutta un rimpallo favorevole e ci prova dal limite con una conclusione a giro di destro che De Sanctis neutralizza bloccando a terra. Il Bologna comincia a crescere lentamente, anche perché il Napoli arretra il baricentro, badando a contenere piuttosto che a costruire, e soffre nel momento in cui cerca di ripartire. Sono però ancora gli azzurri a poter colpire con il loro contropiede al 37’, allorquando El Kaddouri va in percussione centrale ed entra in area, ma non vede Pandev e suggerisce per l’accorrente Cavani che, benché contrastato da Radakovic, tocca di punta quel tanto che basta mandando la palla in bocca a Stojanovic. Un minuto dopo, tuttavia, ecco che il Napoli fa il solito regalino-premio, dacché un cross dalla sinistra di Abero pesca sul lato opposto Pasquato completamente solo, con Britos a coprire centralmente e Dossena che si dimentica in pieno dell’ex juventino, il quale finta il tiro, si porta la palla sul mancino e la piazza in mezzo alle gambe del molle De Sanctis, battendolo: ancora una volta una difesa a presepe dei partenopei a invitare a nozze l’avversario di turno. Ad ogni modo, più che la solita topica del reparto arretrato, è l’attitudine remissiva, svogliata e pavida della sgangherata banda dell’umile Walter, sempre troppo rilassata e distratta a vantaggio raggiunto. Talmente rilassata che, nei rimanenti sei minuti da lì fino alla fine della prima frazione, non riesce a fare paura a Stojanovic e alla sua difesa. Scioccati, bloccati dall’inatteso, ma non troppo, pari raggiunto dai bolognesi, gli azzurri non riescono a pungere. Del resto come potrebbero se El Kaddouri dopo un inizio discreto cala alla distanza? Se Dossena e Mesto sulle fasce non spingono? Se Inler sbaglia qualche apertura di troppo e Donadel rincula dietro già dall’inizio, senza aggredire i suoi omologhi rossoblù? Tanti interrogativi, tanti dubbi e incertezze, molte preoccupazioni ci accompagnano all’intervallo.
Il solito lancio sulla fascia destra con cui il Napoli batte solitamente il calcio d’avvio (neutralizzato, ovviamente, dalla retroguardia rossoblù) dà il via alla ripresa. Ripresa che vede subito un tiro in porta del Bologna, con Riverola: tentativo velleitario da distanza siderale, para facile De Sanctis. Prova a fare qualcosina di concreto il Napoli, ma nei primissimi minuti del second half non combina molto, gestendo male la costruzione del gioco e commettendo usuali errori elementari nelle azioni. Non va bene nulla, nemmeno al 52’, quando, dopo una discesa sulla destra, Mesto centra per Pandev che riesce a eludere la sentinella di Sorensen, ma viene bloccato da Stojanovic uscitogli incontro. E spesso non va bene neanche in difesa, visto e considerato che Fernandez continua ancora a volersi equiparare a Babbo Natale e donare assist agli avversari, come avviene al 54’, di testa: e meno male che Paponi tira frettolosamente al volo, spedendo ampiamente a lato. Due minuti dopo ci prova addirittura l’ex Garics dal suo lato forte, fallendo però il bersaglio. Prende coraggio il Bologna, tanto che per alcuni minuti il Napoli praticamente scompare, schiacciandosi nella propria metà campo e favorendo i rapidi inserimenti, appunto, di Garics oltre alle sortite dell’inesauribile Kone. Mazzarri evidentemente intuisce il pericolo, e difatti al 59’ toglie lo spento El Kaddouri e inserisce Hamsik. La mano, o meglio il piede dello slovacco si vede dopo pochi secondi, dato che, appena conquistato il suo primo pallone, va in percussione e serve Inler che tenta il suo pezzo migliore, il tiro dal limite: il suo destro finisce fuori, non di molto. Nel frattempo Pioli, che ha dato a Pasquato la licenza di giocare in posizione più avanzata, leva Riverola dando spazio a un altro ex, Portanova, con Radakovic dinanzi alla difesa. Al 65’ ancora un’azione edificata dal duo Hamsik-Inler: finte e contro finte dello slovacco che appena fuori dall’area suggerisce per l’elvetico che tira ancora da fuori mandando la sfera oltre al traversa. Un minuto dopo è nuovamente Inler a provarci da fuori col mancino su passaggio di Mesto, e Stojanovic, seppur lisciando la boccia, riesce ad opporsi. Al 69’ è proprio l’ex reggino a provarci con un tiro da appena dentro l’area: soluzione sbagliata, perché da quella posizione sarebbe stato molto meglio metterla in mezzo anziché sparare fuori, come in effetti avviene. Ma dall’altra parte non sono finiti i regali di Fernandez, ancora di testa e per il nuovo entrato Veratti, che serve Pasquato il quale scarta l’uscito De Sanctis, ma subisce il ritorno del portiere azzurro che riesce a toccare in angolo, rischiando il penalty. Un minuto dopo, ancora Veratti salta Fernandez e centra per Pasquato, che spalle alla porta si gira e conclude, trovando però l’opposizione di Britos. Ma le paure non sono finite per il Napoli, perché al 74’ nuovamente Veratti impegna De Sanctis di testa. Pochi secondi prima, Mazzarri si ritrova costretto a togliere il ‘Pajaro’ Fernandez per infortunio, sostituendolo con Zuniga: si passa al 4-3-3, in corsa e in situazione di difficoltà, come sempre. Sette minuti e il tecnico livornese tenta di rischiare il tutto per tutto: fuori Dossena, dentro Insigne. All’82’ Hamsik dalla sinistra crossa, Cavani tocca al volo di destro e Pandev accorre al volo di sinistro, mancando clamorosamente la rete. Un rigore in movimento fallito, niente però in confronto a quello che combina il macedone un giro di lancette dopo, quando, al culmine di una serie di rimpalli al limite dell’area, si ritrova la palla sul sinistro e, a tu per tu con Stojanovic, coglie in pieno il palo, suscitando l’ira del pubblico sugli spalti. E la sagra delle occasioni divorate dal Napoli non finisce qui, perché nel giro di due minuti ancora Cavani trova il tuffo su cross di Mesto, e Stojanovic lo imita altrettanto, dopodiché Insigne tenta la sorpresa dal limite, mandando a lato. Sembra che il goal azzurro, cercato quanto meritato, sia nell’aria, ma incredibilmente, nel primo dei quattro minuti di recupero assegnati dal signor Doveri, si materializza il de-ja-vu di domenica sera, nelle sembianze di Panagiotis Kone da Tirana che colpisce nuovamente, e in maniera fatale: non in rovesciata, ma con un bellissimo tiro dal limite che non lascia scampo a De Sanctis. La beffa è compiuta, il disastro è servito. Non lo riesce a cancellare il Napoli, smarrito e punito dai suoi errori, dalle sue svogliatezze e dalle sue presunzioni. Non ci riesce Campagnaro, con un colpo di testa su traversone di Insigne: la palla muore sul fondo. E con essa, muore la Coppa Italia del Napoli, quella Coppa Italia che gli azzurri detenevano fino a stasera e che adesso non potranno difendere più. Non potranno farlo più, così come continueranno a non avere più sicurezza nemmeno in campionato: la squadra è allo sbando, stanca, scarica, mentalmente e fisicamente, ed è logico che perda colpi e si esibisca in figuracce, mancando uno dopo l’altro gli obiettivi stagionali. Il Napoli è una nave alla deriva, che smarrisce coraggio e cattiveria, permettendo così di esaltarsi all’avversario di turno, anche di basso cabotaggio. Ed elevando agli onori della cronaca giocatori fino a ieri sconosciuti, ultimo dei quali Kone, re per una notte oggi come tre giorni, capace di fare la festa agli azzurri, come Pioli l’ha fatta a Mazzarri per la quinta volta in carriera. Ci verrebbe voglia di scrivere altro, di sfogarci, di appellarci a chi di dovere affinché sia possibile non assistere più a simili performances, ma trattasi di un’operazione che ormai ci ha stufati.