BISOGNA CORRERE AI RIPARI
Mazzarri 0, Pioli 2. Non c'è nulla da dire: in quattro giorni, il Bologna ha fatto polpette del Napoli, facendone emergere tutti i limiti (sfortuna compresa, perché anche quella c'è stata) e sottoscrivendo l'addio ai sogni di gloria sia in campionato che in Coppa Italia. Ne è uscita con le ossa rotte la formazione di Mazzarri, che si è dovuta piegare sia con i titolarissimi che con le riserve ai cinici emiliani. Una sconfitta fotocopia, nel gioco e nella cattiva sorte. Merito di Pioli, che è riuscito a tenere alta la concentrazione del suo gruppo, e che ha saputo sfruttare al massimo tutti i punti deboli dell'avversario. Nei due passi falsi contro il Bologna è racchiuso tutto il momento degli azzurri, frutto di più elementi che si intrecciano pericolosamente e che hanno avuto come risultato tre sconfitte consecutive considerando anche l'Inter. Merito dei rossoblù certo, ma demerito anche del Napoli: confusionario, spaesato, molle. Ed è proprio questo il primo aspetto: la squadra protagonista delle recenti prestazioni è davvero lontana parente di quella ammirata fino a qualche tempo fa, che in campo sapeva cosa fare e dove andare. Sul banco degli imputati innanzitutto la difesa, in grado di trasformarsi da principe azzurro a ranocchio in una sorta di inspiegabile "abracadabra" al contrario. Ha dato il suo contributo anche Mazzarri, nonostante in campo ci vadano poi i giocatori. Contributo in termini tattici, con il tecnico di San Vincenzo che non è riuscito a trovare le contromisure alle contromisure (scusate il gioco di parole) di Pioli. Contributo in senso anche mentale, perché il Napoli è sembrato esserci poco in campo: poche idee, poca grinta. Qualcosa in più è doveroso pretenderlo, considerando soprattutto il secondo stipendio più alto della Sere A percepito da chi guida la nave. Che può anche sbagliare per carità, ma che dovrà pur iniziare a riflettere e a mettere in dubbio qualche postulato tattico se per due volte in quattro giorni si esce da sconfitti in casa contro gli stessi avversari. Che non si chiamano certo Barcellona, Chelsea e Juventus, con tutto il rispetto per il Bologna. C'è poi un altro aspetto, da non sottovalutare ma che nello stesso tempo non deve essere assolutamente preso a giustificazione: gli episodi. Perché si sa, il calcio si basa anche su episodi, e al Napoli ultimamente va davvero tutto storto. Qualcuno lo chiamerà "poco cinismo", altri la chiameranno invece più semplicemente "sfortuna". Fatto sta che tra reti divorate, pali, interventi prodigiosi dei portieri avversari, attaccanti sempre avversari che invece riescono ad andare a rete anche calciando con i paraocchi, i Kone di turno che probabilmente non riusciranno più a segnare due gol di una tale fattura in tutto il resto della carriera… Insomma, gli azzurri sembrano aver fatto qualche torto grave alle Dea Bendata, che prima o poi dovrà necessariamente restituite qualcosa. Se a questo si aggiunge la lunga squalifica di Cannavaro e le poche valide alternative presenti in rosa al momento (non ce ne voglia Fernandez, ma anche la partita contro i rossoblù ha evidenziato i suoi attuali limiti…), la situazione rischia davvero sfuggire di mano. Bisogna cominciare a riordinare le carte: gennaio potrebbe essere il mese giusto per correggere il tiro. Sempre che non si voglia decidere di improvvisare…