LA STRANA INVOLUZIONE DI HAMSIK
Le due doppiette contro Bologna e Chievo ad inizio campionato hanno illuminato gli occhi di tutti i tifosi partenopei al cospetto di chi, dopo la partenza di Cavani, è diventato il leader naturale della squadra. Con Cannavaro relegato in panchina, sul braccio può mostrare in maniera orgogliosa la fascia di capitano per un professionista che ha palesato in più occasioni una simbiosi perfetta con questa città. Rafa Benitez ne ha più volte tessuto le lodi, e detto da chi ha allenato gente come Gerrard e Lampard, è una musica dolcissima che arriva alle orecchie della cresta più famosa di Napoli. Eppure nell’ultimo periodo qualcosa sembra essersi inceppato nei meccanismi di colui che può e deve accendere la luce nella manovra offensiva per innescare al meglio Higuain e sfruttare i tagli dei vari Insigne, Pandev o Mertens. Il tutto inizia contro il Borussia Dortmund nell’esordio in Champions League dove abbiamo assistito all’impresa firmata Higuain-Insigne. Soffocato dal pressing spietato dei gialloneri, Marek non riesce a fornire il suo solito apporto. Nella trasferta vittoriosa di Milano, è totalmente avulso dal gioco, qui la sua lucidità nei passaggi è ai minimi storici. Ti aspetti il risveglio contro il modesto Sassuolo, dove tutta la squadra stecca, e invece un fantasma sembra vagare per il rettangolo verde, deludendo tutti i tifosi pronti ad esultare per una delle sue invenzioni. Dopo aver riposato nella trasferta di Genova, arriviamo alla gara in casa dei Gunners, con la consapevolezza iniziale di affrontare un match quasi proibitivo. Arrivata la notizia dell’assenza del Pipita, alzi la mano chi non ha subito pensato ad Hamsik con la convinzione di potersi aggrappare a lui per illuminare l’Emirates Stadium. Ma purtroppo la delusione è proprio dietro l’angolo, sconfitta con due reti di scarto ed ennesima prestazione incolore che fa sorgere spontanea una domanda: dov’ è finito il Marek di inizio stagione? Facendo un’analisi tattica delle partite in cui il suo talento è rimasto inespresso, possiamo notare come attorno al centrocampista azzurro si tenda a costruire delle “gabbie” con marcature strette per evitare i suoi inserimenti e mettergli pressione con lo scopo di far perdere lucidità nell’impostazione. Eppure, quando è in giornata, il ciclone Hamsik travolge tutto e tutti non lasciando scampo ai suoi avversari. Ma ad oggi, come nel passato recente, non è la prima volta che la stecca avviene nei grandi appuntamenti. Forse il vivere questo tipo di gare con troppa pressione e senza serenità, è il motivo principale che rende irriconoscibile Marekiaro e lo fa sparire totalmente dalla manovra azzurra. Questo è proprio l’ultimo step da superare per diventare un campione a tutti gli effetti capace di essere decisivo ovunque senza temere l’ambiente che lo circonda. Ma con un allenatore di spessore internazionale che può farlo crescere ancora tanto, siamo sicuri di ritrovare già da domenica il vero Hamsik, anche perché, caro Marek, questa squadra ha bisogno dei tuoi lampi di genio come il pane.