LA PEGGIOR DIFESA E’ IL NON ATTACCO
C’era una volta una banda di ladruncoli che stava progettando una rapina. Il capo aveva sempre avuto paura di giocare con le pistole, per questo mise a punto un piano kamikaze: entrare nella banca facendo una gran confusione, con l’obiettivo di impaurire gli impiegati usando solo minacce e facce cattive. La prima volta il colpo riuscì, complice anche una buona dose di fortuna; per questo la combriccola puntò a fare il bis, assaltando un’altra banca con la stessa tattica. Risultato: stavolta tutti avevano capito il giochetto, e poiché non c’è sempre la buona sorte ad illuminare il cammino, immobilizzare la gang e consegnarla alle autorità fu un gioco da ragazzi.
Una parabola interessante, ancor di più se trasposta nel mondo del calcio. Va bene che ormai per il Napoli il campionato è già finito da un pezzo e i giocatori quasi quasi giocano con infradito e occhiali da sole, però sarebbe bello onorare lo sport e andare in campo rispettando almeno i rigori della logica calcistica. Il modulo spuntato proposto da Reja manco fosse la nuova rivoluzione olandese è però tutto tranne che logico: non piace, non è mai piaciuto, e la caciara di Parma non dimostrava certo il contrario. Quando non c’è più l’ansia del risultato si può tentare di giocarsele, le partite; perdere si può perdere, ma un altro discorso è farlo mettendosi esclusivamente nelle mani del fato. Due settimane fa la il Destino si travestì da arbitro Ayroldi, che estrasse il cartellino rosso per Mariga sconvolgendo tutti gli schemi. Contro il Siena agli avversari bastava un punto e così fu, fra gli sbadigli del pubblico del San Paolo ormai rassegnato alla mediocrità illuminata dalle fiammate sporadiche di Lavezzi. Stavolta, annullato anche il Pocho, il Napoli ha fatto da inerme sparring partner a un Torino più motivato e sicuramente più solido, in cui il massiccio ex Roberto Stellone è stato il migliore in campo agendo da sponda per altri due attaccanti: un ironico contrappasso per l’arrendevolezza tattica del mister azzurro. I granata avevano bisogno della vittoria come dell’aria, il Napoli gliel’ha lasciata di buon grado. Mettiamola così: sembrava brutto rovinare ai torinesi il giorno della memoria per le vittime di Superga, ed è un peccato vedere il Toro tornare nuovamente in B. Ecco dunque i tre punti su un piatto d’argento. Perdere giocandosela però sarebbe stata cosa più gradita, seppur poco pragmatica.
Nell’assenza assoluta di tematiche pregnanti diventa una notizia bomba l’esordio del giovane portiere Navarro, che è stato battezzato con due gol sui quali ha ben poche colpe. Ebbene, l’argentino ha sfoggiato una discreta sicurezza, soprattutto nelle uscite, dimostrando che merita una vera opportunità per dimostrare tutto il suo valore. Detto del futuro tra i pali, resta ancora aperto il discorso sulla prossima guida tecnica, checché se ne dica in giro. Nonostante le promesse (o le minacce che dir si voglia) Reja non ha ancora firmato il rinnovo contrattuale. Contemporaneamente a Roma, sponda Lazio, Delio Rossi ha perso il polso sui suoi ragazzi, lasciando presagire un probabile addio a fine stagione. Visto che dopo le ultime prestazioni neanche Reja può più essere considerato il salvatore della patria azzurra, la sensazione è che la pratica relativa alla panchina del Napoli possa dirsi tutt’altro che chiusa, e dietro l’angolo potrebbe anche esserci un’imprevista (e ormai insperata) sorpresa.