IL GRAN RIFIUTO DI PABLITO

IL GRAN RIFIUTO DI PABLITO src=
Il 21 Ottobre 1979 era in programma la prima visita nella nostra città di Papa Giovanni Paolo II° , dopo un anno dalla sua elezione a capo spirituale della comunità cattolica. Ma quel giorno a Napoli il calendario del massimo campionato di calcio presentava in cartellone al S. Paolo la partita più attesa dell’ anno dai tifosi azzurri : quella contro il Perugia dell’ odiato "Pablito", al secolo Paolo Rossi, non ancora eroe di Spagna, ma già protagonista del mondiale Argentino del 1978. Perché quel match era così atteso ? non solo perché i biancorossi umbri erano una delle "grandi" del campionato ( l’ anno prima erano giunti secondi terminando la stagione imbattuti ), ma anche e soprattutto perché Rossi aveva gentilmente declinato l’ invito di Corrado Ferlaino a trasferirsi in riva al golfo. Cos’ era successo ? l’ Ingegnere aveva convinto l’ allora Presidente del Vicenza e poi del Milan Giussy Farina a cedergli la comproprietà del centravanti della Nazionale previo conguaglio di 2 miliardi e mezzo delle vecchie lire. Tutto sembrava fatto, mancava solo la firma di Rossi, ma questo non sembrava certo un ostacolo insormontabile. E invece…Proprio nella giornata in cui molti giornali davano per certo il "colpo dell’ estate", ecco spuntare il fulmine a ciel sereno. Paolo Rossi dice no ! da un anno circa il sindacato dei calciatori già ed ancora oggi guidato dall’ Avv. Campana è riuscito ad ottenere la cosiddetta "firma contestuale", vale a dire la facoltà per un giocatore di rifiutare il trasferimento da una squadra ad un’ altra senza la sua volontà. Allora non era come oggi, i calciatori erano in tutto e per tutto capitale delle Società, e fino a poco prima non potevano opporsi, a meno che non fossero disposti ad accettare conseguenze anche irrimediabili per la loro carriera. Rossi addusse la motivazione principale al suo rifiuto per paura di sentirsi troppo soffocato dall’ affetto dei napoletani. Da qui la voglia di trasferirsi in una città più alla " sua" simile alla sua Vicenza ( dove tuttora risiede, anche se è toscano di origine ) che non ad una grande metropoli. Forse nella sua decisione pesò anche la voglia di giocare in una squadra in odor di scudetto, garanzia che ai suoi occhi non riusciva a dare il Napoli di Vinicio, che però proprio con il suo acquisto contava di scalare le vette della classifica ( nel 1978 –’79 era terminato 6° ). Era dalla stesura del calendario che fra i tifosi azzurri altro non si parlava della gara con il Perugia, dei fischi e delle contestazioni che, inevitabilmente, avrebbe subito l’ ex vicentino. Vista la contemporaneità con la visita del " Papa venuto da lontano " , per motivi di ordine pubblico la partita fu anticipata a sabato 20 ottobre, al canonico orario invernale delle 14,30. Neanche per le partite davvero " storiche" degli azzurri ( quelle degli scudetti e della Coppa U.E.F.A.) si registrò un così enorme afflusso di pubblico ( circa 90.000 persone), tanta era la voglia dei napoletani di manifestare il proprio dissenso al più popolare calciatore dell’ epoca. Addirittura venne noleggiato un aereo che mostrava uno striscione su cui stava scritto : " Rossi non sei degno di Napoli". La surriscaldata atmosfera con cui si giocò l’ incontro non favorì certo lo spettacolo, ma ad un quarto d’ ora dal termine proprio il diabolico Paolo, sfuggito alla strettissima guardia di Mauro Bellugi ( fino a quel punto impeccabile ) fu falciato in area dallo stopper azzurro. Nonostante le tremende bordate di fischi, il freddissimo Rossi non ebbe problemi a battere dal dischetto Castellini. Come un toro ferito, il Napoli si buttò a testa bassa nell’ area umbra, ma, se non ci fosse stato un altro rigore, un po’ generosamente concesso dall’ arbitro Barbaresco ( che forse a ragione, temeva un ripetersi …dell’ insurrezione masanielliana !) difficilmente gli azzurri sarebbero riusciti a pareggiare. Fortunatamente "Flipper" Damiani non si lasciò scoraggiare dalla responsabilità del tiro, facendo terminare la gara sul risultato di 1 – 1. La sorte volle che non si vide traccia dei tanto ( con giusta causa) temuti incidenti che potessero scoppiare. Ma, che paura alla vigilia…

Translate »