ADIOS CABEZON

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Teneva 69 anni e soffriva di pancreatite. La sua gamba magica e i suoi gol lo portarono ad essere un idolo in patria con il River Plate ed in Italia con la Juventus e il Napoli.Lui è stato un prescelto, uno di quelli a cui la storia del calcio destinerà sempre un posto privilegiato al pari di Diego Maratona, Alfredo di Stefano e Pelè. Stiamo parlando di Enrique Omar Sivori che oggi a 69 anni è morto per un tumore al pancreas, ha lottato fino alla fine come egli sempre faceva in campo ma stavolta il suo dribbling non è riuscito ad evitare l’avversario chiamato morte. Realmente il suo nome e il suo leggendario nickname "cabezon" è stato e sarà sempre nelle chiacchierate degli amanti del gioco di calcio. Chi lo ha visto giocare parla di un attaccante straordinario per la sua epoca, un giocatore che andava, veniva, stava in tutti i lati del campo e che in tutti i settori dello stesso si faceva notare. Debuttò a soli 17 anni con il River Plate nel 1954 qui incominciò subito ad ottenere i primi guadagni riuscendo a partecipare anche alle olimpiadi del 1956. Nell’ 1957 fu il primo argentino ad andare a giocare all’estero, lo acquistò la Juventus con la quale vinse tre campionati nel 1958,1960 e 1961 e due coppa Italia nel 1959 e nel 1960. In Italia ottenne anche la nazionalità italiana e ciò gli permise di vincere il pallone d’oro come miglior giocatore europeo nel 1961. I suoi numeri sono esaltanti. Con la Juventus disputò 215 incontri realizzando 135 reti, successivamente vestì anche la maglia del Napoli disputando 63 partite e mettendo a segno 12 gol. Sivori fu anche giocatore di nazionale, disputò 18 partite con la camiseta della Seleccion con la quale vinse il titolo nella Coppa America del 1957, grazie al doppio passaporto giocò anche nove partite nella nazionale italiana disputando tra l’altro i mondiali in Chile nel 1962. Provò anche a fare l’allenatore, diresse il Rosario Central, il River Plate e la Nazionale Argentina ma questo ruolo non gli si addiceva e abbandonò questa carriera.

"Vedo poco calcio" ripeteva negli ultimi giorni. Preferiva ritirarsi in campagna, la vita tranquilla a San Nicola e le "sue" scappate in Italia, paese che gli ha dato tanto e dove il suo nome è un’istituzione non solamente per i calciofili.

Se ne andato un fuoriclasse, un’ amico del calcio come pochi.Fonte El Clarin

Adios por sempre Omar!

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