IL CALCIO IN CRISI NON CAMBIA I SUOI VERTICI
La riconferma di Franco Carraro al vertice della Figc non ha colto di sorpresa nessuno. Negli accordi delle settimane precedenti, infatti, tutti avevano dato il loro assenso piegando la testa oppure mettendo dei semplici paletti di plastica, removibili con una semplice pressione del palmo. La rielezione del 65enne avvocato patavino, tuttavia, non doveva nemmeno essere presa in considerazione. I suoi 4 anni di governo, infatti, sono stati costellati da una serie di imperdonabili errori gestionali e tecnici che hanno svilito il ruolo di una Federazione passata a vera e propria gregaria della Lega. Impossibile ricordare tutti gli svarioni commessi da Carraro nel suo mandato. Le accuse più precise, però, che gli vengono rivolte, sono incontestabili ed avrebbero portato alle dimissioni un qualunque presidente di qualsiasi paese civile. Ma l’Italia pallonara, però, è molto diversa dalle altre nazioni. Da noi nessuno vuole prendersi le responsabilità del caso, da noi nessuno ha il coraggio di "combattere il potere", da noi abbaiano alla luna salvo ritirarsi quando c’è da mettere sul piatto i problemi seri di un calcio malato che sta andando verso il burrone. Carraro è salito sulla poltrona di Via Allegri dopo un anno di vacatio dopo innumerevoli richieste di Fifa ed Uefa, stanche di avere a che fare con Gianni Petrucci, presidente del Coni e Commissario Straordinario di una federcalcio che era nel caos totale. Prova ne sia una circolare, emanata dallo stesso Petrucci 15 giorni prima della scadenza del suo "mandato", con cui si autorizzava il ripescaggio annuale delle formazioni più meritevoli mentre, fino ad allora, chi aveva usufruito di un ripescaggio non poteva richiederlo prima di un certo numero di anni. Carraro, tuttavia, ha esordito con un piazzamento d’onore agli Europei di Francia, non riuscendo a rispondere a Berlusconi che Zoff ci aveva portato a 30 secondi da un titolo Europeo. L’avvento di Giovanni Trapattoni, poi, è stato fortemente caldeggiato dai grandi club in cambio di un utilizzo parsimonioso dei loro campioni nelle amichevole della nazionale. Con Carraro la Figc ha continuato, anno dopo anno, a perdere terreno nei confronti della Lega di Milano, diventata la vera e propria regina del vapore. Perciò Lega di C e dilettanti hanno dovuto (e devono ancora…) sottostare a precisi dettami imposti da Galliani e compagni con tutte le conseguenze del caso. Se, però, la dilettanti si è organizzata e grazie ad alcune persone (Punghellini e Tonelli in primis) è riuscita a fare il classico salto di qualità (attenzione degli sponsor, impiego dei giovani per la D, titolo europeo e vicecampioni mondiali nel calcetto…) altrettanto non c’è stato a Firenze dove Macalli, pur regnando incontrastato, si è chiuso nel suo splendido isolamento, come l’Inghilterra vittoriana, da cui non ne è mai uscito. Gli errori di Carraro, inoltre, sono stati pacchiani quando si è trattato di avere i giusti riferimenti televisivi. Il monopolio di Sky, un anno, era stato contestato ferocemente da tutti coloro che avevano aderito a Gioco Calcio. Il campionato subì paurosi ritardi salvo chiudere tutto, l’anno dopo, quando tutto il calcio italiano passò a Sky con il tacito assenso del presidente della Figc. Le cose non andarono meglio nemmeno con le iscrizioni ai campionati. Società importanti e blasonate subirono onte terribili e furono iscritte solo grazie a sotterfugi e posticipi non autorizzati da nessuno. In serie C, paradossalmente, sono sparite dalle 7 alle 10 società l’anno senza che il programma iniziale di Carraro (riduzione degli organici e dei gironi…) venisse attuato. Addirittura, grazie alla scandalosa vicenda Gaucci di due anni fa, Carraro si incaponì nel voler ragione a tutti i costi quando ammise, sbagliando grossolanamente, che la Corte Federale (organo consultivo) potesse sovvertire una sentenza della Caf. Il risultato fu una dura reprimenda del Coni con Petrucci che minacciò di commissariare la Figc e ben 4 squadre in più sia in B che in C. La scorsa estate, inoltre, tra ricorsi, controricorsi, tribunali e quant’altro, il campionato di C è partito con un organico salvo riaggregare, dopo due settimane, Viterbo ed Ancona. Esimiamo qualsiasi giudizio sulla Fiorentina, passata in un anno dalla C2 alla A, e sul Napoli, relegato senza motivo in una C1. Le ultime perle ai nostri lettori vogliamo regalarle con la figuraccia mondiale fatta in Giappone e Corea quando Moreno ci mandò a casa perchè, politicamente, la Corea del Sud contava più di noi, e Carraro, al ritorno in Italia, disse che se fossimo stati più concentrati saremmo potuti arrivare fino in fondo. Dulcis in fundo, dopo tutti questi scandali, Carraro disse di non volersi più candidare per la poltrona più ambita. Poi disse che se lo candidavano gli altri lui poteva pensarci, infine si candidò (ma solo perchè glielo avevano chiesto e non c’era nessuno) ma ha promesso che tra due anni passerà il testimone ad Abete. Se il calcio italiano è alla frutta, avete capito, insomma, di chi è la colpa…..