PRIMI IN CLASSIFICA, MA CHE FATICA IN AVANTI!

PRIMI IN CLASSIFICA, MA CHE FATICA IN AVANTI! src=
Erano 15 anni che il Napoli non si trovava in vetta alla classifica del campionato. Ben altra storia quella, altri traguardi si prefiggevano squadra e società,traguardi ben più importanti e prestigiosi.

Ed altro calcio era quello, più appassionante, più scoppiettante, più divertente.

Diciamolo, questo Napoli che solitario si è stagliato al vertice del girone B, è un Napoli che però non suscita tanta fiducia tra i tifosi. Non diverte, non domina gli avversari e, fattore più preoccupante, è un Napoli spuntato, abulico in avanti e senza una manovra fluida negli ultimi metri. Il Napoli del 1990, quello che a fine stagione avrebbe portato il tricolore alle falde del Vesuvio, era un Napoli che entusiasmava perché segnava, aveva uomini capaci di tramutare ogni azione in un pericolo per gli avversari, che erano capaci in ogni momento di destare apprensioni nelle retroguardie rivali. Vedendo la squadra di oggi all’opera si ha netta la sensazione che sia una squadra solida, ben equipaggiata e che difficilmente corre rischi in difesa. E’ una squadra di nerbo e di uomini di qualità che però in avanti ancora non è riuscita ad esprimersi al meglio. Molto deludente il reparto avanzato partenopeo. A fronte di solo 2 gol subiti dagli azzurri in queste prime 9 partite, si registra in compenso una forte refrattarietà in zona gol con soli 10 reti all’attivo di cui 3 segnati contro il Manfredonia quando era in inferiorità numerica. Poco convincente Calaiò in avanti, che dopo essersi presentato all’esordio in campionato con 3 gol nelle prime 2 partite, si è perso un po’ per strada, ricalandosi nei panni dell’anonimo giocatore che anche l’anno scorso, per lunghi tratti, aveva enormemente deluso nei momenti topici della stagione. Il suo compagno di reparto Pià possiamo definitivamente dire, anche dopo averlo visto in allenamento, che non "vede" un granché la porta. Dalla sua parte ha sicuramente, a differenza di Calaiò, la tecnica e la velocità per sapersi adattare anche in ruoli un po’ più decentrati sul fronte offensivo, tali che, se in giornata, può essere devastante aprendo varchi interessanti. Ma se non loro, a chi il compito di buttarla dentro? Anche Capparella sulla destra ha dimostrato di non avere grande feeling con il gol; grande movimento, grande velocità ma in avanti non riesce a sfondare e a guadagnarsi l’opportunità. Forse la colpa di questo è anche il modulo adottato da Reja che non sfrutta le caratteristiche fisiche dei propri attaccanti. Almeno in casa si potrebbe provare a giocare con un 3-4-1-2 di modo che si possano sfruttare più le fasce a vantaggio dei robusti e non troppo veloci avanti azzurri Sosa e Calaiò. Purtroppo il Napoli è privo di un attaccante che unisca alla velocità e alla rapidità un buon fiuto del gol, attaccanti che contro le arcigne difese della categoria servirebbero come il pane. L’esempio lo abbiamo avuto l’anno scorso con Soncin e Cellini, attaccanti brevilinei scattanti e veloci che hanno contribuito in maniera determinante ai risultati delle loro squadre. Se la compagine partenopea nel complesso ha trovato solidità ed equilibrio tra centrocampo e difesa, ancora deve fare enormi passi per recitare un ruolo di primo piano, risolvendo la situazione del reparto avanzato. Da questo punto di vista lasciano perplessi anche le valutazioni di Marino in sede di campagna acquisti, il quale con Grieco sembrava aver trovato un ottima spalla per Calaiò. Ma il modulo di Reja non prevede l’uso del trequartista che però, viste le caratteristiche del centravanti palermitano, sarebbe necessario schierare. Del resto anche a Cagliari l’impiego di Zola dietro a Suazo e Langella contribuì alla grande rimonta dei sardi. In conclusione, con gli attaccanti che il Napoli ha a disposizione serve più armonia tattica in avanti, giocatori più serviti in velocità dalle fasce laterali. Diversamente, urgono attaccanti con caratteristiche diverse da quelle di Calaiò e Pià, attaccanti che sappiano unire velocità e rapidità di esecuzione, tanto per intendersi attaccanti alla Schwoch dei vecchi tempi. Per vincere e dominare il campionato non basta una difesa solida, poiché in questa categoria, se non si segna, il gol prima o poi lo si può prendere in qualsiasi momento, anche fortuitamente. Rispetto all’anno scorso il passo in avanti si è fatto ma per vincere bisogna farne un altro, dare un identità al reparto avanzato e fare il mea culpa su alcune scelte tecniche che ormai, si è dimostrato, dovrebbero essere rivedute, anche se si dovesse farlo in maniera drastica. Qualcosa è stato sbagliato è bisogna ammettere le responsabilità. C’è bisogno di gente che abbia volontà, coraggio e capacità di diventare il bomber di questo Napoli che non può permettersi di perdere, ancora una volta, il treno per la serie cadetta: sarebbe l’ennesima, insopportabile e catastrofica onta.

Translate »