PIU’ MAZZIATO CHE CORNUTO

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Doveva essere la stagione della svolta. Doveva essere il campionato del ritorno in Europa, un primo passo per poter poi tornare Grande e insidiare le altre Grandi. E invece è successo proprio il contrario. Questo qui è il Torino più piccolo degli ultimi anni, costruito senza criterio e gettato allo sbaraglio insieme ad un allenatore, Novellino, che con una squadra simile non aveva nulla a che vedere. Doppioni, omologhi, giocatori fuori ruolo: un’autentica torre di babele tattica che ha mandato in confusione Monzon e gli è costata la panchina, affidata per il rush finale al cavallo di ritorno Gianni De Biasi.

Compito ostico, quello del nuovo vecchio tecnico granata; De Biasi ha il compito di salvare un gruppo deluso da un pessimo campionato, di motivare uomini che si trovano in una situazione che (sulla carta) non doveva competergli. Lo farà puntando su aggressività e cuore, quel cuore che in teoria sarebbe marchio di fabbrica da queste parti. Nel modulo “scozzese” proposto dal mister trevigiano l’ultimo baluardo è il bravissimo Sereni (33), da sempre il portiere più sottovalutato del campionato italiano, di rientro da un infortunio. Sereni guida una difesa orfana del suo capitano Comotto, che sulla destra sarà sostituito dalla freschezza atletica del giovane Marco Motta (22), prospetto interessantissimo in chiave futura ma anche presente. Dall’altra parte confermato Pisano (26), arrivato a gennaio per incidere sulla sinistra ma mai decollato del tutto. In mezzo, insieme allo statuario Di Loreto (33) dovrebbe esserci l’altro “lungo” Ivan Franceschini (31), essendo il più rapido Dellafiore squalificato. A mò di frangiflutti davanti alla difesa sarà piazzato Corini (37), scafatissimo mediano dal piede caldo. A proteggerlo i muscoli dell’australiano Grella (28), uno che la gamba non la tira mai indietro tanto che all’andata si fece espellere a fine primo tempo. In mezzo ma più avanzato navigherà Rosina (24), genietto con le polveri un po’ bagnate da una stagione in sordina. Sul lato destro della mediana agirà l’altro innesto del mercato di riparazione Aimo Diana (30), ottimo agli esordi in granata ma trascinato poi anche lui nel marasma generale. Sulla sinistra tocca invece a Lazetic (30), rispolverato per carenza di alternative nel ruolo. I cross di questi ultimi due dovrebbero innescare il testone di Roberto Stellone (31), unica punta di peso a disposizione di De Biasi e miglior interprete per il ruolo destinatogli, quello dell’ariete. 

Da Stellone ma soprattutto da Rosina dovrà guardarsi la retroguardia partenopea. Certo, Rosinaldo è in una fase involutiva, ma giocatori di tale calibro possono punire da un momento all’altro. Occhio anche agli inserimenti degli esterni, soprattutto Diana che il golletto ce l’ha per “vizio”. Il Napoli può approfittare dell’assenza di un centrale veloce fra le fila avversarie, così Lavezzi può diventare il grimaldello perfetto. Gli obiettivi sono pochi e tutti pretestuosi, ma di certo bisogna onorare il campionato fino alla fine. Per questo bisognerà giocare, nel clima “poliziesco” venutosi a creare dopo i sospetti di combine in Parma-Napoli bisognerà smentire voci così infamanti, e quale modo migliore per scacciare i fantasmi che non la riprova sul campo? 

Probabile formazione (4-1-4-1): 1 Sereni; 7 Motta, 22 Di Loreto, 21 Franceschini, 3 Pisano; 5 Corini; 19 Diana, 13 Grella, 10 Rosina, 11 Lazetic; 77 Stellone.      All. De Biasi

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