NAPOLI IN TESTA ALLA CLASSIFICA DIECI ANNI DOPO

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Con il pareggio di domenica a Martina, il Napoli è per la prima volta nella sua storia da solo al comando della serie C. Sembrerà paradossale, ma esattamente dieci anni fa (1/10/1995), i partenopei erano primi, sempre da soli, ma in serie A, davanti a squadroni come il Milan di Weah, Baggio e Baresi, la Juve dei nazionali Ravanelli, Del Piero e Vialli e l’Inter di R.Carlos e Paul Ince. E pensare che il Napoli, a dispetto di queste corazzate, non era più quello della MA-GI-CA, ma neanche quello di Zola, Thern e Cannavaro. Una modesta squadra operaia che per alcuni mesi fece sognare i propri tifosi memori di un recente passato ben più illustre. Forse questa magica fase autunnale servirà solo agli annali, visto che di quel Napoli si ricorda perlopiù lo storico 0-0 ottenuto al S.Siro contro il Milan che esaltò per tutto il match le qualità balistiche ed atletiche di Pino Tagliatatela che riuscì anche a neutralizzare un penalty del "divin codino", ma sicuramente questo strano parallelismo merita un cenno.

Nell’autunno del 95, il Napoli era reduce da un ottimo settimo posto maturato nel finale della stagione con quattro vittorie consecutive grazie alle innovazioni del nuovo tecnico Vujadin Boskov che sfiorò l’impresa di riportare gli azzurri in Europa. L’inizio della stagione 95/96 era dei migliori: dopo un pareggio conquistato in quel di Bari grazie ad un rigore del brasiliano Cruz nei minuti finali, gli uomini di Boskov centrarono tre vittorie consecutive rispettivamente contro il Padova; l’Atalanta di Vieri davanti al pubblico amico; e l’Inter per 2-1. Pertanto alla quarta giornata dietro la futura campione d’Italia Milan, prima con 12 punti, napoletani e juventini erano appaiati al secondo posto con due lunghezze di distanze e la domenica successiva si sarebbero dovuti affrontare al Delle Alpi di Torino.

Boskov, per quell’occasione, non rinunciò al suo 4-4-2, schierando davanti a "Batman" Tagliatatela, Ayala, Pari, Cruz e Tarantino; centrocampo dominato dalle consonanti B-P: Buso, Bordin (Boghossian in panchina) al fianco di Pecchia e Pizzi. Mentre in attacco tentarono di scardinare la porta avversaria Carmelo Imbriani, uno dei giovani più sopravvalutati nella storia del Napoli, finito poi in serie C al Benevento; ed il "Condor" Agostini, capocannoniere azzurro della passata stagione con dieci reti.

Dall’altra parte diversi erano il modulo e la caratura dei giocatori, nettamente superiori, a cominciare dal portiere Peruzzi, passando per l’ex Ferrara, Torricelli, Tacchinardi, Pessotto, Di Livio, Paulo Sosa, Deschamps, Vialli, Del Piero e Ravanelli. Circa 5 mila supporters campani raggiunsero con ogni mezzo il capoluogo piemontese per assistere ad un primo tempo davvero scoppiettante, in cui il Napoli mise più volte in difficoltà la Juve. Nella ripresa si diffuse la notizia del clamoroso vantaggio del Bari sul Milan (l’incontro, infatti, terminerà 1-0 per i pugliesi) che dovette caricare a mille le compagini, e dopo soli cinque minuti dalla "buona nuova", Fabio Pecchia con uno straordinario colpo di testa trafigge Peruzzi. La tribuna ospite esplode letteralmente di gioia, sembra di rivivere momenti magici, momenti che però si rivelano davvero brevi visto che dopo soli 180 secondi la Juve pareggia i conti con Vialli. Il Napoli cercherà in tutti i modi di riacciuffare la vittoria: Imbriani a pochi minuti dal termine fallirà una rete clamorosa, ma tutti gli sforzi degli azzurri si fermeranno nelle mani di Angelo Peruzzi, davvero in giornata di grazia.

Fu quindi in quei 180 secondi che il Napoli assaggiò fugacemente, per l’ultima volta, il sapore della capolista, poiché nel turno successivo fu battuto in casa per 2-0 dalla "bestia nera" Fiorentina che in tre anni sconfisse per ben sei volte i partenopei. Alla settima giornata poi, in una gara destinata a terminare sullo 0-0, espugnò il Garilli di Piacenza con una beffarda punizione di Cruz che andò a sbattere prima sul palo e poi sul corpo di Taibi; fu questo l’ultimo sussulto di quella stagione, visto che per attendere un altro successo si dovettero attendere ben nove turni, ma questa è un’altra storia.

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