DENIS: NON CHIEDETEGLI DI FARE IL SOSA!

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Gustavo German Denis (27), detto “El Tanque”, è ormai uno dei volti nuovi del Napoli futuro. La società vorrebbe affidargli la pesante, e per certi versi scomoda, eredità del “Pampa” Sosa. Eredità che diventa quasi insostenibile, valutando le caratteristiche del centravanti per poi metterle in relazione con il dogma del tecnico e il punto di forza del connazionale, ora al Gimnasia. Facile capirne le possibili difficoltà: basta rivedere, anche in modo superficiale, statistiche e gare dell’Independiente nel torneo “Apertura”, per poi costatare che nella fase di clausura “El Tanque” si è dimostrato punta di diamante in un gioco completamente diverso.

El Tanque – Denis è un attaccante centrale di enorme spessore, sia per mole fisica che per caratteristiche di gioco. Nonostante ciò è una prima punta che adora attaccare gli spazi, giocare nel breve e aggredire la porta frontalmente. Bravo nel colpire di testa, talvolta straordinario nel creare corridoi per chi parte dalle sue spalle, ottima propensione nella difesa della palla e straordinario nel fare da sponda rapida. Ma attenzione: per sponda intendiamo sempre palla a terra e per colpo di testa, intendiamo la finalizzazione dell’azione.

Troglio e il suo 4-3-1-2 –  L’inizio di stagione per Denis e l’Independiente non è stato certamente solare. Il tecnico Pedro Troglio, impiantò una squadra votata al contropiede, mentalità che lo aveva portato al secondo posto nel 2005 con il Gimnasia. La struttura prevedeva una difesa a quattro, con l’uruguayano Rodriguez in funzione quasi di libero; centrocampo a tre con Herròn nel ruolo di regista supportato da due uomini di rottura alle spalle di Montenegro, classico trequartista da passaggio finale per Denis e Luna. L’obiettivo era sfruttare la velocità di Luna e l’estro di Montenegro, portando Denis a svolgere il ruolo di centravanti boa, spesso con compiti di disturbo degli avversari, con la conseguenza che spesso era costretto ad allontanarsi dall’area di rigore. In questo tipo di gioco El Tanque soffrì e non poco, segnando solo 4 reti in una squadra che si ritrovò in una posizione di classifica molto deludente.

La rivoluzione di Borghi – Nel Marzo del 2008 il tecnico Pedro Troglio fu costretto a lasciare la panchina dell’Independiente a Claudio Borghi. L’ex tecnico del Colo Colo rimescolò le carte per ricominciare da zero. Mentalità più offensiva, impianto di gioco trasformato in un atipico 3-4-3 con Rodriguez nel ruolo di centrale tipo. Damian Luna viene dirottato sull’esterno di sinistra e Moreira, passa da terzino a tornante di destra. Denis resta la punta centrale, ora sorretto da Montenegro e dal giovane Ismael Sosa un po’ più da vicino. Pusineri prende il posto in mezzo al campo dando più qualità alla mediana. Il tipo di gioco era molto semplice ed efficace: gli esterni avevano il compito di volare fino al fondo per piazzare cross nel mezzo, in modo da sfruttare la potenza di Denis. Un gioco che alternava movimenti stretti e inserimenti da lontano, trasformando l’impianto in un 3-3-1-3 in chiave offensiva, e in 4-3-2-1 in ottica difensiva. In questo modo, Denis ha potuto giocare più fronte alla porta, sorretto costantemente, ha esaltato la sua proprietà di difendere la palla portando spesso al tiro Damian Luna e, in altre occasioni, creando corridoi per la velocità di Sosa. Il risultato porta l’Independiente a ridosso della Coppa Libertadores e Denis a firmare 9 gol.

Naturalmente si parla di campionato argentino e quindi diverso dal torneo italiano, ma nonostante questo molte sfaccettature possono già rendere l’idea di come sfruttare al meglio le caratteristiche del Tanque. Lui non è Sosa, non gli si può chiedere di giocare spalle alla porta per spizzare continuamente lanci lunghi, ha bisogno di guardare in faccia il portiere avversario.

Reja avrà quindi un compito assai arduo, ma c’è  comunque un dato positivo da sottolineare: mettendo a paragone Independiente e Napoli, alcuni uomini hanno caratteristiche molto simili. Lavezzi si può paragonarsi a Ismael Sosa, poiché sono entrambi piccoli e veloci, Hamsik potrebbe rispecchiare Daniel Montenegro e Mannini (o all’occorrenza Maggio) ricoprirebbe l’ombra di Luna con i suoi inserimenti. Tutto, adesso, passa per le mani del tecnico goriziano che dovrà metterci molto del suo per registrare il tutto, Ma non dimentichiamoci che c’è anche Zalayeta. Per questo motivo è meglio ricordare le sostanziali differenze tra Il Panterone e Denis: il primo è uruguayano e spesso si accontenta di far fare i gol, il secondo è argentino e i gol li vuole fare lui. A te, mister…

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