LAVEZZI SEMPRE PIU’ LEADER DI QUESTA SQUADRA, LO VOGLIAMO CAPITANO!

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Adesso è facile salire sul carro dei vincitori ma che Ezequiel Ivan Lavezzi fosse un giocatore di livello assoluto non tutti, fino a qualche tempo fa, erano pronti ad affermare con certezza. E’ passato del tempo da quando quel ragazzino argentino con testa bassa, capelli lunghi e qualche chilo di troppo si presentò a Napoli come un illustre sconosciuto. Ma chi è questo? Si chiedevano in tanti. Gli addetti ai lavori, che lo videro in ritiro con il Napoli, dopo alcune uscite deludenti di precampionato, furono subito pronti a bacchettare il Pocho e chi lo aveva acquistato. Lui, intanto, continuava ad allenarsi in silenzio, testa bassa e, quando fece il suo esordio al San Paolo in Coppa Italia contro il Pisa, mise a segno una tripletta facendo capire di che pasta fosse fatto. Era la prima tripletta di un calciatore del Napoli dopo quattordici anni. Da quel momento in poi fu un crescendo di prestazioni eccellenti, di grandi giocate in grado di infiammare i tifosi azzurri ed una faccia da scugnizzo che faceva presagire grandi distrazioni fuori dal campo. Un calciatore “anarchico”, molto veloce e con grande capacità di dribbling oltre che assistman e grande ideatore di gioco, queste le caratteristiche del Pocho azzurro. Unico difetto, quello di non vedere con continuità la porta anche perchè la sua generosità lo porta ad essere stanco proprio in zona gol. La prima stagione di Ezequiel al Napoli è entusiamante, si instaura un gran rapporto con mister Reja ed il Napoli, almeno nella prima parte dell’anno sembra volare con la stessa velocità dell’attaccante argentino. Arriva il periodo dei rinnovi ed i procuratori cominciano a fare il proprio gioco, forti del fatto che il nome del proprio assistito viene inserito nella lista dei cinquanta giovani calciatori più promettenti al mondo stilata dal britannico Times, piazzandosi al quattordicesimo posto. Sempre più fulmine in campo, sempre più scugnizzo fuori tanto da arrivare ad un particolare periodo storico che le strade del Napoli e di Lavezzi sembrano allontanarsi definitivamente. Alcune dichiarazioni del Presidente De Laurentiis scaricano il calciatore ma, nello stesso tempo, non lo avvicinano a nessuna squadra. Eppure, la possibilità di perdere quello che può essere definito uno dei più grossi affari di calciomercato, pensare che è costato solo 5 milioni di euro, è stata molto vicina. Un finale di campionato non eccellente e proprio le dichiarazioni del Presidente, per fortuna, allontanarono tutti le squadre pretendenti. Anche il secondo anno di Ezequiel è caratterizzato da luci ed ombre oltre che da qualche infortunio. Qualcuno comincia a storcere il naso, non è un vero fuoriclasse si comincia a mormorare, anche perchè viene escluso, proprio dal suo idolo Maradona, dalla rappresentativa Argentina in Sudafrica. Quest’anno stiamo assistendo alla sua metamorfosi. Nuovo look, maggiore serenità e riappacificazione familiare lo hanno trasformato in un leader indiscusso di questa squadra. Mazzarri lo ha catechizzato dandogli maggiori compiti realizzativi, avvicinandolo alla porta e lui ha risposto alla grande. Segna, fa segnare, stupisce anche in Nazionale con buone prestazioni e grandi giocate, non ultimo il colpo di tacco a favore di Messi per il vantaggio della propria Nazionale contro gli antagonisti di sempre, i cugini brasiliani. Insomma un super Lavezzi, a dispetto di chi lo ha criticato. Un particolare, da non dimenticare, è che quando arriva il suo partner d’attacco, Edinson Cavani,  è pronto a concedergli la sua maglia dimostrando la stessa generosità che mostra sul terreno di gioco. A questo punto comincia a balenare nelle menti di qualcuno, la remota possibilità di arrivare alla tanto desiderata “camiseta” la dieci del mitico Diego Armando Maradona. Per carità, la dieci è stata ritirata a favore del più grande calciatore di tutti i tempi, e lungi da noi dal voler accostare lo scugnizzetto azzurro allo scugnizzo degli anni d’oro ma l’ipotesi di vederlo giocare con quella maglia sarebbe suggestiva e potrebbe responsabilizzarlo maggiormente. Ricordate l’esultanza contro il Brescia? Insomma un ipotesi affascinante e tutta da vivere e da scoprire ma intanto, alla luce di queste splendide prestazioni, del suo attaccamento ai colori azzurri, la sua capacità di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà ed anche di richiamare i compagni di squadra,  non sarebbe giusto assegnargli i gradi di capitano?

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