LA LAZIO A NAPOLI HA PERSO DUE SCUDETTI

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Per ben due volte Napoli-Lazio è stata decisiva per le sorti dello scudetto: nel 1972-‘73 e nel 1989-‘90. Il 20 maggio 1973, una sorprendente Lazio (da neopromossa) si trovò a giocarsi il titolo di Campione D’Italia, 2ª in classifica a braccetto con la Juventus, ad un solo punto dal Milan di Rivera, impegnato nella città dell’Arena. La Juventus invece era di scena all’Olimpico contro la Roma. Al termine del 1° tempo, clamorosamente il Milan era sotto a Verona per 3-1, disintegrato da uno straordinario Zigoni, detto “cavallo pazzo”, per la sua estrosità dentro e fuori dal campo. Anche la Juve era in svantaggio con la Roma, ma per 1-0, mentre Napoli-Lazio non si era schiodata dallo 0-0 iniziale, quindi Chinaglia e C. si trovavano in testa a pari punti con il Milan.

L’ultimo Napoli di Chiappella, non aveva più nulla da chiedere ad una stagione in cui gli azzurri non erano mai usciti da una tranquilla, aurea mediocrità (alla fine saranno ottavi su sedici squadre); però quel giorno, tutto il Napoli si rese protagonista di una prova maiuscola, inconsueta in quel 1972-’73.Nell’intervallo, il libero laziale, nonché capitano anglo-napoletano Giuseppe Wilson avvicinò Totonno Juliano chiedendogli più o meno che sì, insomma, loro si giocavano lo scudetto e quindi….. Il capitano azzurro rispose che qualcuno ci aveva pensato prima.Naturalmente, questa è la versione ufficiosa…., come l’altra che vorrebbe un Napoli stizzito dopo la gara dell’andata, sfottuto dai rivali vincitori con un netto 3-0. Il Milan alla fine perse per 5-3, dando così addio allo scudetto della stella, superato al fotofinish dalla Juve, vincitrice sulla Roma per 2-1 in rimonta, con gol di Cuccureddu all’87°, dopo il pareggio di Altafini.

E a Napoli? Il Napoli continuò a giocare come mai in quel campionato, riuscendo pure a vincere con un guizzo di Oscar Damiani ad un minuto dalla fine, bruciando le residue speranze di Chinaglia e C. di andare allo spareggio con la Juventus. Mai un campionato è stato così incerto, deciso solo al 90° minuto dell’ultima giornata. Giorgione Chinaglia per la rabbia uscì dal campo facendo le corna, Gianni Agnelli uscì dall’Olimpico tamponando con la sua 500 quattro macchine, euforico per la vittoria della sua Juve; grande naturalmente la meraviglia degli automobilisti di trovarsi di fronte il Presidente della Fiat. Pare che da quel Napoli-Lazio sia nata la (purtroppo) forte rivalità fra le tifoserie delle due formazioni, tanto che, come ben si sa, la trasferta sarà vietata agli innamorati degli “Aquilotti”. Diciassette anni dopo, la situazione era completamente capovolta; il 29 aprile 1990, dopo la squillante vittoria di Bologna per 4-2 della domenica prima, e la sconfitta (guarda un po’) a Verona per 2-1 del Milan di Sacchi, al Napoli in testa a quota 49, bastava appena un punto per aggiudicarsi matematicamente il 2° scudetto, avendo staccato Baresi e C. a 47 punti.Qualcuno, nell’ambiente laziale, sognava di restituire lo scherzetto del 1973 andando a vincere a Fuorigrotta; ma dopo soli 7 minuti, Marco Baroni incornò perfettamente di testa una punizione di Diego dalla ¾, firmando l’1-0 che sancì il 2° scudetto azzurro, l’ultima grande impresa dell’irripetibile Napoli di Maradona, che qualche mese dopo vinse l’ultimo Trofeo schiantando nella Supercoppa Italiana la Juventus di Maifredi per 5-1.

 

Sono 55 i precedenti fra Napoli e Lazio, con 25 vittorie azzurre, venti pareggi e dieci successi laziali, fra cui l’ultimo confronto, avvenuto il 12 maggio 2001 per 4-2 (doppiette di Crespo e di Nick Amoroso per gli azzurri, con sigilli laziali di Nedved e Ravanelli. Per due volte la Lazio si è imposta a tavolino, nel 1940-‘41 per invasione di campo; nel 1978-‘79 per lo scoppio di due petardi all’ingresso in campo delle formazioni, che (più o meno) stordirono Manfredonia e Pighin, ovviamente esentati poi dallo giocare. Il primo match, del 13 novembre 1927, terminò, 0-0. Dopo la prima vittoria laziale del 1929, il Napoli, con i soliti Vojak e Sallustro protagonisti, si impose dal 1929 al 1935 in cinque occasioni (3-0; 2-0; 3-1; 2-1; 3-0), perdendo poi due volte  nel 1936 (1-2) e nel 1937 (3-5), subendo 4 gol dal futuro azzurro Butani. Dal 1937 al 1951 abbiamo una lunga serie di pareggi (quasi tutti per 0-0), con le sole eccezioni del 1937-‘38 (1-0 gol di Venditto per il Napoli), e della già citata vittoria laziale a tavolino del 1941.Dal 1951 al 1954 si registrano 4 vittorie azzurre (2-1; 3-0; 2-1; 3-2), con Jeppson e soprattutto Amadei sempre protagonisti. Dopo la funesta gara del 29 aprile 1956 (1-2 con incidenti che causarono tre turni di squalifica al campo del “Vomero”), inizia una nuova serie di pareggi dal 1956 al 1959, prima di un nuovo successo capitolino addirittura per 5-2 del 19 febbraio 1961, in un campionato che malinconicamente vide entrambe le contendenti retrocedere, con la Lazio ultima a quota 18, ed il Napoli penultimo a 25 punti. L’anno dopo in B, con gol di Morrone e Landoni, la Lazio vince ancora per 2-0 l’otto ottobre 1961, ma a fine stagione con un sol punto di vantaggio proprio sui rivali capitolini, sarà il Napoli di Pesaola a risalire prontamente in A, anche se (ma questa è una storia che riserviamo ai lettori per il ritorno), sarà proprio il confronto della gara disputata allo stadio “Flaminio” a decidere per la promozione a favore degli azzurri….

Il confronto, a causa delle frequenti retrocessioni ora dell’una ora dell’altra, si dirada negli anni ’60, nei quali comunque l’almanacco ci riporta due vittorie azzurre nel 1966 (2-0, Canè e Sivori), e nel 1967 (1-0, Altafini). Il 28 marzo 1971 Sormani ed Umile firmano il 2-0 conclusivo, poi viene la gara del 1973, e la stagione seguente (che vedrà il 1° scudetto laziale) uno scoppiettante 3-3 del 7 aprile 1974, in pratica consegnò il titolo agli uomini di Maestrelli, usciti indenni dal confronto con il primo gagliardo Napoli di Luis Vinicio, quell’anno alla fine terzo. Quel giorno grandi protagonisti furono Chinaglia e Clerici, autori rispettivamente di 3 e 2 gol. Pari anche nel ‘75 e nel ’77 (sempre per 1-1), vittorie azzurre nel ‘76 (1-0 gol di testa di Massa all’86°) e nel ‘78 (4-3 con doppiette di Capone e di Bruno Giordano per la Lazio).

La Lazio, ridiscesa in B per illecito nel 1980, ricompare al S. Paolo l’undici dicembre del 1983, per subire un netto rovescio per 3-0 (2 De Rosa, ed uno Dirceu), sconfitta che sarà ancora più pesante nel 1984-‘85 (4-0 con tripletta di un fantasmagorico Maradona, capace di segnare anche su calcio d’angolo). Stavolta la Lazio retrocede in B sul campo, per risalire definitivamente nel 1988, riuscendo anche ad evitare la sconfitta (1-1, reti di Carnevale e Rizzolo).Dopo quella già citata del 1990, il Napoli inanella sei vittorie in sette confronti sino al 1997, finisce 2-1 nel 1990-‘91 (Careca e Incocciati per il Napoli, Sosa per la Lazio), 3-0 nel 1991-’92; 3-1 nel 1992-’93 (Crippa, Fonseca e Careca); 1-0 nel 1995-‘96 (gol di “Re Artù” Napoli), 1-0 anche, con colpo di testa vincente di Andrè Cruz al 90°, il 22 dicembre 1996, ultimo successo azzurro al S. Paolo.

Di quegli anni, l’impresa più esaltante porta la data del 12 marzo 1995, per 3-2, con la Lazio avanti per 2-0 (doppietta di Gigi Casiraghi) alla fine del primo tempo, e con il Napoli alla riscossa nella ripresa, con un grande Rincon (2 gol) ed un grande Buso, autore del bellissimo gol del 3-2 a tre minuti dal termine, con l’aggiunta di un rigore fallito da Benny Carbone.La Lazio invece vinse (dopo un’astinenza sul campo di ben 32 anni) nel 1993-‘94, con rete decisiva per l’1-2 finale di Beppe Signori a sei minuti dalla fine.Comunque, visto che sono passati la bellezza di dodici anni dall’ultima vittoria azzurra, sarebbe proprio il caso di riprendere antiche, buone abitudini…..

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