NAPOLI-PARMA 24/4/94(2-0)
Olè, olè, olè Ciro.Ciro ! “. A fine gara tutto il San Paolo ( strapieno ), felice per una qualificazione in coppa Uefa quasi conquistata, cantava a squarciagola il nome di Ciro Ferrara, che già sapeva di dover abbandonare la sua amata maglia azzurra, lui, che, da napoletano verace, era rimasto appena quattro anni dopo il 2° ed ultimo scudetto, l’ ultimo superstite della squadra dei trionfi maradoniani. La situazione economica della società azzurra ( preludio al fallimento di 10 anni dopo ) era piuttosto critica, e si rendeva quindi necessario cedere i pezzi pregiati ( l’ anno prima Zoa e Crippa erano andati al Parma, ed insieme a Ferrara partì verso Roma pure Fonseca ), per garantire quantomeno l’ iscrizione al campionato. Quella stagione 1993 -1994 però, con Marcello Lippi allenatore( ed i bei risultati ottenuti lo spinsero verso la panchina della Juventus ) , andò, ogni oltre rosea aspettativa, con tutta la squadra che rese al meglio di sé, con elementi in cerca di rivincite come Paolo Di Canio, che fece un campionato straordinario, al pari di molti altri come Taglialatela e Pecchia. E quel giorno, il 24 aprile 1994, sotto un sole cocente e d fronte a spalti gremiti ( come avrebbe detto il grande Sandro Ciotti ), il fato non poteva che far segnare a Ferrara un gol, il secondo di quel bel 2 -0 inflitto al Parma di Nevio Scala, a sua volta già sicuro di partecipare alla coppa Uefa edizione 1994 -1995, che poi vincerà nella doppia finale contro la Juventus.. Questo per dire che forza avesse in quella epoca, la squadra di Calisto Tanzi sia in Italia che in Europa. Il Parma fece il suo ( Gianfranco Zola, per la prima volta da avversario al San Paolo, colpì pure una traversa ), ma le motivazioni degli azzurri erano diverse, e prima Buso ( con un ubriacante slalom ) al 19°, e poi Ciro al 45° con una perentoria zuccata firmarono la doppietta vincente che spalancarono le porte alla futura Uefa, poi ratificata sette giorni dopo a Foggia contro Zeman. E Ciro Ferrara in estate si piazzò alla Juventus dove,, se non ci fosse stata ” Calciopoli “, fra i trionfi azzurri e quelli bianconeri, oggi condividerebbe il primato nazionale degli scudetti ( 8 ) assieme a Giovanni Ferrari e Beppe Furino. Una carriera, quella di Ciro da Posillipo, piena di successi e di soddisfazioni.