IL FUTURO DA SALVAGUARDARE

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Crisi senza soste. Tutti giù per terra, ogni settimana va peggio, apnea assoluta in un girone di ritorno catastrofico. Numeri agghiaccianti: due punti in otto partite (i pareggi casalinghi contro Udinese e Bologna), cinque gol fatti, quattordici subiti. La vittoria manca da due mesi, il gol quasi da uno. La serenità è oramai una chimera, si gioca con paura e senza sicurezze. Neanche il cambio di modulo ha sortito gli effetti sperati, la Lazio ha vinto come il Genoa: minimo sforzo e capacità di sfruttare le ampie amnesie di un Napoli che stavolta è uscito dal campo con un risultato troppo pesante per quanto si è visto. Rispetto alla gara col Genoa, gli azzurri sono apparsi più volitivi ed hanno sfiorato il gol in diverse circostanze, pur giocando a ritmo lento e senza apparire mai convinti di sè. Ma di questi tempi gira così, non appena si lascia un po’ di spazio agli avversari il Napoli capitola e non si rialza più. E anche la buona sorte l’abbandona.

Il campionato è oramai in soffitta, non ci sono più obiettivi. C’è però da salvaguardare il progetto, il futuro, il nuovo Napoli che non può lasciarsi andare. Reja e la società di nuovo a confronto, andranno a braccetto fino al termine poi ognuno per la sua strada. Vivranno da separati in casa, ma gioverà a qualcuno? Ed ora, come gestire le ultime undici giornate? La società non ha voluto avvicendare il tecnico non solo per riconoscenza, ma anche perché al momento probabilmente non individua nessuno in grado di poter cambiare le cose e nessuno che possa gettare le basi anche per la prossima stagione. Dunque vien da pensare che il futuro allenatore sarà scelto tra quelli già in attività. La squadra dovrà necessariamente essere rinforzata, le ultime giornate serviranno per capire chi merita ancora di restare a Napoli, indipendentemente dai contratti sottoscritti. C’è ora tutto il tempo per scegliere con calma e oculatezza.

Saranno dunque tutti sotto esame, costretti a lottare senza risparmiarsi se vogliono continuare la loro carriera all’ombra del Vesuvio, dove serve gente con personalità. Toccherà a loro ribaltare l’attuale situazione, finire con la dignità che Napoli ha diritto di richiedere, loro che sono tra i responsabili (oltre a Reja e Marino) di questa disfatta senza fine. Orfani di Gargano e Maggio sarà ancora più difficile, purtroppo non esistono ricambi adeguati e tutto sarà più complicato. La condizione fisica è carente, il morale è sotto i tacchi ma da questa situazione dovranno venire fuori le energie di chi intende con forza convincere il club in vista del futuro. Poi occorreranno rinforzi e meno abbagli: operazioni come quella di Aronica (4 anni di contratto) per Savini –tanto per citarne una- sono da evitare perché impongono interrogativi più profondi su Marino e sul presidente che gli ha confermato per altri cinque anni la fiducia.

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