IL CAPITANO RIPUDIATO

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I risultati e la classifica parlano chiaro: il momento del Napoli è molto favorevole. Non si può dire la stessa cosa per il capitano Francesco Montervino.Pugliese di 28 anni, “Ciccio” è alla quinta stagione a Napoli (la terza consecutiva). Da idolo del “San Paolo”, arena di cui rappresentava il gladiatore, dopo le prime gare della nuova stagione in serie B ha visto incrinarsi il rapporto con parte della tifoseria partenopea.Montervino è un centrocampista di carattere, e ben lo ha dimostrato sui campetti della C1. In terza serie ha giocato i due campionati con il Napoli da protagonista (61 presenze e 4 reti all’attivo) e con le sembianze di Gennaro "Ringhio" Gattuso, aggredendo gli avversari e dimostrando al pubblico partenopeo l’attaccamento alla maglia e la voglia di far bene sempre.Sposato con Elisa, ragazza conosciuta quando militava nell’ Ancona, è diventato padre quest’anno di una splendida bambina che ha voluto chiamare in onore di Napoli e dei napoletani Ginevra Azzurra.Nel 2004, dopo una stagione in prestito al Catania e il susseguente fallimento dell’Ancona che aveva la proprietà del suo cartellino, viene chiamato a Napoli dalla nuova società di Gaucci che non riuscirà mai ad iniziare nessun campionato, e dopo poche settimane è convocato anche dalla neonata Napoli Soccer di Aurelio De Laurentiis, per iniziare la nuova avventura nel ritiro di Paestum.

 

Durante la prima stagione in serie C gli Ultras della Curva B lo omaggiano della fascia di capitano con una scritta particolare: “UNO DI NOI… Coerenza, Lealtà, Orgoglio, Tenacia, Coraggio e Mentalità”, tutte caratteristiche che Francesco Montervino non ha potuto perdere all’improvviso. Appare pertanto ingeneroso criticare e fischiare ripetutamente un calciatore che in passato ha dato tanto (e che forse può ancora dare qualcosa) alla causa del Napoli. E se anche i suoi feroci contestatori avessero qualcosa da dire sul Montervino calciatore, nessuno può dimenticare per quanto tempo il Montervino uomo ha cantato e portato la croce sui campi polverosi. Sarebbe troppo facile trovare un capro espiatorio e scaricare su questi il peso di qualche amarezza o insoddisfazione, ma Montervino (come qualsiasi giocatore del Napoli) deve essere rispettato e, come giusto in qualsiasi evento sportivo, applaudito o fischiato, ma come risposta alla prestazione e non per motivi o prestazioni che appartengono ad un passato che l’ha visto soprattutto protagonista.

 

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