GIUGNO, PUNTO E A CAPO! ORA LA SOCIETA’ DEVE DARE UNA SVOLTA AL PROGETTO TECNICO DEL NAPOLI

Il tempo che passa, i ricordi che si chiudono in archivio, la luce che colpisce gli occhi e la nuova vita che riparte. E’ la legge della natura, dove il primo comma mette in risalto che “tutto nasce perché è destinato a finire”. Finisce tutto, con amarezza o rimpianto non è un problema delle lancette. Anche Napoli dovrà farlo, è da qualche tempo che si richiede un nuovo giorno, è da qualche tempo che si aspetta il vero sole sul Vesuvio e sul golfo.Napoli riparte dalle macerie, la delusione della sconfitta in finale play-off, la promozione in B e quella in A, spettacolare e sofferta , la permanenza in categoria, l’Europa alle porte così vicina nella sua lontananza. La prima marcia è stata inserita, la seconda è appena entrata e adesso si deve passare alla terza, per dare velocità a una vettura destinata a crescere. Reja si presenta a Napoli così come si presentò a Cagliari, è lui il post-Ventura ed è lui quello che tra contestazioni, fortuna, bravura e irrazionalità, riesce ad alzare le braccia al cielo: grazie!

Grazie mille, ne saremo grati con tutto il cuore, ricorderemo per sempre l’uomo che ha dato l’inizio al nuovo Napoli, ricorderemo per sempre con gioia i risultati ottenuti, ricorderemo con serenità il volto di un uomo pulito dallo sporco che c’è in questo sport, ma adesso è il momento di cambiare.Già, è il momento di accelerare e c’è bisogno di un pilota giovane, con la tenacia di chi ha voglia di emergere o magari mettersi in gioco ancora una volta, consapevole che a Napoli fallire non si può. Reja ne uscirà da vincente in ogni caso, ma almeno andrebbero evitate parole e siparietti per rendere la separazione un po’ più dolce: Marino dice che con il tecnico non ci sono problemi, spetta a lui decidere; il tecnico sembra stufato dalle critiche e dai visi accaniti, così fa capire che il prossimo anno potrebbe restare a guardare dal comodo divano di “casa Gorizia”. Poi le parole cambiano, cosa che succede spesso in questi ambienti, il tecnico dice che non ci sono problemi e che resterebbe volentieri  a Napoli; nel contempo il Dg Marino preferisce glissare e liquida il tutto con: “Pensiamo a finire questa stagione”. Viene da chiedersi: chi vuole veramente separarsi? L’unica persona sarebbe De Laurentiis che parla da padre calmo e sereno, ma con lo sguardo di chi prenderebbe la situazione di petto. Ormai la stagione è agli sgoccioli e il toto-allenatore si fa sempre più vivo, naturalmente è semplice fare nomi in base a vittorie e curriculum, il difficile è far combaciare il carattere e la mentalità in una piazza molto calda e non solo per il sole cocente. Reja le sue qualità le ha evidenziate con un gioco catenacciaro d’altri tempi (appunto) con uomini che aggrediscono e rilanciano, gioco più adeguato per un Napoli d’inizio era, ma in serie A il singhiozzo viene e anche forte, qui c’è bisogno di un gioco rapido, veloce e ben studiato senza mai lasciare la possibilità agl’avversari di prendere il pallino del gioco e fare ciò che si vuole, perché in questa serie gli avversari fanno male e tanto.

I nomi ci sono e anche di grande importanza e blasone,  che  potrebbero davvero  far volare piazza e squadra . Il primo nome è Marco Giampaolo, ottimo allenatore dove già ad Ascoli dimostrò con una squadra non certo fenomenale, di dare una vera identità ai suoi uomini mostrando un gioco dove quello che conta è “prima te le do, poi vediamo”; carattere sereno e deciso, a Cagliari non si è mai scomposto più di tanto quando le cose andavano male, eppure ha avuto il coraggio di sbattere la porta in faccia a Cellino, uno a cui piace fare usa e getta, ma per Marco i soldi  non contano mentre la dignità non ha prezzo. Ultima settimana, ultimo nome: quello di Luigi Del Neri, attualmente all’Atalanta; uno di quelli che puntellano la squadra nei minimi particolari giocando con i suoi uomini come fossero figurine, ma senza cambiare la sua filosofia del “il centrocampista fa il centrocampista e se fai gol è anche meglio”, uno di quelli che strabiliò l’Italia intera con il Chievo, ma allo stesso tempo trovare grandi difficoltà dove la temperatura sale, Oporto lo ricorda appena, Roma lo ricorda bene. Del Neri sarebbe adeguato in una squadra dove l’età media è molto bassa ed ha bisogno di regole e disciplina, naturalmente i senatori potrebbero andargli contro, ma con tutto il rispetto Montervino non è Totti, anche se non è una giustificazione. Nome suggestivo risuona in Marcello Lippi, a Napoli lui c’è già stato e guardate un po’, conquista della Coppa Uefa con una squadra e una società allo sbando e una bella ventata di freschezza con l’impiego dei giovanissimi Cannavaro e Pecchia al posto dei più maturi Nela e Policano. Lippi usa la filosofia del: “Io non ho paura, vieni e io ti faccio male”, un gioco organizzato dove ogni uomo ha il suo compito da svolgere e appena ce n’è l’occasione, ti ritrovi il Grosso della situazione che batte il Lehman di turno; anche lui con una personalità forte. tirò le orecchie a Moratti nella sua sfortunata esperienza nero-azzurra; poi c’è spazio per un nome di un allenatore, che attende solo la possibilità di confermare ad alti livelli le sue qualità: è Delio Rossi! Allenatore stimato, anche lui di buona pasta e buone regole. Conosce l’ambiente napoletano avendo lavorato a Salerno con ottimi risultati, uno di quelli che ha portato la Lazio in Champions League senza i campioni del calibro di Veron, Crespo e compagni. Allenatore sanguigno, capace di correre come un pazzo sotto la curva per un gol, uno così a Napoli porterebbe un’adrenalina straordinaria, lui guardò negl’occhi Stendardo e lo mandò via senza pensarci due volte accontentandosi di Radu;   Delio Rossi fu quello che alla vigilia della gara di Champions contro il Real Madrid fece intendere ciò che aveva per la testa: “Sarai anche il Real Madrid, ma in campo voglio comandare io” un condottiero purosangue.”

I nomi ci sono, tra questi chi non verrebbe a Napoli? Giampaolo è libero e verrebbe di corsa, Del Neri rinuncerebbe al rinnovo pur di riprovarci in una piazza di grande stile; Lippi è più che altro il sogno perfetto e Delio Rossi…beh, quanto potrebbe essere conveniente per lui restare in una Lazio senza soldi e senza Europa? Tocca ad Aurelio decidere, è lui che comanda, ma fai presto presidente, bisogna programmare il ritorno in Europa!

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