UN ANNO DI NAPOLI

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Non c’è che dire: questo che si avvia alla conclusione è stato un anno da scintille in casa Napoli. O, visto il periodo natalizio, sarebbe meglio dire da bollicine. Eh già, perché il brindisi con il quale gli azzurri saluteranno tra poche ore il 2010 metterà in archivio 12 mesi in cui l’orchestra sapientemente diretta da Walter Mazzarri ha fatto letteralmente sognare i tifosi partenopei. Un anno solare iniziato con la vittoria di Bergamo la scorsa Epifania, e concluso al San Paolo con i tre punti al cardiopalma dell’ultima sfida contro il Lecce. Al centro, tante luci e qualche ombra, per un totale di 21 vittorie, 15 pareggi e solo 11 sconfitte tra campionato, Europa (compreso il turno preliminare) e Coppa Italia. Se non è champagne questo…

LE LUCI – Tante sono state le cose positive fatte vedere dal Napoli targato 2010. Su tutte l’approdo in Europa League al rompete le righe dello scorso campionato, dopo una rincorsa incredibile in cui i ragazzi di Mazzarri hanno collezionato la bellezza di 15 risultati utili consecutivi (5 nel 2010) e si sono inchinati all’avversario in sole 4 occasioni. Qualificazione dal sapore ancor più gradevole per due motivi: la partenza ad handicap per i 7 punti in 7 partite di Donadoni; e il memorabile smacco a Madame, costretta a giocarsi la fase a gironi in pieno agosto, con un turno preliminare in più. Europa che gli azzurri sono riusciti non solo a conquistare, ma anche e soprattutto a tenersi ben stretta, con la straordinaria qualificazione ai sedicesimi di finale letteralmente avvinghiata all’ultimo istante, una quindicina di giorni fa al San Paolo nel dentro-fuori contro lo Steaua Bucarest. Napoli unica formazione italiana a centrare questo obiettivo, con Juventus, Palermo e Sampdoria che hanno detto addio alla coppa con la fase a gironi. Passando al campionato, la nuova stagione è iniziata ancor meglio di quanto non si fosse conclusa la precedente, tanto da mettere in bella mostra un Napoli che nei giorni del panettone divide con la Lazio il secondo posto in classifica, a sole tre lunghezze dal Milan capolista. La gioia di guardare dall’alto Inter, Juventus e Roma è solo una piccola parte del sogno vissuto dalla piazza, talmente bello da far si che in riva al Golfo abbia ripreso corpo una parola riposta nel cassetto da vent’anni: scudetto. E poco importa se è altamente improbabile che i tifosi vedano il tricolore sulla maglia azzurra il prossimo anno: sognare è lecito e incantevole, fa venire la pelle d’oca, rispolvera emozioni assopite. E, soprattutto, non costa nulla. Ma il 2010 è stato anche l’anno dei tabù infranti: per la prima volta, e c’è voluto il quarto campionato dal ritorno in Serie A, anche Roma, Cagliari e Genoa hanno capitolato di fronte al Napoli delle meraviglie che non ha voluto fare sconti a nessuno. Stavolta neanche al destino. Non per ultimo tra le luci di quest’anno, il grande carattere evidenziato degli azzurri, capaci di vincere partite negli ultimi secondi di gioco con grande cuore, grinta e determinazione. Negli almanacchi “zona Napoli” ha preso ormai il posto della cara, vecchia “zona Cesarini”…

LE OMBRE – Se i risultati hanno fatto guadagnare al Napoli l’appellativo di squadra delle meraviglie, ma anche la classifica e il passaggio del turno in Europa League, qualche neo è stato invece evidenziato dagli uomini di Mazzarri dal punto di vista tecnico-tattico. L’altra faccia della medaglia di una squadra che ha messo in cassaforte 12 punti negli ultimi sette minuti delle partite è la  scarsa concretezza, che emerge con maggiore evidenza se si considera il gran numero di palle-gol create dagli azzurri e non trasformate. Una squadra che in più di un occasione ha gettato il cuore laddove non è arrivata attraverso la manovra o gli schemi. Senza dubbio un limite sul quale si dovrà lavorare, e soprattutto migliorare, se si vuol continuare ad essere al vertice. Altra nota stonata il rendimento altalenante della difesa. Se nella passata stagione ha rappresentato uno dei punti di forza della compagine azzurra, nel corso di questo campionato il reparto difensivo è stato a lungo nell’occhio del ciclone, reo di aver commesso qualche strafalcione di troppo, principalmente nei singoli ma anche dal punto di vista del collettivo. Le lacune sono emerse maggiormente nelle tre trasferte di Europa League, dove Mazzarri ha adoperato spesso un massiccio turn-over incassando ben 9 gol (3 per partita). Ciò è segno che, per lo meno nel reparto arretrato, c’è ancora una forte differenza di rendimento tra titolari e seconde linee. C’è da dire anche che la tendenza sembra essersi invertita nelle ultime quattro uscite, in cui il Napoli non ha incassato gol.

Tra tante luci e qualche ombra per quanto riguarda il 2010, il 6 gennaio il Napoli inaugurerà l’anno nuovo contro l’Inter a San Siro, e dopo soli tre giorni sarà la volta della Juventus a Fuorigrotta. Intanto il mercato di riparazione inizierà ad entrare nel vivo. Prima il campo, poi le stanze dell’Ata Quark Hotel di Milano chiariranno una volta per tutte le ambizioni del Napoli 2011. Le premesse di un anno eccezionale ci sono tutte…

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