GENOVA NON SI RISPARMIA

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Divise dal campanilismo, unite dai risultati. Genoa e Sampdoria sono appaiate in classifica a quota 35, ma non solo questo hanno in comune le due squadre genovesi. In entrambe le sue uscite liguri il Napoli ha sbagliato la partita e ha preso due gol senza segnarne nessuno, con una costante che però ormai fa il giro dell’Italia: le disattenzioni difensive. In primis c’è infatti nuovamente da eccepire questo, nella prestazione azzurra. Una squadra di serie A non concede così tanto agli avversari, non commette errori fotocopia come se la retroguardia non riuscisse mai a farsi un esame di coscienza e imparare qualcosa. Ancora sofferenza contro giocatori di fantasia, Leon è stato non a caso fra i migliori in campo, così come Giovinco Cassano Foggia e se vogliamo scriverli tutti ci vuole un intero dominio web. Ancora dormite di gruppo da matita blu, il gol di Sculli è da mostrare ai bambini che vogliono fare i difensori per spiegare come NON si chiude sull’attaccante, soprattutto Savini e Contini in difficoltà. Ancora, per chiudere in tragedia, l’ennesimo svarione di Domizzi; il fallo è dubbio e peraltro forse è fuori area, ma il punto è un altro. Non ci si fa scappare in questo modo un avversario, non se non giochi fra i dilettanti. Le qualità tecniche del giocatore non si discutono, il marchigiano resta uno dei migliori difensori italiani, eppure da qualche tempo (guarda caso da quando ha chiesto di andar via…) le sue prestazioni sono a dir poco sconcertanti. Se come si vocifera alla base ci sono problemi personali, si dia al ragazzo la possibilità di staccare un po’ la spina, le alternative non mancano di certo. Situazione simile, anche se non così drammatica, per Gargano e Hamsik, sempre più alle corde: il primo sbaglia troppi passaggi ed è in palese calo fisico e mentale; lo slovacco invece inanella la quarta gara anonima consecutiva, forse è bene concedere anche a lui un po’ di riposo visto che alle spalle c’è Bogliacino che scalpita (ancora un assist spettacolare, di tacco, a Lavezzi). C’è da cambiare molto, troppo, e forse non basta effettuare in corsa le sostituzioni giuste. Su questo infatti oggi bisogna dar atto a mister Reja, gli innesti a match in corso avevano tutti un proprio senso, all’insegna del coraggio e della voglia di riacciuffare la partita. Ma bisogna rivedere un po’ il tutto, dall’assetto di gioco alle pedine in campo alla mentalità, non si può vedere ogni squadra che affronta il Napoli giocare in maniera meglio organizzata e più incisiva.

Anche perché la classifica inizia a far paura, salvo qualche fiammata sporadica che porta a vittorie mai del tutto meritate il trend del Napoli nel girone di ritorno è da retrocessione, e non solo per demeriti propri. Le inseguitrici pressano, Parma e Siena hanno vinto e a turno ogni concorrente per la salvezza azzecca la partita della vita. Con l’inverno alle porte (il famigerato mese di ferro inizia domenica sera) bisognerà soffrire e cercare di racimolare qualche prezioso punticino. E pazienza se gli avversari si chiamano Inter, Roma, Juve e Fiorentina. Se il Napoli non è stato bravo a fare la formica portando a casa provviste preziose quando le condizioni erano propizie, ora dovrà rimboccarsi le maniche e soffrire, se non vuole fare la fine della cicala.

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