GENOA – NAPOLI: L’ULTIMO TABU’

La prova di maturità, questo il titolo della sfida di Genova dettata da Morgan De Sanctis e non ha tutti i torti. Due sconfitte consecutive in campo esterno, le ultime due a Udine e in casa della Lazio che hanno rallentato la marcia di un Napoli che comincia a macinare nuovamente la legge del San Paolo. Prova ardua e resa ancora più difficile dall'assenza di Lavezzi che si aggiunge a quelle di Sosa, Lucarelli e Campagnaro costringendo il tecnico Mazzarri a reinventare lo stile e il modulo. Non cambierà la mentalità di una squadra che non rinuncia ad attaccare per confermarsi terza forza del campionato a dispetto dei gufi. Il Genoa, poi, quella maglia rossoblù che tanta amicizia regala al popolo napoletano ama travestirsi da giustiziere quando in campo si fa sul serio: dal ritorno in Serie A, infatti, il Napoli ha conquistato un solo punto frutto del pari interno dello scorso anno senza reti dopo ben sei vittorie; sulla panchina del Genoa siede Davide Ballardini, un altro carnefice azzurro che sulla panchina di quel Cagliari già inviato alla retrocessione riuscì a vincere in rimonta in appena 2 minuti volando da lì fino alla salvezza. Non va dimentiacto, inoltre, che mercoledì il Napoli affronterà lo Steaua Bucarest per l'ultima giornata del Gruppo K di Europa League che vale il passaggio del turno. Si, qui ci vuole maturità per sfatare l'ultimo tabù di Walter Mazzarri.

 

Genoa. I rossoblu non vivono un momento di grande serenità: l'esonero di Gasperini ha creato non pochi malumori nell'ambiente genoano mettendo in dubbio il progetto di Preziosi che ogni anno stravolge una rosa a dispetto dei risultati. Sollevato Gasperini per far posto a Davide Ballardini, il Genoa ha cambiato quasi totalmente mentalità e stile di gioco oltre al modulo: in archivio la difesa a tre e spazio al 4-3-1-2 con un mentalità contropiedistica a dispetto di quella propositiva dettata dal precedente tecnico. Molto passerà dai vari inserimenti dei due interni di centrocampo supportati dai due esterni difensivi; l'attacco non presenta le due varianti laterali ma un uomo di movimento affiancato da una torre. Occhio ai calci da fermo ma attenzione anche ai vari svarioni difensivi che hanno caratterizzato moltissimo questo inizio di stagioneIndisponibili. Sculli, Kaladze, Palacio

 

Formazione (4-3-1-2) Eduardo (1); Mesto (20), Dainelli (3), Ranocchia (16), Criscito (4); Rafinha (18), Milanetto (77). M. Rossi (7); Kharja (11); Palladino (10), Toni (9)     Panchina: Scarpi; Chico, Moretti, Jankovic, Destro, Rudolf, Veloso   All. Davide Ballardini

 

Ballottaggi: Rafinha 70% – Veloso 30%

 

Napoli. L'assenza di Lavezzi mette in mostra una difficoltà enorme della squadra azzurra nel ricambio di alcuni ruoli fondamentali. Ciò nonostante, Mazzarri non cambvierà modulo confermando il 3-4-2-1 con ritmo veloce, difesa alta e contropiede alla mano. In difesa dovrebbe spuntare Santacroce al posto di Campagnaro ancora convalescente dall'infortunio, Sosa è ancora out e al posto del pocho Lavezzi dovrebbe spuntare Zuniga al fianco di Hamsik. L'idea fu già concretizzata, in verità con scarsi risultati, nella trasferta di Bucarest in Europa League dove la continua ricerca del dribbling da parte del colombiano rallentava spesso e volentieri il gioco azzurro. In mediana Gargano e Pazienza saranno fondamentali: il primo per fungere da zanzare nel lento centrocampo rossoblu, il secondo per contenere il trequartista Kharja. Il gioco di entrambe, comunque, dovrebbe svilupparsi sulle fasce dove Mesto e Criscito potrebbero lasciare campo a Dossena e Maggio nel caso non dovessero sviluppare al meglio la fase di ripiego

 

Indisponibili. Grava (squalificato), Lucarelli, Lavezzi, Campagnaro

 

Formazione (3-4-2-1) De Sanctis (26); Santacroce (13), Cannavaro (28), Aronica (6); Maggio (11), Pazienza (5), Gargano (23), Dossena (8); Hamsik (17), Zuniga (18); Cavani (7)  Panchina: Iezzo; Cribari, Vitale, Yebda, Maiello, Sosa, Dumitru   All. Walter Mazzarri 

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