PAOLO CANNAVARO: UNA BANDIERA INVESTITA DAL GIOCO AL RIALZO SUL CONTRATTO
Diciamoci la verità, nuda e cruda: attualmente, e nonostante qualche piccola amnesia che ancora lo affligge di tanto in tanto, Paolo Cannavaro è il miglior difensore nella rosa del Napoli. Ma nonostante ciò la querelle relativa al rinnovo del contratto del capitano sta lambendo il ridicolo, fino a divenire assillante come il più malefico dei tormentoni, dinanzi al quale però tutti i tifosi azzurri sembrano ormai aver smarrito l’ultima goccia di pazienza. Da mesi in tutte le radio e le televisioni locali non fanno altro che rimbombare le voci dei procuratori del ragazzo, Fedele senior e junior, che hanno con scaltrezza preparato copione di una telenovela dove De Laurentiis ha recitato a lungo la parte del cattivo, reo di essere intenzionato a non voler proseguire per qualche assurdo motivo il rapporto con una bandiera di questa squadra, napoletano di Napoli tanto attaccato ai colori azzurri e quasi bistrattato dalla società. “La volontà del capitano è di restare, ma dipende da quella del club – recitava la fiction diretta da Enrico Fedele qualche puntata addietro – e quando le cose vanno troppo per le lunghe, i segnali non sono confortanti. Certo è che, se si fosse trattato di un club diverso dal Napoli, ci saremmo già guardati intorno, mentre tutti sanno che Paolo vuole restare in azzurro”. “Cannavaro non più parte del progetto”, si cominciava a vociferare nell’ambiente, ed ancora “Il presidente prima dice di sognare una squadra composta da napoletani, poi da il benservito proprio ai figli di Napoli. Vedi Quagliarella e adesso Cannavaro…”. Parole, parole, parole. Perché spesso ci si dimentica dell’esistenza della proprietà commutativa, per la quale si verifica che possono essere anche i napoletani a dare il benservito al Napoli. E perchè di fatto De Laurentiis di copioni se ne intende, e proprio nel momento in cui le trattative con l’entourage del calciatore si avviano ad una conclusione, il presidente ha strappato via in un colpo solo decine di pagine di menzogne. E lo ha fatto attraverso il suo allenatore, che mai si era immischiato prima d’ora in vicende societarie o di mercato, ma che al termine della sfida contro il Palermo si è lascito andare ad una dichiarazione liberatoria. “La verità è che la società ha offerto a Cannavaro un triennale, e a 29 anni non è da tutti. Sono convinto che darà il massimo fino a giugno, per il resto sono valutazioni che spettano agli interessati. Ma se non volesse rimanere, probabilmente sarebbe solo per questioni economiche, perché Paolo fa parte del progetto”. Per essere ancor più precisi, il Patron azzurro ha offerto al capitano non solo tre anni di fronte ad una richiesta di quattro, ma anche la possibilità di restare in società qualora alla futura scadenza, fissata a 33 candeline, Paolo decidesse di appendere le scarpette al chiodo. E ne ha tutte le ragioni De Laurentiis, ben lungi dal voler riproporre all’ombra del Vesuvio qualcosa di simile ai casi Totti – Roma o Del Piero – Juventus, due società che stanno pagando la troppa soggezione nei confronti delle loro bandiere, le quali ad oggi per una sorta di sindrome di Peter Pan sono fonte più di dolori che di gioie. Tornando alla questione Paolo Cannavaro, attualmente ciò che separa domanda e offerta è solo questo bramato quarto anno di contratto: possibile che un tanto celebrato attaccamento ai colori possa vacillare di fronte ad una simile sottigliezza? Sulla bontà e buona fede del capitano saremmo pronti a mettere la mano sul fuoco, ma su chi gestisce gli interessi del fratello d’arte un po' meno. Chiaramente ognuno fa il suo lavoro, pero’ speriamo che alla fine prevalga anche la loro napoletanità…