FOTOGRAFIA DI UNA STAGIONE
L’esclamazione “Che bel Napoli” è già stata proferita in occasione della sfida contro il Palermo, e lì avevamo tutto il diritto di essere entusiasti. In questo caso si può essere ugualmente esaltati, ma più che per la mole di gioco possiamo gioire di un risultato che vale oro colato. Tre punti al Marassi è roba da grande, da grandissima, esattamente la caratura che i partenopei stanno dimostrando in questo fondamentale scorcio di stagione. È il momento più importante della stagione, per motivi facilmente immaginabili, e il Napoli lo sta affrontando col piglio della big. A dimostrazione che la stagione è davvero di quelle importanti.
Tornando alla partita, c’è da sottolineare in primis la personalità di questa squadra che appare sempre più sicura dei propri mezzi, ogni giorno più convinta di essere destinata a traguardi importanti. È la ritrovata solidità difensiva a stupire più di ogni altra cosa, la capacità di Paolo Cannavaro di asfissiare in marcatura qualsiasi centravanti seppur di stazza superiore, le ultime performance contro Caracciolo e Toni ne sono una dimostrazione lampante. Menzione speciale anche per la diga di centrocampo. Gargano è la solita palla pazza, così efficace nel recuperare il pallone quanto pericoloso nell’ostinarsi a portarlo fino in capo al mondo; e per fortuna che c’è sempre qualcuno che ci mette una pezza. Pazienza, ad esempio. Il mediano sanseverino è stato grandioso, un pressing asfissiante (che ha mandato in crisi uno slow-motion come Veloso) unito ad un’insolita (per lui) abilità nella circolazione della palla: aperture illuminanti ad occhi chiusi, alla Liverani giusto per non scomodare un mostro sacro come Pirlo. Lo ribadiamo, un Pazienza così merita l’altra maglia azzurra, quella che Prandelli sembra voler dare a tutti tranne che ai partenopei. Per il resto, sottolineare la crescita costante di Hamsik e Maggio comparandola con i progressi della squadra sarebbe quasi come svilire il lavoro degli altri. Non è così, questa squadra non dipende dai singoli quanto piuttosto pende dalle labbra di Mazzarri, motivatore fenomenale e raffinato tattico, che è riuscito a trasmettere ai ragazzi la stessa personalità indomabile ed ambiziosa che lo contraddistingue. Il Maz nella sua carriera non ha mai perso, ogni progetto è progredito di pari passo al suo lavoro, lento ma tremendamente redditizio. Con risultati destinati a crescere ancora, se si ha la pazienza di credere in lui e il coraggio di rinforzargli ulteriormente la rosa.
Il nodo cruciale è proprio questo: con un organico obiettivamente povero di alternative e stressato da un calendario infame non si poteva fare più di così: neanche il pur ottimista Bigon avrebbe mai immaginato un finale di 2010 col Napoli secondo in classifica. L’idea era quella di intervenire a gennaio per inserire i tasselli giusti in vista della corsa all’Europa League. Ora invece i programmi cambiano necessariamente, visto il favoloso exploit a cui stiamo assistendo. Ora se si deve intervenire sul mercato lo si deve fare con obiettivi più ambiziosi, sperando che gli innesti risultino decisivi per l’obiettivo finale. Quale obiettivo? Non si può dire, con una squadra così e un tecnico così è lecito non porre alcun limite ai sogni…