UN RAGIONIERE IN FUORIGIOCO

Per trenta e più anni, di Mario Macalli ne hanno avuto notizia soltanto all’anagrafe di Crema. Al massimo, si leggeva di lui su qualche giornale lumbard che si occupava dei campionati minori, di una squadra che al giorno non esiste neanche più e di cui il "Ragioniere" era dirigente. Un (brutto) giorno, Mario Macalli è diventato presidente della Lega di serie C, ed ha così conquistato qualche trafiletto sui giornali nazionali. Sono passati tanti anni da quando il "Ragioniere" è su quella poltrona, ma mai prima d’ora aveva guadagnato le prime pagine dei quotidiani nazionali. E solo una chiassata in perfetto stile Macalli poteva consegnarlo agli onori delle cronache, per farlo conoscere anche a quanti, prima che Fiorentina e Napoli finissero in C, non avessero notizie del personaggio. Sentitosi improvvisamente il più potente dei meno abbienti del calcio, Mario Macalli ha preso coraggio quando ha visto che le sue dichiarazioni venivano prese in considerazione. Per farsi quattro risate, la gente spera che parli spesso. Sotto la presidenza di Mario Macalli, la Lega di C ha perso più squadre di tutti fra fallimenti ed esclusioni. E’ l’unica Lega ancora senza sponsor e, per organizzazione e capacità produttiva, è stata scalzata anche dalla più "povera" Lega di D, tanto che la Federcalcio è stata costretta a prendere atto della disparità di trattamento fra due mondi che si avvicinano sempre di più. Entro poco tempo, infatti, aumenteranno le retrocessioni dalla C2 alla D ed aumenteranno le promozioni dalla D alla C2, dopo che i dilettanti hanno avuto garantiti più posti della C in tempi di ripescaggi. Tutti schiaffi che la Lega di C ha preso sotto la presidenza di Mario Macalli, amante dei presidenti che investono la moneta per profitto e infastidito dal popolo che la moneta la perde per amore dei propri colori. Macalli ce l’ha da sempre con "il popolo della sciarpa", e infatti in serie C gli stadi sono sempre più vuoti. Eppure, di Macalli i tifosi di C sanno tutto. Sono capaci di disegnare una mappa delle sue amicizie e delle sue inimicizie, e di ricordare tutte le sue incaute uscite degli ultimi anni. Alcune di queste, se le sono segnate anche al Coni. Quando Gianni Petrucci ha invitato Macalli a stare zitto, lo ha fatto ricordando quanto il Ragioniere, nell’estate del 2004, definì "una porcata" l’iscrizione di Como e Viterbese, dopo che queste avevano vinto un regolare ricorso presso la Camera di Conciliazione e Arbitrato Coni. Un concentrato di arroganza che gli valse il deferimento, e Macalli tacque per qualche tempo. Ma il Ragionier Macalli è persona che non ha buona memoria, e che cambia spesso il suo bersaglio. Un giorno vuol mandare a casa i tifosi, un giorno i presidenti, l’altro i calciatori. Lui però sta sempre lì, la colpa è di altri se mezza serie C ha rischiato di sparire e altrettante squadre rischiano (parole sue) di fare la stessa fine la prossima stagione. Lui però non si dimette, perché il suo curriculum fa delle sue delle spalle molto larghe. Mario Macalli non è solo Ragioniere e presidente della Lega di C. Fra nomine e titoli, ha almeno un’altra decina di incarichi, e si porta dietro un passato che l’ha visto dirigente del Pergocrema, squadra della sua città. E’ proprio in Lombardia, e specialmente nel bergamasco, che Macalli ha sempre operato con un occhio di riguardo, anche se non sempre vi è riuscito. L’attenzione particolare che ha riservato alle squadre della sua terra non è passato inosservato. Per difenderne una, fece addirittura alterare il presidente della FIGC in un memorabile Consiglio Federale datato agosto 2002. Corsi e ricorsi storici: in quel caso fu abrogata ad hoc una norma che vietava ripescaggi consecutivi, perché di mezzo c’era l’Alzano Virescit, retrocesso dalla C1 alla C2 per la seconda volta di fila (troppo per una squadra che appena due anni prima era in serie B). Eppure, era chiaro che altre squadre vantavano diritti maggiori rispetto al già ripescato Alzano. E quando in Consiglio Federale Franco Carraro chiese al Ragioniere del perché di quella scelta, Macalli sudò e, contemporaneamente, sbottò: "Le altre hanno presentato domanda di ripescaggio in ritardo". Al termine della stagione successiva l’Alzano, dopo la quarta retrocessione di fila, preferì non scomodare il munifico Ragioniere e non si iscrisse al campionato. A Macalli il naso era già cominciato a crescere qualche anno prima, dunque nessuno si meravigliò. Fu un mese particolarmente caldo per il Ragioniere, che si trovò a gestire il caso-Fiorentina. Macalli è famoso anche per la sua litigiosità (e per le sue amicizie, come quella con il patron del Prato, club vicino Firenze), ed in quei giorni entrò in polemica con il prefetto Achille Serra, che aveva ricordato alla Lega che la Fiorentina avrebbe potuto portare problemi di ordine pubblico, se inserita in serie C2: "Più faranno pressioni e più otterranno l’effetto contrario. Con i ricatti non si va da nessuna parte. La Fiorentina sappia che dovrà adeguarsi alle nostre regole e non viceversa. Io ho 54 squadre iscritte al campionato di C2 e tutte rispettano le regole. Basta fare una piccola indagine presso i presidenti per capire che nessuno vuole la Fiorentina in C2, figuriamoci in C1. La partecipazione della Fiorentina non sarebbe da traino perchè il traino ce lo siamo fatti da soli pagando sempre con soldi veri, e quindi non abbiamo bisogno di nessuno. Piuttosto la Fiorentina cerchi di mettersi in riga velocemente". Sono bastati decine di fallimenti nelle stagioni successive per far cambiare idea a Mario Macalli, che ha accolto il Napoli come la sua gallina dalle uova d’oro (perché i soldi in serie C sono pochi e gli sponsor inesistenti), parcheggiata lontana dal girone A e dalla "sua" Cremona per evitare situazioni antipatiche. Eppure, dovette cambiare idea anche sulla Fiorentina, visto che quando i viola furono ripescati dalla C2 alla B non mosse un dito, nonostante pochi giorni prima avesse escluso l’ipotesi di un ripescaggio in serie B per "meriti sportivi" al posto del Cosenza "Per eventuali ripescaggi in B dovremo procedere in base alle graduatorie. La Fiorentina non c’entra niente, sta in C1. Il Pisa ha piu’ diritti". Accadde proprio così: la Fiorentina, pur "non entrandoci niente", finì in B; Pisa e Martina (perdenti dei play-off di C1) rimasero dov’erano, senza neanche la solidarietà di Macalli che la stagione successiva punì con la sconfitta a tavolino e con un punto di penalizzazione il Martina, che si rifiutò di giocare la prima gara contro il Giulianova. Mentre la Lega di A-B fu indulgente con tutti i club che non scesero in campo alla prima giornata (per la nota protesta relativa ai diritti Tv), non fece lo stesso Macalli, severissimo nei confronti di una squadra che avrebbe dovuto tutelare. Ma Mario Macalli dà il meglio di sé in estate. Memorabili le sue fughe dopo i Consigli Federali, eccellenti le sue entrate a Via Allegri dove si lascia andare a dichiarazioni in cui dà il meglio di sé. Tutti ricordano quel che disse il 23 giugno, data ultima per la consegna delle liberatorie delle squadre di C: "Chi non le ha portate ancora, perderà tempo a farle firmare. Chi non le ha portate va a casa, non raccontiamo barzellette". E a proposito, non si sa se sia una barzelletta, ma si dice che la chiassata fatta da Macalli sulle radio napoletane nasce da una partita di briscola persa dal Ragioniere, grande appassionato delle carte. E chissà che come premio di consolazione, al Ragioniere non sia stato regalato un sax. Lui in estate disse: "La C è in regola con i conti, io i conti li so fare, sono un ragioniere, mica suono il sax…". Infatti, due settimane dopo avrebbe proposto l’abolizione dei ripescaggi e la riduzione dei gironi. Proprio perché, l’anno prossimo, lo stesso Ragioniere prevede altri guai per la sua C. Strano, per una categoria con i conti a posto ma con squadre che lei definisce mediocri. Caro Macalli, potremo non essere d’accordo su quell’azione di Napoli-Torres. Di certo, lei è e sarà in fuorigioco. Per tutta la vita. E ascolti Petrucci: qualche volta, è meglio stare zitti, e non solo al Processo del Lunedì…

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