Troppa accademia, basta prendere troppi gol, la colpa è di Sarri o dei giocatori?

ACCUSA(PM Luigi Giordano)

 Questo Napoli non sa difendere,  oramai possiamo dirlo . Sarri presunto maestro della fase difensiva assieme al giocattolino drone non riesce a porre fine a questa emorragia che esiste da inizio stagione. La cosa grave che questi gol vengono presi soprattutto dopo che la squadra si trova in vantaggio. Sono tanti i casi in cui quest’anno la rimonta degli avversari spesso si è quasi concretizzata, da Napoli- Milan sia andata che ritorno, da Napoli- Benfica, da Napoli-Torino, da Roma- Napoli, da Real- Napoli a Napoli- Real, da Juve- Napoli di coppa ad ultimo Empoli- Napoli. Non è possibile che rispetto allo scorso anno questi difensori sono diventati dei brocchi(sono tutti nazionali) e hanno sempre dei cali di concentrazione. Il problema che questa squadra probabilmente fa troppo accademia, si specchia troppo, è figlia del suo allenatore che preferisce l’estetica alla concretezza. La squadra è lo specchio dell’allenatore, una persona non abituata a vincere in carriera e che non ha ancora capito che in serie A si vince prendendo meno gol e non facendone tanti. Fino a che Sarri non deciderà di difendere duro con aggressività e con giocate basate sulla concretezza, questo fatto di fare sempre sto calcio a due tocchi, di giocare con leggerezza e di fare i triangoli al limite della propria aera di rigore non è piu’ accettabile se non è produttivo di risultati da portare a casa

DIFESA(Avv. Antonio Lembo)

La gara di Empoli così come altre trasferte con il Chievo, la Roma e, in precedenza, anche il Milan, hanno evidenziato la difficoltà del Napoli nel saper gestire la partita ma lo stesso Sarri lo ha ammesso parlando di un aspetto su cui sta lavorando per migliorarlo ed evitarlo prima che diventi un marchio di fabbrica e si radichi nel DNA della squadra. Il gruppo in se ha un limite e su questo va studiato cosa sia cambiato rispetto allo scorso anno. Perchè ricodiamoci che a difendere sono solo centrali e terzini ma anche i centrocampisti e a volte gli attaccanti stessi. E rispetto allo scorso anno il centrocampo è cambiato molto in meglio certamente ma con degli automatismi differenti che lasciano spesso la difesa scoperta. Se il Napoli facesse davvero accademia, farebbe del palleggio il modo migliore per gestire il risultato ed invece i blackout come quelli di Chievo, Roma e Empoli, molto simili, sono stati dettati dal lasciare troppo palla all’avversario e dall’attendere nella propria metà campo. Ad Empoli, così come a Verona con il Chievo o contro la Roma, la chiave tattica è stata quella a centrocampo. Errori ancora una volta individuali che hanno “rotto” la linea azzurra evidenziando i limiti di alcuni interpreti che quest’anno stanno rendendo sotto le aspettative. Errori spesso nati da disimpegni come quelli di Diawara (a Empoli o a Verona) entrato in luogo di Jorginho che era stato uno dei pochi a far girare la palla velocemente tenendola debitamente lontana. Sarri ha amesso di aver sbagliato i cambi e questo è un punto importante da cui partire. Va migliorata la lettura delle gare più del resto proprio per non incappare in quegli errori individuali che sono mortiferi.

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