SVOLTA NAPOLI: ADESSO C’E’ UN TARGET!

Bando alle ciance, adesso si fa sul serio. Un piccola svolta al progetto è arrivata, almeno nelle dichiarazioni, non più di facciata con la calma apparente di chi accetta tutto con il sorriso. Adesso, e per la prima volta da quando il Napoli ha ritrovato la Serie A, c’è un obiettivo ben preciso da perseguire e raggiungere ad ogni costo. Aurelio De Laurentiis esce allo scoperto contro tutto e tutti con la schiettezza che lo contraddistingue: Napoli vuole tornare in Champions e lui vuole più del Napoli stesso. Sarà per un fattore economico, sarà per il prestigio, questo importa ben poco. L’importante è essere lì e tutto il resto è aria fritta. Tutto passa per Walter Mazzarri e chissà se i suoi stimoli da ultimo anno di contratto possano bastare.Le parole del patron azzurro, però, come spesso accade, non sempre vengono prese di buon gusto. Ma questa presa di posiziona cosa cambia? Si può raggiungere almeno il terzo posto? E Mazzarri, cosa ne penserà?Mettiamo da parte ogni forma di simpatia, antipatia, pregiudizio, zelo e quant’altro. Cerchiamo di valutare la situazione nella sua realtà che ci piaccia oppure no. E’ impossibile nascondere che il calcio italiano si ritrova in uno stato di frenetica caduta che porta ad un abbassamento qualitativo senza precedenti. Questa situazione, non nuova ma riconosciuta per volontà solo adesso poiché neanche le campagne elettorali possono fare molto, è dovuta da molteplici fattori come l’incapacità di gestire una società calcistica soprattutto nel suo aspetto economico, la consolidata mentalità italiana del tutto e subito che porta ad effettuare acquisti spropositati pur di raggiungere un obiettivo nell’immediato, mancanza di regole ferree soprattutto perché a pagarne le conseguenze sarebbero società amiche di amiche di simpatizzanti e così via, sia perché in questo mondo la figura del procuratore ha diventata dominante su ogni cosa. Spesso, infatti, le società sembrano essere schiave dei capricci costringendole a sborsare ingaggi a rialzo pur di non trovarsi sotto processo da parte dei tifosi. Per farla breve, ci vorrebbe una legge Bosman a parti invertite! Detto questo sarà più facile capire come attualmente la Serie A non veda una netta favorita rispetto alle altre ma solo per un eccesso di mediocrità generale che coinvolge tutti. Ad oggi, la Juventus campione in carica sembra avere una marcia in più rispetto alle altre perché ha rinforzato la rosa con Asamoah, Isla e Giovinco, ma basterà? Un po’ tutti restano con la mente alla stagione passata quando i bianconeri non avevano le fatiche europee, vivevano sulle ali dell’entusiasmo e godevano di un Andrea Pirlo deciso a conquistare l’ultimo palcoscenico prestigioso con la nazionale. Insomma, la realtà è che neanche la favorita, a dispetto dei soliti titoloni tristi e deplorevoli di buona parte della stampa nazionale, può cullarsi sugli allori anche perché se l’unico reparto che veramente necessitava di rinforzi quale la difesa vede l’arrivo di Lucio, 35 anni, a parametro zero e dopo i danni compiuti con l’Inter la scorsa stagione, allora non è che la dirigenza sia composta da nuovi sceicchi come fino ad oggi sono stati dipinti. Andiamo avanti e valutiamo le milanesi: l’Inter ha deciso di fare piazza pulita puntando sui giovani per un allenatore giovane. Chiaramente, seppure il progetto sembra essere la fotocopia di quello azzurro, in quel caso sembra essere la scelta maestosa e unica, ma in pochi vedono il grosso punto interrogativo che circonda l’intero ambiente. Al Milan, poi, la cessione di Thiago Silva e Ibrahimovic ha tolto il 70% del potenziale mantenuto solo dal sopravvalutato Robinho, dal perenne infortunato Pato e dal discontinuo Boateng. Ecco, in questo scenario anche il Napoli potrebbe ambire a qualcosa di sensazionale. Certamente, gli azzurri non propongono supercampioni in stile Barça o Real Madrid, ma quantomeno garantisce continuità e semplicità ad un progetto mai snaturato  proprio come fece lo stesso Barcellona qualche anno fa. Il problema, in tutto questo, resta il tecnico: la squadra è stata irrobustita da Gamberini e Behrami che restano calciatori funzionali anche se non di nome e, soprattutto, già formati proprio come chiedeva il tecnico. Ma la scarsa vena al cambiamento e il poco coraggio nel puntare sulla linea verde potrebbero causare grossi problemi al tecnico toscano sempre al confine tra amore e odio con il patron. Insomma, se il gruppo partenopeo è di livello 5, il campionato italiano certamente non arriva al livello 6 lasciando aperte tutte le porte disponibili. Pertanto, chi rischia di più in questo gioco delle parti, è il buon Walter consapevole di non poter fallire neanche con un rosa da quarto posto, un tetto ingaggi da settimo posto e il terzo tecnico più pagato della Serie A

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