Sulla scia del Monaco

La si potrebbe definire una favola, una leggenda, un vero e proprio miracolo sportivo. È la storia dell’A.S. Monaco, capolista della Ligue 1 e ad un passo da un’insperata qualificazione alle semifinali di Champions League. Una squadra del tutto innovativa, da qualche anno rientrata a far parte dell’elite delle big europee, guidata da Leonardo Jardim, 42 anni e di certo non abituato a reggere il peso delle tre competizioni. Eppure il club monegasco è riuscito nell’ardua impresa di portarsi fino in fondo in tutti i tornei stagionali. L’ultima pagina trionfale è stata scritta ieri al Signal Iduna Park di Dortmund, lì dove i biancorossi hanno avuto la meglio contro la corazzata Borussia. I segreti di tali successi sono sotto gli occhi di tutti: un delizioso mix di calciatori esperti, ma affamati di vittorie, e baby talenti cresciuti nel vivaio, desiderosi di mostrare la loro classe cristallina. La matematica ci assiste in tal caso, evidenziando una media età dell’11 titolare francese pari a 25,6, una sintesi ineccepibile di quanto detto in precedenza. Il trascinatore della compagine di Jardim è un 18enne, Kylian Mbappè, franco-camerunense, tesserato tra i professionisti soltanto nel marzo 2016; nel giro di un anno è stato in grado di portare i propri compagni alla vetta del campionato, al netto dei mostri sacri del PSG, con ben 12 reti siglate in 22 partite e alla conquista, quasi certa, delle semifinali della coppa continentale con 4 reti contro team del calibro di Manchester City e Borussia Dortmund. Al di là di Mbappè, è doveroso ricordare altre stelline, già da qualche tempo titolari fissi e patrimoni del Principato di Monaco: Lemar, 21 anni, e Bernardo Silva, 22,  elementi imprescindibili nel 4-4-2, con la loro tecnica sopraffina e una velocità ben oltre i limiti imposti dalla segnaletica, hanno già fatto stragi di emicrania sul territorio francese e non. In Italia, purtroppo siamo distanti anni luce da una mentalità del genere, un paese che fa affidamento sempre e solo alla consueta e “antiquata guarda”, anzichè lanciare giovani promesse, che non sono poche nel nostro territorio. Andando nello specifico ci proiettiamo in casa nostra, in cui sono sbarcati una quantità industriale di giocatori che in prospettiva sarebbero dovuti diventare dei cosiddetti “crack”. Il primo della lista è senz’ombra di dubbio Edu Vargas, classe ’89, e arrivato a Napoli forte dell’etichetta di secondo miglior calciatore sudamericano, dietro soltanto a uno qualunque, come Neymar. Mazzarri, in ben due anni, non ha mai concesso grandi opportunità al cileno, messosi in luce soltanto per la tripletta contro gli svedesi dell’AIK Solna; per il resto è rimasto a marcire in panchina mentre in Nazionale ha sempre realizzato caterve di gol. Come dimenticare il buon Victor Ruiz, attualmente pilastro della retroguardia del Villareal. Lo spagnolo era arrivato dal Valencia carico di aspettative, e invece ha disputato non più di 6 partite, talvolta anche inutili. L’ultimo oggetto del mistero è Alberto Grassi:10 milioni per un totale di 0 minuti in campo. La Primavera partenopea nel corso degli anni ha sfornato una miriade di talenti che sono al giorno d’oggi veri e propri desaparecidos: Tutino, Soma Novothny, Dezi, Maiello, Luperto, Roberto Insigne, Crispino…e chi più ne ha più ne metta. Nella nostra penisola domina una mentalità piuttosto chiusa, caratterizzata da frontiere ristrettissime. Tranne casi specifici, come il miracolo Atalanta, e il progetto giovani instaurato da un paio di anni dal Milan, in generale si manifesta fiducia 0 nei confronti dei ragazzi nostrani. Al giorno d’oggi il club di De Laurentiis ha in rosa ottimi prospetti come Diawara, ’97, Zielinski, ’94, Rog, ’95, Hysaj, ’94, Milik, ’94. Si tratta in ogni caso di calciatori che già avevano raggiunto un livello elevato all’interno delle loro squadre, e non sbocciati quindi direttamente dalle mani di Maurizio Sarri. Uno che tuttavia può realmente diventare un fenomeno nel Napoli è Leandrinho, anch’egli come Mbappè classe ’98. Il brasiliano è apparso nettamente di un’altra categoria, con 3 gol in 3 partite nella Viareggio Cup, e numerose realizzazioni anche in campionato. L’auspicio è che il tecnico di Figline, di comune accordo con la società, possa far emergere in breve tempo tutto il talento del baby Leandrinho. Osare si può, perchè anche a 18 anni si può essere fenomeni… sulla scia del Monaco, augurandoci un cambio di mentalità, associato a un avvenire che possa essere davvero proficuo e vincente.

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