Napoli' goalkeeper Pepe Reina Gonzalo during the Italian Serie A soccer match Napoli-Fiorentina at the San Paolo stadium in Naples, Italy, 18 October 2015. ANSA / CESARE ABBATE

Sfortuna o errori individuali? Il mistero dei goal subiti

La forma fisica è venuta a mancare sul più bello, e questo è sotto gli occhi di tutti. Nonostante questo, il Napoli impone comunque il suo gioco, costringendo gli avversari a chiudersi a riccio dietro la linea della palla. In poche parole, la sintesi delle ultime partite è sintetizzata in tal modo: ” Il Napoli fa la partita, gli avversari ripartono, e nelle poche occasioni da rete ci fanno goal”.
Basti pensare alle scorse quattro partite senza successi. A parte la gara di Torino, dove gli azzurri hanno tirato meno nello specchio della Juve, sono arrivate 4 conclusioni nella porta di Reina ed 1 goal; A Vila-Real 3 tiri in porta e 1 goal subito su punizione; In casa col Milan 2 tiri subiti e 1 goal; Infine in casa col Villarreal, 2 tiri subiti e 1 goal nato da un cross sbagliato.
Un dato però, accomuna questo Napoli con quello dello scorso anno, ovvero le conclusioni ricevute nello specchio. Napoli che terminò il campionato 12º per goal subiti, ma incredibilmente 2º per tiri ricevuti. Rispetto alla passata stagione, è cambiato allenatore, modulo e soprattutto il portiere, che tra Rafael e Andujar ha visto un bottino spaventoso di goal subiti: ben 54!
Tuttavia, un dato del genere non può essere attribuibile ad un solo giocatore, per quanto determinante sia la figura del portiere. Incassare pochissimi tiri indica per forza di cose una compattezza e una solidità di squadra tendenzialmente di ottimo livello. Soprattutto per una squadra come il Napoli, spesso definita nella gestione Benitez “troppo votata all’attacco”.
A questo punto, chiunque segua con passione e frequenza il Napoli, e sia dotato di onestà intellettuale, ne avrà già tratto che la spiegazione di questo rapporto così sbilanciato tra tiri e gol subiti può essere tranquillamente individuata in errori individuali, errori di posizione, in disimpegno e talvolta in fase d’appoggio da parte dei centrocampisti. Errori che offrono agli avversari chiare occasioni da rete. E il dato che stiamo esaminando lo conferma: pochi tiri, ma molti goal. E allora o il Napoli è sfortunato nel trovarsi di fronte avversari costantemente in giornata di grazia, oppure nei pochi tiri subiti, c’è stata una buona percentuale di occasioni da gol. La fortuna è certamente un fattore, ma non l’unico, non il più determinante. Non così spesso almeno.
Pertanto, un allenatore può organizzare una squadra e prepararla a tutte le evenienze possibili nell’arco di un match, ma di fronte all’errore individuale può solo alzare le mani. Dopo di che, il numero di errori individuali, può diminuire soltanto in sede di calciomercato.
Ma questa è un’altra storia…

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