SENZA PAURA, MA USIAMO LA TESTA
La rinascita è ormai avvenuta, inutile negarlo. Il carattere, tenuto troppo a lungo nascosto, è finalmente emerso portando con sé entusiasmo e punti preziosi. Il Napoli targato Mazzarri è un Napoli maschio, con gli attributi. Nessun timore degli avversari, nessuna paura in mezzo al campo: solo il giusto rispetto che si deve ad ogni squadra. Di nuovo undici leoni, di nuovo una squadra compatta in cui tutti remano nella stessa direzione. A lungo in passato si era parlato di un gruppetto sudamericano, ma la risposta più dolce a queste critiche è arrivata proprio dal gol di Mariano Bogliacino, emblema di questa rinascita azzurra. Lui, che è stato sempre muto e mai irrispettoso verso la piazza, è il simbolo della vittoria del gruppo che ha ritrovato un carattere e nuovi stimoli. Ma l’ambizione, come a Napoli bene ricordano, è un’arma a doppio taglio. Non è mai un peccato ricordare la burrascosa caduta della fine dello scorso campionato. Un filo sottile divide il successo dall’insuccesso, mister Mazzarri lo ripete sempre ai propri giocatori. Il Napoli percorre oggi questo filo, pericolosamente. Mai abbassare la testa, mai credere in facili vittorie: questi i dictat dell’allenatore toscano. L’aggressività di questa squadra è testimoniata dai numeri, dalle occasioni, dai risultati. L’armonia dei movimenti e l’apparente semplicità di gioco non devono però distogliere l’attenzione dalle preoccupanti espulsioni delle ultime settimane. Prima Rinaudo provocato da Cruz contro la Lazio, poi Contini per le proteste sul “generoso” rigore concesso al Parma ed infine Lavezzi nello show dell’ultima di campionato a Cagliari. Saltano i nervi a questo Napoli, eppure sembra strano guardando la classifica e la striscia di otto risultati utili consecutivi. Ma analizziamo meglio questa situazione. Il bicchiere come al solito è mezzo vuoto e mezzo pieno. Le due espulsioni, di Rinaudo prima e di Lavezzi poi, sono il frutto di due provocazioni che comunque non possono e non devono giustificare comportamenti non regolamentari. L’espulsione di Contini è invece molto più significativa. La voglia di non pareggiare una partita, quella di Parma finita poi 1-1, e di conquistare punti in prospettiva Europa League rappresentano il chiaro segnale del forte impatto che ha avuto Mazzarri sulla squadra. Non più giocare per pareggiare, non più chiudersi in difesa. A volte però eccessi come questi possono costare caro, ma danno l’idea dello spirito che accomuna calciatori ritrovati, come Pazienza, come Aronica, come Datolo o Denis.
Il sentirsi parte di un gruppo, di un progetto ambizioso ed importante crea motivazioni, fortifica i calciatori accrescendo la propria autostima. Tutti cercano di dare il massimo, che sia una partitella di allenamento o campionato poco importa. Ma le troppe ammonizioni ed espulsioni suonano come un campanello di allarme per lo staff di Mazzarri, che è chiamato a questo punto a correre ai ripari. Nessuna sciocchezza può essere più ammessa in un momento cruciale della stagione. Con una classifica estremamente corta, con sette squadre in due punti, sarebbe ingiustificabile perdere punti preziosi per qualche assenza di troppo. Usare la testa, imparare dai propri errori ed essere sempre lucidi: non serve altro. Limitare il numero di gialli evitando magari esultanze condite da striptease, o limare le proteste nei confronti dell’arbitro delegando il solo capitano porterebbe sicuri vantaggi nell’economia di un intero campionato. Imparando dai propri errori, la piazza napoletana è quest’anno più umile e matura per affrontare un campionato di vertice senza creare troppe pressioni a calciatori ed allenatore. Il 2010 sarà l’anno della svolta, dove non sarà più concesso soffrire di vertigini.