ROBERTO SOLDADO, IL GUDARI SOTTOVALUTATO. SAREBBE L’OTTIMA ALTERNATIVA AD HIGUAIN

Fare il centravanti, il delantero nel calcio moderno non è certo facile. Farsi notare non solo con i gol è decisamente difficile. Essere preso in considerazione in un’epoca costellata da fuoriclasse come Messi, Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo è praticamente impossibile. Il classico numero 9 ormai non basta più, il pubblico vuole vedere la giocata ad effetto, la magia che illumina la scena e la prodezza che sancisce la gloria. Dura vita per chi come Roberto Soldado è il centravanti perfetto, bravissimo in tutto ma senza quell’eccellenza che potrebbe portarlo ad una maggior considerazione da parte di pubblico e stampa. Attenzione, non parliamo di un attaccante qualunque, ma di quel classico giocatore che permette con i suoi movimenti e il suo lavoro di valorizzare i compagni che gli giocano attorno senza disdegnare ovviamente la zona gol. Un curriculum perfetto per intraprendere il ruolo di vice-Higuain che tanto servirebbe al Napoli. Anche perché Soldado di gavetta ne ha fatta e tanta.

 

GLI INIZI – Classe ’85 a 15 anni entra nei radar del Real Madrid che lo preleva dal Don Bosco club dell’area valenciana. Subito si mette in mostra perché vince un Europeo con l’Under 19 nel 2005 e l’anno dopo esordisce anche in prima squadra realizzando due gol, uno in Champions e l’altro in Copa del Rey. Niente male per un ragazzino che continua a segnare anche nel Castilla, la squadra B del Real, tanto da laurearsi vicecapocannoniere di Segunda con 19 gol.

Bravo a difendere palla e nel gestirla, buon fisico in grado di proteggere il pallone e uno scatto non bruciante ma sicuramente in grado di mettere in difficoltà il proprio marcatore. E’ proprio in questi anni che Soldado affina le sue doti di delantero. Dato il poco spazio a Madrid, viene girato in prestito all’Osasuna dove realizza 11 gol. Qui arriva la prima frenata nella sua carriera, tutta colpa di una dirigenza decisamente poco lungimirante. Viene riportato a Madrid ma raccoglie solo 124 minuti, un passo indietro proprio in una fase cruciale del suo sviluppo. 

 

GETAFE IN CRESCENDO – Nell’estate del 2008 decide di comune accordo con il club di andar via. Lo aspetta il Getafe che sborsa 4 milioni di euro per il suo cartellino. Nella prima stagione mette a segno 13 gol con la chicca della tripletta rifilata allo Sporting de Gijon partendo dalla panchina. I suoi gol permettono di raggiungere la salvezza al Getafe che capisce di avere in casa un vero talento. I tifosi lo chiamano “Gudari” (traduzione letterale di “soldato” in euskara, soprannome dei tempi dell’Osasuna) e lui continua ad alzare l’asticella. Diventa l’incubo del proprio marcatore, difficilissimo da anticipare e con un sesto senso straordinario. Riesce ad inquadrare la porta in qualsiasi posizione del campo, di testa, di piede o in acrobazia. Proprio nella sua seconda stagione al Getafe regala perle indimenticabili come il destro al volo contro il Xerez o il gol nella semifinale di Copa del Rey contro il Sevilla, di testa sull’angolo opposto. 

 

IL VOLO DEL PIPISTRELLO – Le sue prestazioni attirano le attenzioni del Valencia che decide di puntare su di lui per sostituire David Villa, il suo cartellino costerà 10 milioni. Roberto è felice di tornare nella sua città natale, ci resterà per tre anni. Nella prima stagione mette a segno 25 gol trascinando la squadra alla qualificazione diretta in Champions League. Nel 2011-2012 debutta con 3 gol e un’autorete contro il Racing in una vittoria per 4-3. Chiuderà con 17 gol nella Liga vincendo il Trofeo Zarra come giocatore spagnolo che ha siglato più reti nella stagione, ma soprattutto con i suoi 11 gol in Champions League diventa il massimo goleador della storia del Valencia nella competizione europea. Nell’ultima stagione raggiunge il punto più alto della sua carriera, per ora. E’ il primo spagnolo a segnare due triplette in Champions, incanta realizzando uno stupendo gol al volo contro l’Atletico Madrid e chiude realizzando il suo 101esimo gol nella Liga. Il Valencia inizia a stargli stretto e così il Tottenham decide di pagare l’intera clausola rescissoria e portarlo in Inghilterra. 

 

FURIA ROSSA NEGLI SPURS – Veste la nuova maglia con entusiasmo andando a segno al debutto ma con il tempo paga la stagione negativa della squadra di White Hart Lane e mette a segno 12 gol compromettendo forse la sua convocazione per i Mondiali. Soldado ha una lunga tradizione con la sua Nazionale avendo segnato 23 gol e giocato a tutti i livelli, ma la concorrenza è tanta e il suo rapporto con le Furie Rosse nella Nazionale maggiore è sempre poco continuo. 

Arriviamo ad oggi dove Soldado sembra pronto a cancellare l’esperienza inglese e sbarcare in una nuova piazza, sempre da soldato che si sacrifica per la squadra e sempre con le stesse capacità che lo caratterizzano, quella di sorprendere le difese con i suoi movimenti e con il suo innato senso del gol. 

 

 

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