Alla ricerca della semplicità
L’incontenibile voglia di strafare, di dimostrare ancora una volta di poter esser titolare indiscusso senza assaporare troppo la panchina. La stagione di Dries Mertens è un’altalena di pensieri, prestazioni e parole. Quelle del suo procuratore a metà gennaio “Benitez è un grande nome, un allenatore altisonante, ma la situazione è particolare perché vorrei che lo spagnolo facesse giocare di più Mertens” avevano un po’ indispettito il tecnico spagnolo che prontamente aveva bacchettato in conferenza stampa l’agente e il calciatore belga “La nostra forza deve essere la concorrenza tra i calciatori”. Già, la concorrenza, quella che forse Mertens non riesce a sostenere e che vuole affrontare a viso aperto, in ogni occasione, dimostrando di essere indispensabile quanto e più dei suoi compagni di squadra. E nasce proprio da questo atteggiamento, l’eccesso di foga con il quale ieri ha atterrato Missiroli e si è “guadagnato” il cartellino rosso dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo. Un’azione sciocca, ingiustificata che poteva mettere in difficoltà gli azzurri.
Il belga non ci sta, non ama questa condizione e anche nelle partite precedenti lo aveva dimostrato. A Trebisonda le innumerevoli occasioni da gol costruite, il rigore sprecato e un innato egoismo sempre alla ricerca di una giocata spacca-partita, così come a Verona dove aveva la possibilità di vivere una giornata di gloria contro il non irresistibile Schelotto. E invece ecco la prestazione abulica, sempre proteso all’individualità e mai al gioco di squadra. La strada intrapresa dall’ex PSV non è quella giusta. Benitez, da buon educatore, ha provato a giustificare il suo giocatore dopo l’espulsione di ieri appellandosi alla sua voglia di fare. Quella voglia che paradossalmente però sta diventando più difetto che pregio.
Eppure tranne a Verona, contro il Chievo, il belga è sempre riuscito a mettere la sua zampata sulla partita: gol al Parma, assist contro Cesena, Juventus, Lazio e Udinese. Insomma i numeri ci sono, la soluzione è a portata di mano. Pochi virtuosismi, più sostanza, al bando gli egoismi e largo alla semplicità. E’ questa la ricetta per recuperare un giocatore talentuoso che ha solo bisogno di tranquillità, ma soprattutto di instaurare una fruttuosa concorrenza con il pacato Gabbiadini, il versatile Callejon e il tanto atteso Insigne. Dries potrebbe proprio apprendere da Lorenzo la strada giusta da intraprendere. Anche il ragazzo di Frattamaggiore ha vissuto una condizione simile ma con lavoro e abnegazione è riuscito a convincere gli scettici, puntando proprio alla semplicità. Benitez ci crede ma il belga ora deve dimostrare di essere all’altezza della situazione: più sacrificio in copertura e più sostanza in avanti.
Il tempo passa e le occasioni da sfruttare si riducono sempre più.