QUESTIONE DI STILE VERA E PRESUNTA…
Juventus versus Napoli. Non è solo una sfida di campionato, non è solo lo scontro diretto tra due squadre al vertice, appaiate, lassù, a pari punti ma con armi ben diverse. Il faccia a faccia ha sempre un sapore diverso. Loro, testimoni del Nord, l'altra rappresentante del Sud. Valutando nel particolare, un po' dal punto di vista storico, un po' dal punto di vista sociale e calcistico, Juventus – Napoli è il vero derby d'Italia. Una con la maglia bianco e nera, senza una vera città (Torino è più che altro acquisita) e con tanti scheletri nell'armadio; l'altra bandiera e speranza di una terra disprezzata, stuprata, derisa e fin troppo importante per poter lascarla andare, finalmente, un secolo e mezzo dopo.La prima squadra del Nord contro la prima squadra del Sud, è tutto dire. Purtroppo, ormai è una consuetudine, quando sono di mezzo di loro, quelli con la maglia bianca e nera, l'aria diventa pesante e sgradevole perchè gli scheletri nell'armadio aumentano sempre di più.
Dove c'è Juventus, c'è anche qualche "magagna" nascosta e nemmeno così bene. La lunga vigilia doveva essere magari salutare o un momento per recuperare le forze, invece si è trasformata in una minestra di veleni mescolata dalla vecchia signora spostando l'attenzione sul Napoli e il suo "vittimismo" di quartiere.Mescolando, mescolando, Antonio Conte ha pensato bene di alzar su il telefono per i convenevoli a Cesare Prandelli e, già che c'era, ha lanciato la richiesta, la minaccia, la battuta, chissà, sul preservare i suoi campioncini, tanto ci pensano i giornali a far credere di essere superiori e indistruttibili. D'altro canto, il terzo incomodo, il Ct, ovatta i bianconeri, leggera sgambata alla "volemose bene". Eppure la nazionale si sta giocando la qualificazione al mondiale di Brasile 2014 passato in secondo piano quando di mezzo ci sono loro.
Loro, si, arroganti e illusi. Leonardo da Vinci diceva: " Il mezzo più efficace di ottener fama è quello di far credere al mondo di esser già famoso" e loro, questa possibilità, ce l'hanno eccome tanto qualche penna ubriaca è sempre pronta a sorreggerli e dipingerli per ciò che non sono e quando non basta, perchè la puzza della paura è talmente forte da arriva fin quaggiù, allora si cambia strategia buttando zizzania e allusioni come nel caso di Insigne e Cavani. Nella giornata di ieri, infatti, molti otorini del Sud hanno registrato un boom di pazienti e la maggior parte arrivavano per un motivo: hanno ascoltato Insigne da reti private e hanno letto, il giorno dopo, l'artiolo corrispondente sulla Gazzetta dello Sport, così si sono preoccupati e hanno chiesto lumi alla scienza.
Alle telecamere, il piccolo Lorenzo sorride e parla serenamente, lascia capire e lo dice chiaramente che Edinson Cavani, professione stella inarrivabile per la Juventus, è l'anima, il trascinatore, l'emblema della fame azzurra, eppure sui giornali, anzi, sul giornale è un Lorenzo che digrigna, sbuffa e alza la voce. Magari, se proprio si voleva creare scompiglio, poteva essere fatto meglio chiedendo consiglio ad esperti, quelli con la maglia bianca e nera.
Intanto, a grandi colonne si legge di una Juventus super forte, con il futuristico stadio di proprietà, unica in Italia! Peccato che la cattedrale nel deserto, da appena 40 mila spettatori, non basterebbe neanche ad ospitare la tifoseria azzurra abituata a numeri anche più alti. Oltretutto, e questa è la cosa più bella, la tanto decantata strategia di Agnelli e Marotta "gode" di un buco economico da 70 milioni di euro, una falla tenuta ben nascosta da un cespuglio.a sfida, poi, è stata programmata per sabato alle 18 visto l'impegno Champions della Juventus. Una sfida tanto importante relegata ad un orario strambo così mentre loro, figli di papà dai guanti bianchi, vengono imballata e rispediti freschi freschi, l'altra ha un tour de force incredibile tra viaggi e voli intercontinentali.Lo stile, infine, cos'è? Cosa significherà mai questa parola? Per loro, lo stile, è avvalersi di temporaneo Alzheimer per non ricordare farmaci e telefonate. Questo è il loro stile, ti sgambettano con stile, ma difficilmente incassano con stile. E' proprio con quello stile che la Supercoppa ha preso strada a Torino, rapita dall'insaziabile voglia di farsi dipingere come divinità e mentre il perbenismo si fa strada accompagnata dalla falsa ipocrisia, l'altra si vede addirittura deferita per non aver partecipato ad una farsa annunciata. Vittime, come al solito, di un sistema omertoso e campanilistico, fatto di clientelismo e arroganza. "Dovevano partecipare alla premiazione", parlano i professori, "è già abbastanza se siamo rimasti in campo per i supplementari" rispondono gli alunni stanchi di sopportare chi è stato messo lì per raccomandazione!
Ecco, questo è il quadro generale e soltanto accennato. La chiosa è dedicata qualche blog che si spaccia per quotidiano sportivo di cui non facciamo nome per non portare i lettori a perdere prezioso tempo: loro parlano di vittimismo, loro parlano di troppe chiacchiere e polemiche, loro parlano di pianto. Loro che dovrebbero spiegarci cosa ci fa il preparatore atletico di Nadal nello staff della Juventus, quel Julio Tuop Fajardo dalla bella reputazione in Spagna, Inghilterra e…in farmacia!