PROVACI ANCORA, NAPOLI

Anche se alla fine della stagione regolare mancano poche domeniche, il Napoli sta imparando a soffrire. Meglio tardi che mai, se i punti a disposizione sono ancora 27 e se la palla resta ancora rotonda. Edy Reja va per i sessanta, e con la sua esperienza è riuscito laddove il suo predecessore aveva miseramente fallito. Ha fatto del Napoli una squadra cinica e capace di sopportare la rogna che l’avversario ti attacca. In terza serie, difficilmente come altrove, bisogna saper resistere a mastini di razza che ti mordono le caviglie. Gente grezza, ma che sa fare male. Di squadre con queste connotati, il Napoli ne ha superate due nelle ultime settimane. Spal e Chieti tecnicamente valgono poco, ma si leggano i rendimenti e poi se ne traggano le conclusioni. Si parla di fortuna, c’è un fondo di verità anche se non assoluta. Vincere cinque volte in sei gare è invece un dato inoppugnabile. Oltre le sterili e vane ambizioni di esteti del calcio, il Napoli conquista punti. Il bel gioco non lo si potrà vedere neanche in primavera, quando forse la squadra potrà almeno avere la pretesa di giocare come una formazione di B. Fino a quel momento, ben vengano prestazioni come quelle contro la Spal o contro il Chieti. Napoli brutto, Napoli pragmatico: sei punti voleva, sei punti ha conquistato. Già. Un vecchio saggio dice che i campionato si chiudono quando alle spalle ci sono tante partite giocate e davanti non ve n’è nessuna. Il Napoli è terzo, un obiettivo minimo visto il passo. La vetta dista nove punti, forse dodici visto che il Rimini dovrà recuperare il derby contro una Vis Pesaro che domenica si gioca la stagione. Eppure in vetta nessuno sta meglio del Napoli. Il Rimini si è inceppato, non è più quello di una volta. Insieme ai biancorossi, ha rallentato l’Avellino. Certo, prima di Benevento veniva da sei vittorie ed un pareggio. Ma una sconfitta spesso è rovinosa, soprattutto per come è arrivata in Irpinia, in un derby che Cuccureddu pensava di avere già in tasca. Il tecnico sardo domenica era in panchina senza gli occhiali da sole: non si è rimirato allo specchio, ha capito che qualcosa non era andato; ma ha preferito altro all’autocritica. S’è lamentato del terreno di gioco, lo stesso sul quale ha vinto il derby contro il Napoli. S’è lamentato della condizione dei suoi, la stessa con la quale ha vinto il derby contro il Napoli. S’è lamentato che a Chieti hanno annullato un gol per fuorigioco, dimenticandosi di come la sua squadra ha battuto il Foggia. Ma sono veleni che logorano chi li produce, non certo chi li ascolta. Il Cuccu, e con lui l’Avellino, rischia la crisi di nervi mentre il Napoli ha la stessa tranquillità di Reja. Il morso e i morsi ricevuti al Partenio, velenosissimi, stanno facendo l’effetto al contrario: gli azzurri hanno trovato nella tranquillità e nella pazienza il miglior siero. La spavalderia porta invece a molto poco, tanto che la Montevergine che Pavarese doveva scalare in segno di vittoria, sembra ora molto più pesante di quanto non lo era la sera del derby. Crederci, per il Napoli è un dovere, quale che sia l’obiettivo che verrà raggiunto alla fine del campionato. Mattone dopo mattone, si può ancora costruire qualcosa di importante. Provarci è d’obbligo.

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