PAROLE, PAROLE, PAROLE…
Parole e fatti. L’uomo è un animale intelligente, l’istinto riesce a soffocarlo; spesso l’intelligenza è più utile quando ci sono microfoni aperti o penne calde pronte a tracciare linee guida. Parole e fatti, è il caso di Edoardo Reja, tecnico navigato, forse anche troppo, pronto a mettersi in discussione per poi inserire la retromarcia, una ne fa e cento ne pensa, a volte quella che fa non sempre paga. Lo scorso anno, per il campionato di serie B, il tecnico era pronto ad inserire un Napoli a trazione anteriore con un 4-3-1-2 incastrando Bogliacino davanti alla difesa e De Zerbi dietro Bucchi e Calaiò, ipotesi portata avanti per solo un mese poi il dietro-front trasformando il Napoli in una muraglia difensiva con centrocampisti di rottura e esterni bassi, ma non sarà un caso isolato. Fabio Gatti, centrocampista, uomo che con Reja vagava tra tribuna e panchina da spettatore, poi improvvisamente diventa il perno centrale della mediana rimpiangendo la sua assenza nella gara di Crotone, quindi ennesimo dietro-front con Gatti che torna in panchina, in tribuna fino a cederlo senza troppi patemi; ennesimo dietro-front arriva durante il campionato di Serie A: Reja promise “mai più giocatori fuori ruolo” e invece la smentita arriva in modo feroce nel mese di gennaio schierando Mannini, un centrocampista offensivo con caratteristiche che lo portano ora ad accentrarsi per assistere le punti, ora a guardare il fondo per crossare, è stato costretto a travestirsi da vice-Savini mentre a Genova con la Sampdoria oltre a Mannini, fuori ruolo si ritrova anche Pazienza così come Hamsik e Blasi. Parole e fatti che si susseguono in continuazione nella settimana che porta alla sfida contro Cassano e compagni, il Napoli è trucidato dalle assenze e Reja, da gran condottiero, dichiara che “non esiste emergenza” sottolineando l’ampiezza della rosa e la sua competitività, e invece a fine gara è lo stesso tecnico ad evidenziare le varie assenze.
Allo stesso tempo dopo Napoli- Catania, Reja affermò che Calaiò era il vice Lavezzi, salvo poi non farlo giocare a Siena quando l’argentino è mancato, così come era già accaduto con il Livorno in casa. Manca un terzino sinistro, Reja adatta Savini, in conferenza stampa alla presentazione degli acquisti di gennaio, dice che il ruolo di terzino sinistro anche in una difesa a quattro lo può fare Domizzi o anche Rullo. Ebbene a Genova con Savini e Domizzi out, mica il buon Edj ti mette l’ unico terzino di ruolo mancino presente in rosa? No, invece del bistrattato Erminio pensa di schierare terzino l’ offensivo Mannini che mai ha giocato in quella posizione. Non c’è che dire, che bello schiaffo alla coerenza, e soprattutto idee chiarissime.
Parole e fatti, il giorno della presentazione dei nuovi acquisti, il tecnico sbandierò ai quattro venti la volontà di trasformare il modulo da 5-3-2, pardon, da 3-5-2 a 4-3-3, ma naturalmente sono solo parole perché i fatti tardano ad arrivare ancora, vuoi per infortuni, vuoi perché l’asfissiante voglia di sottolineare gli errori sui gol subiti piuttosto che evidenziare la scarsa modalità offensiva, vanno a testimoniare che il modulo difficilmente verrà cambiato in modo così repentino. Parole e fatti, tante parole pochi fatti perché tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare…di paura!