Un pari con il “solito” amaro in bocca

La dolcezza lascia il posto alla rabbia per l’ennesima rimonta subita dal Napoli in una gara che fino al 65′ era tutta nelle mani degli azzurri.

“Errare human est, perseverare autem diabolicum” mai più azzeccata fu questa locuzione latina scritta a pennello per l’ennesima rimonta subita dal Napoli in una gara che doveva segnare la svolta del campionato. Come all’andata ancora un pari regalato all’Inter. Troppo ghiotta l’occasione stasera per portarsi a meno due dalla Roma e forse troppo buona la gara del Napoli fino al due a zero tanto da far credere a tutti che al 20′ del secondo tempo la pratica fosse chiusa. Masticava amaro in panchina Mancini ma gli azzurri si abbassano e restano molli ad attendere l’Inter regalando prima il gol a Palacio con una “fagiolata” in piena aerea e poi Henrique si perde il suo diretto avversario per il più classico dei falli da rigore che Icardi trasforma con il cucchiaio a tre minuti dalla fine sbeffeggiando anche Andujar. E’ questo il finale amaro di una gara finite due a due…ma non ditelo a chi ha spento la televisione al 65′ insieme ai giocatori del Napoli. Nessuno vi crederebbe, neanche i giocatori stessi con cui Rafa non dovrà di certo essere benevolo. Eppure questa doveva essere la serata della consacrazione. Inler stava giocando forse una delle sue migliori gare cercando di non far rimpiangere la forzata assenza di Gargano e Hamsik e Mertens stavano ispirando al meglio un volitivo Higuain. Proprio il Pipita nel primo tempo, con ben quattro occasioni limpide. avrebbe potuto portare gli azzurri in vantaggio ma per ben due volte Handanovic ci ha messo i guantoni. Ad inizio ripresa la girata di testa di Marek su splendido cross di Henrique sembrava legittimare un meritato vantaggio dopo il primo tempo dominato dagli azzurri. Inter annichilita e stesa poi dal 2-0 firmato Pipita Higuain con un gol che farà da spot per molte partite. Poi il buio….Benitez e i giocatori spengono l’interruttore. Mertens chiamato fuori per dare corsa al centrocampo con De Guzman, Callejon lasciato per chiudere a destra ma puntulamente passato e incapace di ripartire, Hamsik sacrificato per mettere Gabbiadini in un momento in cui forse si poteva attendere un cambio più ragionevole. Rafa alzerà la voce a fine partita e in settimana, ma stavolta forse la sveglia dovrà darsela anche lui insieme ai suoi. La Marcia su Roma inspiegabilmente fermata non tanto per la paura di vincere, quanto per la troppa certezza di averla già vinta e di averla già archiviata a più di mezz’ora dalla fine. Ma non ditelo a chi ha spento la luce e la televisione, potrebbe pensare che siete “diabolici” a credere che ancora una volta il Napoli si è fatto rimontare sul più bello.

Antonio Lembo

Laureato in Ingegneria Elettronica nel 1999 e Giornalista Pubblicista dal 1996 grazie all'esperienza formativa in Rotopress.

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