QUATTRO SQUILLI NEL DESERTO

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Bello, tre volte bello. Torna il Napoli bello di notte ed è già una notizia, viste le ultime deludenti prestazioni in serale. È bello assistere ad una goleada dopo tanto tempo, quattro gol insieme al San Paolo non si vedevano dai tempi della B (4-1 al Treviso all’esordio, ndr). Il terzo bello, il più bello di tutti, ce lo lasciamo alla fine, così possiamo concentrarci un po’ su quanto visto in campo. Allora stop all’aggettivo bello ripetuto fino allo sfinimento, le sensazioni lascino il posto alle azioni.

Il primo dubbio da risolvere è se stasera fosse troppo forte il Napoli o troppo scarso il Bologna. Una squadra palesemente in ferie (non pagate), quella rossoblu, lo dimostrano le dormite colossali su un paio di gol e molte altre azioni non concretizzate al meglio dai partenopei. Non si può prendere un gol dal corner al pronti-via, con i calciatori che in teoria dovrebbero essere carichi e concentrati; significa non solo essere rimasti negli spogliatoi, ma anche lasciare per 90’ al Napoli ciò che sa fare meglio: controllo del gioco e ripartenze mortifere. Così è stato quando è andato a segno Marek Hamsik (a proposito, lui e Maggio finalmente sono tornati), così era stato anche su un paio di svarioni clamorosi pochi minuti prima. Stesso copione nella ripresa, con Campagnaro e Pazienza a spasso in area di rigore e le belle statuine bolognesi che li guardavano manco si fosse a Castelvolturno a provare lo schema. Buone notizie da Sosa, decisivo nel gol di Cavani, e da Maiello, una manciata di minuti con grande personalità per lui. Ma la chiave di lettura migliore la offre di certo il centrocampo. Non è un caso se il Napoli ha sfondato, caso insolito, maggiormente per vie centrali. Lì in mezzo il Bologna ha provato una nostalgia canaglia per gli unici due veri mediani a disposizione, Mudingayi e Perez. Malesani ha dovuto schierare un adolescente a vertice basso, per quanto Khrin possa essere una promessa. Un altro ragazzino (Della Rocca) a coprire le spalle del terzo baby, il pur talentuoso Ekdal che non ha visto una sola palla. Salsicciotti succose per i cagnacci Gargano e Pazienza, che hanno passeggiato sulle scarpe dei tre giovani colleghi, dominando la mediana e quindi l’intera gara. E se lì davanti Cavani è puntuale come l’esattore delle tasse, in difesa si trema un po’ per Cannavaro (Cribari non dà l’affidabilità necessaria per sostituirlo) ma si sorride per l’ottima prova di Santacroce, la seconda consecutiva. Se Mazzarri ritrova il vero Leoncino farà un salto di qualità enorme in terza linea, e l’atteso difensore di gennaio sarà soltanto un puntello importante ma non indispensabile.

Ci siamo lasciati il dolce alla fine, come si confà a tutti i banchetti che si rispettino. Dolcissima è la classifica, che vede il Napoli terzo dietro soltanto a Milan e Lazio, con un parterre di tutto rispetto ad inseguire. Juve, Roma ed Inter, con quest’ultima a ben quattro punti dagli azzurri. Se non è un miracolo poco ci manca, se non altro è un messaggio chiarissimo che deve recepire innanzitutto la dirigenza: quest’anno i valori sono cambiati e non ci sono squadre in grado di ammazzare il campionato né la zona Champions’. Il mercato di gennaio è un’occasione succosa, da non perdere per niente al mondo. Con tre innesti, uno per reparto, nessun traguardo sarà precluso, e un campionato già bello potrà diventare bellissimo, se non addirittura straordinario.

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