Oro nero

Inutile negarlo, Amadou Diawara è il profilo perfetto per il patron Aurelio De Laurentiis. Giovanissimo (19anni), pagato abbastanza, ma non troppo, stipendio che rientra nei parametri societari, già pronto per giocare ad alti livelli, cazzuto, gagliardo, potenzialmente campione e sicura plusvalenza. Arrivato per 15 milioni dal Bologna non ha destato tanto entusiasmo nella platea partenopea. Che fosse bravo c’era da scommetterci, ma il guineano ha stupito tutti, Sarri compreso. Amadou esordisce nella sfortunata notte di Champions contro il Besiktas, e quella fu l’unica nota positiva. Da quella gara ha scalato le gerarchie, facendo di un solo boccone l’italo-brasiliano Jorginho, che tanto bene aveva fatto lo scorso anno. La differenza sta tutta nel dinamismo e la velocità di pensiero, rispetto a Jorge Luiz, Diawara assicura anche una maggiore copertura in fase difensiva, essendo si regista, ma anche un ottimo intenditore, facendolo preferire al suo compagno di ruolo. Definito folle da Sarri, per la sua personalità da vendere, ha affermato: “Non so se sto ragazzo ha enorme personalità o non è consapevole di quello che sta facendo. E’ entrato anche in Champions come se giocasse la partitella del giovedì”
Adesso è un punto fermo del centrocampo azzurro, attirando su di se già gli occhi dei più prestigiosi club europei. La clausola che pende su di egli è di 55milioni valida solo per l’estero, onde evitare un Higuain bis.
La Roma di Walter Sabatini lo aveva praticamente opzionato, Diawara intanto decise di non prender parte al ritiro del Bologna restando in Guinea. Il Napoli, sotto traccia, decise di entrare poi in scena. A fine agosto, 15 milioni decisero la trattativa. Diawara in Campania, per integrarsi a piccoli passi e dosi nella formazione di Sarri. Solo che quegli step son diventati poi falcate. Dalle promesse alle realtà…al presente. A un posto da titolare conquistato a suon di prestazioni, a neanche vent’anni da compiere.

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