Dove eravamo rimasti?

4 ottobre 2015, esattamente un anno fa il Napoli espugnava San Siro con uno storico 0-4. Protagonista assoluto di quella gara fu Lorenzo Insigne, che con una fantastica doppietta ammutolì la scala del calcio rossonera, mandando in visibilio quella bianco azzurra. Sembrava esser giunto il momento della consacrazione, ed invece, un anno dopo quel calciatore sembra essere sparito dal radar.
In questo momento la voglia di Insigne è solo di sbloccarsi al più presto e di segnare il primo gol stagionale con il Napoli (l’ultimo lo ha realizzato il 10 aprile su rigore contro il Verona e su azione a febbraio con il Milan). Non segna da sei mesi e il neo CT Ventura non lo convoca per la seconda volta consecutiva. Il talento di Frattamaggiore vive uno dei peggiori momenti in maglia azzurra: le sue prestazioni infatti sono state finora meno brillanti rispetto a quelle degli anni precedenti. Un’involuzione proprio nel momento in cui invece il suo compagno-rivale di fascia Mertens, sta giocando meravigliosamente. Da prim’attore titolare, si è ritrovato panchinaro in Champions League, una situazione mentale da dover gestire in maniera diversa rispetto al solito.
Insigne che è considerato un punto fermo dal club azzurro, come ribadito più volte dal presidente De Laurentiis, deve, però, ancora definire il suo rinnovo contrattuale: il discorso è slittato dopo un primo contatto tra gli agenti e il presidente azzurro a luglio nel ritiro a Dimaro. Trattativa ancora da mettere a punto quella del rinnovo di Insigne con relativo aumento economico e il punto di convergenza da trovare sulle nuove cifre. Ragionamento da allargare al progetto che legherà Lorenzo al Napoli del presente e del futuro: la volontà di base del club è di far diventare il napoletano una bandiera e quella di Insigne di diventare un simbolo negli anni della squadra della sua città.

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