Osimhen: una promessa da mantenere

Il più grande investimento del Napoli ha collezionato piccoli numeri.
In sintesi: 19 partite giocate e 21 saltate tra infortuni (19), condizione precaria (una panchina) e un turno di squalifica (in Europa League); 3 gol, un assist, un’espulsione e due ammonizioni figlie della stizza dei duelli con i marcatori diretti (Masiello del Genoa e Mancini della Roma).

Parliamo di Victor Osimhen 22 anni – con l’inevitabile responsabilità di essere l’acquisto più pagato della storia del club – che dovrà cominciare a trasformare il fuoco che si porta dentro in gol.
Arrivato in pompa magna e decantato come il “bomber da trenta gol a stagione” che i tifosi azzurri aspettano, ormai dall’addio di Higuain, la storia di Victor a Napoli pare cominciare sotto i migliori auspici. Buona l’intesa con i compagni di reparto, veloce e fastidioso il giusto per le stoiche difese del campionato nostrano.
Poi è arrivato l’infortunio e – in una stagione all’insegna della sfortuna per tutto il Napoli – anche il Corona Virus a tenerlo lontano dai campi di gioco.

Lontano dal rettangolo verde, ma non dalle polemiche. Tutti ricorderanno il video del giovane Victor di ritorno in patria: senza mascherina mentre mima il gesto di elargire soldi. Furono molti, in quella circostanza, a invocare una dura punizione da parte della società, però arrivarono le scuse a mezzo social e tutto sommato a un ventenne uno sbaglio che sia uno idealmente è concesso.
Victor però ci ricasca, come è possibile vedere dalla seguente immagine:

In aeroporto, felice e tranquillo, senza il dispositivo base di sicurezza – la mascherina – diventato indispensabile per chiunque da un anno a questa parte. Reduce dal COVID 19, e per dare il tanto decantato “buon esempio”, forse Victor potrebbe almeno fingere di tenere la mascherina all’avambraccio, come del resto hanno fatto milioni di persone?

Cosa si rimprovera a questo ragazzo quando il mondo del pallone pullula di esempi eticamente poco lusinghieri? La pochezza dei numeri, questo è quanto.
Il calcio è uno sport semplice e quanto vali non lo stabilisce la stima per cui vieni acquistato quanto quello che dimostri in campo. E che i numeri, tranne che per l’ingaggio, non sorridano al giovane Victor lo si è scritto in apertura. Le aspettative continuano a essere alte, fosse solo per le premesse che l’hanno accompagnato nell’arrivare in azzurro. Ad oggi, il suo comportamento – più dentro che fuori dal campo chiariamo – non lascia presagire niente di più dell’ennesima promessa mancata.

Non ci sono le scuse del COVID, degli infortuni o della giovane età che tengano: un investimento tanto grande dovrebbe fruttare decisamente più di quanto faccia quello di Osimhen.
Allora la vera grande domanda è una soltanto e non dobbiamo porcela noi giornalisti e nemmeno pretendere che il campo dia una risposta diversa da quella che i mezzi dei giocatori possono, dovrebbe porsela chi siede in poltrona ma quella si sa ormai: è una pretesa troppo grande.

Allora prendendo per buono l’aggettivo “grande” non resta che aspettare che l’esplosività di Victor diventi forza per costruire. Aspettare i tifosi del Napoli lo sanno far bene, viene da chiedersi sia mai che  qualcuno se ne stia approfittando.

 

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

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