NAPOLI- ZALAYETA: MATRIMONIO A TEMPO

Un Panterone in gabbia. Questa l'espressione che delinea in modo preciso e netto la situazione di Zalayeta a Napoli. Una prigione dorata, si badi bene, perchè il lauto compenso a nove zeri percepito non va trascurato analizzando l'insoddisfazione dell'attaccante uruguagio. Un malessere che aleggiava da diverso tempo e di cui abbiamo avuto la conferma direttamente d'oltreoceano, dalla sua terra natale. Uno sfogo urlato a migliaia di chilometri di distanza da Napoli, tra la propria gente, con la certezza che là sarebbe rimasto. Invece l'eco è arrivata forte e chiara. Zalayeta è demotivato, vorrebbe andarsene per giocare e magari guadagnare qualcosina in più. Una bella gatta da pelare poichè il cartellino è in comproprietà tra il Napoli e la Juve fino al prossimo 30 giugno. Un falso problema, in realtà, poichè i bianconeri non hanno alcuna intenzione di riscattare il giocatore e nemmeno la volontà di arrivare alle buste per la definitiva acquisizione. Secco non intralcerà Marino, tutt'altro, lo agevolerà per consolidare un rapporto di stima e collaborazione nato ai tempi della serie B e cresciuto col tempo, soprattutto nelle persone di De Laurentiis e Cobolli Gigli. Questione di strategie perchè nella stanza dei bottoni di Corso Galileo Ferraris fanno gola, non è un mistero, diversi azzurri e ritengono dunque saggio non irritare il Napoli, su un'operazione di secondo piano, quale la comproprietà del Panteron. Nessun braccio di ferro in vista.

A quel punto la patata bollente sarà tutta del Napoli. Difficile stabilire i tempi dell'operazione perchè molto dipende dalle linee guida tracciate da Marino per il mercato invernale ed il prossimo estivo. Di certo non verrà trattenuto un giocatore scontento, a tal proposito la politica societaria è chiara e più che condivisibile. Non è un caso che, nella scelta dei possibili acquisti, il deus ex machina azzurro guardi alla bontà tecnica del ragazzo ma, soprattutto, al suo spessore morale. E' l'unico modo per poter costruire un progetto stabile e duraturo nel tempo, in grado di resistere a qualsiasi intemperie, senza cascare al primo sussulto di vento. Perciò i rami secchi vanno tagliati immediatamente. Gli equilibri del gruppo da preservare a discapito del singolo. Zalayeta verrà accontentato e Marino si sta già muovendo in tale ottica. Il reparto offensivo azzurro rischia una piccola rivoluzione se si considera la partenza certa di Pià, a metà strada tra Avellino e Salerno, quella probabile di Russotto, bravino ma troppo acerbo, e il broncio di Zalayeta. Dietro a Denis e Lavezzi vi è dunque il vuoto. Due caselle da colmare seguendo i consueti parametri: giocatori prospettici, a costi contenuti e con una buona esperienza. Del vice Pocho si è già detto, i nomi sono sempre quelli, mentre l'identikit dell'alternativa al Tanque, nonchè sostituto di Zalayeta, porta dritto ad un nome: Giampaolo Pazzini. E' giovane – 24 anni- ed acquistabile a cifre ragionevoli – meno di otto milioni- vista la rottura con la Fiorentina. Vuole giocare di più ma la resurrezione di Gilardino e l'inamovibilità di Mutu gli hanno fatto vedere il campo con il contagocce. Nel Napoli andrebbe ad incastrarsi perfettamente nello spazio libero lasciato dal Panteron, rappresentando quell'attaccante di manovra che risulta essere fondamentale nell'economia del gioco di rimessa azzurro. Soddisfa tutti i parametri di ricerca di Marino ma l'ostacolo più grosso è rappresentato dalla volontà di Corvino di non rafforzare una concorrente per il quarto posto. La Fiorentina è intenzionata ad accontentare il ragazzo ma preferirebbe la pista genovese, sponda blucerchiata. Resta da vedere la volontà di Pazzini che, come spesso accade, risulta essere la chiave di volta di qualunque trattativa. Mai come quest'anno assisteremo ad un vero e proprio valzer di attaccanti dove la prima mossa scatenerà un effetto domino su tutte le altre trattative e il Napoli non si farà trovare certamente impreparato. Pronto, come sempre, e in prima fila con l'abito delle grandi occasioni.

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