NAPOLI JUVE 24/04/58 4-3
Chi l’ ha vista non la dimenticherà mai. Al vecchio stadio del Vomero ( oggi Collana ), quel 20 aprile del 1958, la folla era talmente tanta che straboccò, non volendo, direttamente in campo. Sembrava che il Big-Match della 29° giornata fra il Napoli ( alla fine quarto ), e la Juventus ( guarda un po’ alla fine Campione d’ Italia ), non potesse aver luogo per ovvi motivi d’ ordine pubblico. Infatti, negli anni immediatamente precedenti ( due volte con il Genoa ed una con il Bologna ), gli azzurri ebbero partita persa a tavolino a causa delle intemperanze del pubblico. Ma quel giorno ad arbitrare c’ era il Principe dei fischietti, senza dubbio ( non ce ne voglia Collina ), il più grande interprete di sempre fra le giacchette nere italiane : Concetto Lo Bello da Siracusa, che si assunse l’ onere di far disputare comunque l’ incontro, una volta ottenuto il permesso dal sempiterno juventino Giampiero Boniperti. La folla, forse perché responsabilizzata, ebbe quel giorno un comportamento esemplare. Evidentemente, il poi Onorevole Concetto, ben conosceva l’ animo dei napoletani, meridionali come lui. Il Napoli si schierò con : Bugatti, Greco II°, Posio, Morin, Franchini, Beltrandi. Di Giacomo, Bertucce, Vinicio, Pesaola e Brugola. La Juventus, che per la prima stagione schierava il “duo delle meraviglie “ Sivori – Charles rispose con : Mattrel, Boldi, Garzona. Corradi, Montico, Emoli ( poi al Napoli ). Stcchini, Boniperti, Charles, Sivori e Stivanello.
La gara, disputata sotto un doce sole primaverile, fu da subito appassionante . Di Giacomo si invola sulla destra, e, approfittando di un rimpallo favorevole, crossa al centro a mezz’ altezza, dove c’è in agguato “ ‘O lione “, al secolo Luis Vinicio, che, passando in mezzo ai due centrali bianconeri, controlla e scaraventa in rete da pochi passi, battendo imparabilmente il pur valido Mattrel ( niente a che vedere con la nota industria di giochi ). Ma ahimé, dopo pochi minuti Gino Stacchini ( poi fidanzato con Raffaella Carrà ),in seguito ad un calcio di punizione, brucia da pochi passi Ottavio Bugatti. Il primo tempo però , non ha ancora finito di emozionare il pubblico : Pesaola batte una punizione per Vinicio che, pur marcato da due avversari, con uno straordinario colpo di tacco, libera al centro dell’ area Brugola, che ha tutto il tempo di controllare, avanzare per tre metri, e calciare a non più di sette – otto metri d’ esterno destro, centrando l’ angolino in pieno. Al riposo quindi : Napoli 2 – Juventus 1. La ripresa sarà ancora più adrenalina ; scende Stacchini sulla destra, si accentra e batte ancora Bugatti. Tutto finito ? Macchè; cross lungo di Pesaola, e Vinicio, lasciato solo sul secondo palo, imperiosamente di testa realizza il punto del 3 -2. Boniperti e soci però, non hanno alcuna voglia di arrendersi; a seguito ad una corta respinta, Montico coordinandosi meravigliosamente, dalla lunetta dell’ area scarica con l’ esterno destro un bolide imparabile per Bugatti. Il 3 -3 sembra un giusto epilogo per una sfida fantastica, ma Bruno Pesaola, il “ Petisso “, capitano di quel bel Napoli, raccoglie tutti all’ ordine. ed incita i suoi ad andare avanti per l’ ultima chance; morbidamente batte un calcio di punizione dalla tre quarti, la difesa bianconera respinge corto, Gino Bertucce veronese di Buttapietra, riunisce in sé le ultime forze rimastegli, ed al volo di sinistro regala agli azzurri una dei più bei successi di sempre. Vittorio Pozzo, mitico allenatore dell’ Italia bi- campione del Mondo del 1934 e del 1938, così descrisse nella qualità di giornalista la sfida per il “ Calcio Illustrato “ : “ Fu l’ invasione più gigantesca e spettacolare che si possa immaginare ; la gente si riversò in campo come può fare un torrente in piena che supera gli argini “.
Achille Lauro portato in trionfo, ebbro di gioia sventolava furiosamente il suo famoso fazzoletto bianco. Pesaola e Vinicio vennero portati di peso negli spogliatoi, come soldati reduci da un’ epica battaglia. Inoltre, grazie a quel successo, il Napoli di Amadei era balzato temporaneamente al secondo posto. Gino Palumbo, poi Direttore per tanti anni della Gazzetta dello Sport, considerato uno dei più grandi giornalisti sportivi di sempre, così concluse il suo racconto di quel magnifico spettacolo : “ Riusciremo a dimenticarla questa partita ? “. Chi l’ ha vista assicura di no !