NAPOLI IN TESTA CON LA SQUADRA "DI SERIE C", DOVE SONO GLI ACQUISTI "DI SERIE A"?

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Primo posto. In pochi ci avrebbero scommesso qualche settimana fa, ma alla fine Edy il concreto ce l'ha fatta. Certo, ci sarebbe molto da discutere sul come sia maturato il primato del Napoli, che si ritrova ora a guardare tutti dall'alto avendo capitalizzato al meglio dieci minuti dieci di gioco effettivo a partita. Ma a conti fatti sta avendo ragione lui, Mister Catenaccio, contro tutti; contro i detrattori, contro i malumori del gruppo, contro qualsiasi concetto di bel gioco, e paradossalmente anche contro il suo avvocato d'ufficio, il direttore generale Marino.

Già, perchè conferme a parte Reja la sua vittoria la sta ottenendo sconfessando l'ottimo lavoro estivo del diggì, che mentre noi prendevamo il sole in spiaggia si industriava per regalare al tecnico nomi di primissimo livello, gente di un'altra categoria, per il famoso salto di qualità. Gente come il signor 30 gol Bucchi, o come il genio De Zerbi, o come l'eterna promessa Dalla Bona. Solo tre mesi dopo, gli azzurri si ritrovano in cima a forza di risicati 1-0, ma i tre colpacci del mercato continuano a galleggiare tra l'anonimato e la mediocrità, per colpe non esclusivamente loro.Il povero Bucchi, frustrato da un tipo di gioco che non asseconda, anzi spesso ostacola il suo straordinario fiuto del gol sugli spioventi in area, svolge ora il ruolo di rincalzo di lusso subentrando negli ultimi 20 minuti. Il folletto De Zerbi, prigioniero dei suoi umori altalenanti, naviga fra l'esaltazione di una partita da applausi e la tristezza di una prestazione abulica. Il mediano Samuele invece ora siede addirittura in tribuna (per motivi disciplinari, questa è la voce di corridoio), vittima di un ritardo di condizione atletica e di un impiego in un ruolo per nulla adatto alle sue caratteristiche. Dei cinque grandi acquisti di Marino, insomma, i soli Domizzi e Cannavaro trovano stabilmente posto nella formazione titolare. Guarda caso, due difensori.

Non ne sarà entusiasta, il direttore, milioni e milioni di euro parcheggiati in attesa di tempi migliori, investimenti che perdono di valore giorno dopo giorno, mentre la squadra della C1, tutta corsa e niente talento (se si esclude il fuoriclasse Calaiò) si fa strada a spallate nel campionato cadetto. E in effetti c'è poco da gioire se lo spettacolo è quello che è. Non dimentichiamo che lo stesso Calaiò, che ora entusiasma tutti, a gennaio stava per essere svenduto al miglior offerente solo perchè non riusciva ad abituarsi ai rigidi teoremi di Reja. Per fortuna è stato riconfermato ed ora ci trascina freccia dopo freccia, magia dopo magia. Sarebbe un vero peccato adesso sprecare un simile patrimonio solo perchè l'allenatore manca di flessibilità e sacrifica il talento in nome della ragion di stato. Per tutti e tre i grandi esclusi un denominatore comune: tre voci bianche che mal sopravvivono in un coro di baritoni, ma ovviamente bisogna fare dei distinguo, caso per caso.

Bucchi, come tutti i rapaci in crisi realizzativa, ha bisogno di giocare dal primo minuto, a costo che sia un peso per l'intera squadra, ma una volta recuperata la fiducia in sè stesso potrà essere determinante. Magari lo si può sostituire a partita in corso se diventa irritante come a volte accade, ma non lo si può relegare in panchina sperando che si riveli l'Altafini della situazione negli ultimi dieci minuti. De Zerbi invece ha bisogno di pazienza, ma anche dell'affetto dei tifosi, i giocatori come lui vivono e giocano per il pubblico e hanno bisogno di sentirsi protetti e apprezzati. In ogni caso è uno dei pochissimi a poter cambiare la partita in un minuto, quindi diventa quasi obbligatorio schierarlo. Per Dalla Bona invece il discorso è diverso, dicevano che era fuori forma ma forse era semplicemente fuori ruolo, a correre da ala lui che è  un macchinoso dai piedi buoni. Nel nuovo schema, posizionato come centrale di centrocampo, potrà di sicuro disimpegnarsi al meglio, e apporterà quel contributo di qualità e quantità che Bogliacino garantisce ma a corrente alternata.

Morale della storia, per quanto il tecnico possa ritenere affidabili gli artefici della promozione, è impensabile che giocatori che negli ultimi anni hanno sempre fatto bene, a volte addirittura sfracelli come nel caso di Bucchi, siano improvvisamente diventati una massa di brocchi. Se c'è qualcosa che non va sarà dovuto a qualche problema di natura tattica, di natura caratteriale o comunque emotiva o di amalgama con il resto del gruppo. Trovi una soluzione, Edy lo stratega, perchè dissipare un tale patrimonio, tecnico ed economico, sarebbe un vero delitto.

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