NAPOLI, E’ ROSATI IL TUO SECONDO

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Quello del secondo portiere era uno dei tasselli più urgenti da sistemare per il Napoli che verrà. L’addio di Gennaro Iezzo segna la fine di un’era ed è giusto iniziarne subito una nuova con un portiere che sia sufficientemente esperto da non soffrire l’impatto con la nuova realtà ma abbastanza giovane da garantire per qualche anno una sicurezza alle spalle di De Sanctis. Sono girati nomi di tutti i tipi intorno al Napoli, da improbabili numeri uno rumeni ad attempati ex azzurri in cerca di rilancio. Ma alla fine l’identikit tracciato sopra corrisponde alla perfezione al nome di Antonio Rosati, colui che da oggi è ufficialmente il “dodicesimo” azzurro. Prezzo non eccessivo, tre milioni di euro circa pagati al Lecce, e contratto di quattro anni.

Un inizio di carriera che prometteva altre fortune quello di Antonio Rosati, romano classe ’83, che battezzò il suo ingresso nel calcio importante con due campionati Primavera vinti consecutivamente fra i pali del Lecce. Era il piccolo grande Lecce costruito da Pantaleo Corvino, con gente come Bojinov, Rullo e Pellè, con un giovane Vucinic che però faceva già parte anche della prima squadra. Finita la trafila giovanile scende in C, alla Sambenedettese, in cerca di conferme, ma non è un successone. Quelle conferme però le trova proprio nella “sua” Lecce, dove l’anno successivo inanella qualche presenza salvo poi diventare titolare l’anno successivo. Nelle due stagioni di B fra il 2006 e il 2008 Rosati si alterna con i colleghi, risultando comunque fra i protagonisti della promozione in A dei salentini. In massima serie gioca la prima parte di torneo ma poi torna a fare la riserva di Benussi, con cui si era alternato negli ultimi anni. Il Lecce, comunque, retrocede e decide di puntare definitivamente su di lui. Rosati gioca da protagonista il campionato di B, che vede i giallorossi nuovamente promossi, e finalmente è titolare anche in A, dove gioca un ottimo campionato risultando fondamentale per la miracolosa salvezza finale. 

Come abbiamo visto, quindi, stiamo parlando di un calciatore umile, avvezzo a tirare la carretta e ad accettare la panchina senza fare storie. Ma, quando serve, è pronto a scendere in campo e ad assumersi anche la responsabilità di tornare padrone dei pali. Un secondo perfetto, proprio ciò che serviva a Mazzarri per sentirsi al sicuro in caso di defezione di Morgan De Sanctis. Per lui, invece, un piccolo salto di qualità, sebbene si tratti di tornare a sedersi in panchina: vuoi mettere una vita da titolare a caccia di una salvezza stentata con la possibilità di fare anche solo una presenza in Champions League?

 

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