NAPOLI – CAGLIARI: BRAVEHEART FOR THE CHAMPIONS!

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Cellino non è certo Mr. Simpatia. La dimostrazione arriva quasi in modo giornaliero con esternazioni di basso profilo e pianti estremi appena possibile. Ma a preoccupare il Napoli non è tanto il personalismo di Cellino, bensì la condotta della squadra sarda in questo campionato tanto da renderla del tutto imprevedibile. Oltretutto, la panchina rossoblu vede un tecnico passato troppo rapidamente per Napoli in un modo di poca serenità. Strano destino quello di Roberto Donadoni, ex calciatore di livello assoluto sia in Italia che all'estero, vice campione del mondo in America nel 1994 e vittima di un peso sulle spalle per quel calcio di rigore fallito quattro anni prima proprio al San Paolo nella semifinale di Italia '90 con l'Argentina di Maradona.Già, un destino intrecciato e quasi surreale quello di Roberto che da tecnico non si è mai risparmiato nel fronteggiare caratteri forti e invadenti come Spinelli, De Laurentiis e Cellino stesso: Livorno lo portò sulla grande piazza per poi scaricarlo per motivi meno calcistici e più umani; la nazionale lo ha sfruttato a pieno calamitando su di lui il peso di un cambio generazionale di una squadra reduce dal mondiale tedesco ormai al tramonto e infine Napoli, reclutando il calmo e freddo Donadoni in una piazza infuocata e scossa dalla "Rivoluzione d'Ottobre" attuata dal presidente De Laurentiis che come un vortice ha inghiottito tutto e tutti. Cellino, un vero "mangia allenatori", lo chiama per sostituire Pierpaolo Bisoli e Donadoni risponde presente con la solita calma da persona perbene senza mostrare alcuna cicatrice di questi ultimi anni.Ciò nonostante, il Cagliari diventa spesso arduo baluardo per i vari scherzetti rifilati ai partenopei e spesso al fotofinish quasi come fosse un format televisivo ben preciso: al Sant'Elia, in questi ultime due stagioni, è stato il Napoli a godersela con un pari e una vittoria strappati sul filo dell'ultimo secondo, ma all'ombra del Vesuvio è stato il Cagliari a spassarsela per ultimo. La prima delle ultime nove finali passa da qui, dalla premiata ditta sarda con il solito Conti a guidare la truppa nonostante la cabala, i numeri e le ambizioni oltre la qualità di fronte una Napoli dal cuore pulsante verso il colpo Champions tra sogni e realtà, speranza e vendetta. 

Cagliari. Donadoni cambia nuovamente pelle al Cagliari e torna al vecchio stampo. L'esperimento offensivo con l'Udinese si è rivelato fallimentare e così dovrebbe tornare al vecchio 4-3-2-1 con ritmo lento, palla bassa e ripartenza a mo di contropiede. La difesa si presenta piuttosto statica e bloccata soprattutto sulle corsie laterali mentre i centrali godono più di qualità fisiche che tecniche; centrocampo muscolare e di contenimento con il solo Daniele Conti a scardinare l'avversario in fase centrale; Cossu e Lazzari, due trequartisti, tenderanno a spostarsi in orizzantale per trovare spazio sulle corsie esterne con Acquafresca unica punta a fungere da perno centrale. C'è comunque una seconda ipotesi: Donadoni potrebbe richiamare una seconda punta di ruolo rinunciando ad un trequartista, ma la soluzione non sembra attuabile data l'assenza di Nenè spesso pericoloso da seconda punta. Occhio alle ripartenze e alle palle inattive; massima attenzione anche nella tattica del fuorigioco poichè Acquafresca, un po' come Filippo Inzaghi, spesso galleggia sull'ultimo uomo centrale Indisponibili. Astori (squalificato), Nenè, Pisano

Formazione (4-3-2-1) Agazzi (1); Perico (24), Ariaudo (3), Canini (21), Agostini (31); Biondini (8), Naingolann (4), Conti (5); Cossu (7), Lazzari (10); Acquafresca (9)     All. Roberto Donadoni

Ballottaggi: Lazzari 80% – Ragatzu 20%

Napoli. Le voci della settimana sul futuro e la colica renale sembrano essere superate per Walter Mazzarri. Il tecnico tiene sulla corda l'intero gruppo stimolando e stuzzicando le motivazioni e i veri obiettivi paventati. Solito 3-4-2-1 con difesa alta, ritmo veloce e mentalità contropiedistica. In difesa, confermato lo spagnolo Ruiz dopo la buona prestazione di Parma, da valutare le condizioni di Santacroce con Aronica pronto a sostituirlo; in mediana dovrebbe confermarsi Yebda dal primo minuto al posto di Gargano e Zuniga al posto dello squalificato Maggio mentre il tridente resta intoccabile. Strana la situazione della squadra azzurra: la parte iniziale della stagione ha vissuto proprio per l'abbondanza sul centro – destra di difesa e le poche soluzioni sul lato opposto, oggi Mazzarri potrebbe adattare un mancino a destra dato le assenze di Grava e Campagnaro con Santacroce non al meglio. Possibile anche l'impiego di Cribari con Cannavaro spostato in marcatura. Indisponibili. Maggio (squalificato), Grava, Campagnaro

Formazione (3-4-2-1) De Sanctis (26); Santacroce (13), Cannavaro (28), Ruiz (4); Zuniga (18), Yebda (21), Pazienza (5), Dossena (8); Hamsik (17), Lavezzi (22); Cavani (7)     All. Walter Mazzarri

Ballottaggi. Santacroce 50% – Aronica 25% – Cribari 25%

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