MONTALI-BIGON PER RICOMINCIARE!

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La scelta appare alquanto azzardata, ma è solo l’ultima di una lunga serie che ha infuocato la settimana azzurra. Gian Paolo Montali è stato scelto dal patron azzurro Aurelio De Laurentiis come direttore dell’area tecnica nel nuovo organigramma del post-Marino. Come un’azienda, così il nuovo Napoli prende forma, cresce e molto in fretta. Il principio della divisione dei poteri, che rappresenta le fondamenta della costruzione di un’impresa, è finalmente messo in atto. L’arrivo di Mazzarri, come nuovo allenatore, e di Bigon, come nuovo direttore sportivo, porta con sè una ventata di novità condita da un pizzico di disappunto nel popolo azzurro. Decentrare il potere però non produce certamente solo vantaggi. Avere troppe persone che dirigono lo stesso giochino può creare senza dubbio tensioni interne, incertezza nei dipendenti, difficoltà di comunicazione all’interno dello staff, oltre ad avere naturalmente un costo ben più elevato. Pro e contro che a confronto rendono la scelta di De Laurentiis quantomeno discutibile. Evidenziando come necessaria la “cacciata” di Marino, accentratore del potere azzurro, appare di ardua comprensione la decisione di assumere nel proprio organico una persona che, ad oggi, appare ben lontana dal mondo del calcio. Ai più Gian Paolo Montali rievoca solo ricordi legati alla nazionale di pallavolo, sport che con il calcio ha ben poco a che fare. Nato a Traversetolo, in provincia di Parma, è un affermato docente universitario ed insegna gestione delle risorse umane, cultura sportiva, marketing strategico e leadership presso la facoltà di economia di Parma e all’Università Bocconi di Milano. Le sue competenze ne fanno uno tra i maggiori esperti di coaching e teambuiliding. Discipline senz’altro all’avanguardia, ma che di certo non sembrano accompagnate dalla piena approvazione dei tifosi partenopei.

In un periodo così turbolento, in tanti avrebbero preferito assegnare questi ruoli fondamentali nella crescita di una società a persone con più esperienza nel mondo del calcio, che magari conoscessero meglio l’ambiente napoletano. Affidare una rifondazione così costosa e così ampia a persone inesperte appare un atto rischioso messo in piedi dal patron azzurro. In molti sono convinti che sia stato scelto Montali per il semplice motivo che a stagione in corso nessun altro era disponibile. In un progetto che non ha nè un inizio né una fine, appare difficile pensare che qualcuno possa abbandonare la propria squadra per entrare a far parte di una squadra a cui da sempre mancano le basi. E per basi si intendano pure le attrezzature, i campi! Alla mancanza di una fitta reti di osservatori sopperisce solo la grandezza della città di Napoli, vera fucina di giovani promesse. In una società che ha ben poco di solido si sta cercando di ricostruire un qualcosa, non sapendo di dover ricostruire prima un’immagine. Questo Napoli non ha identità, non ha carattere. Il silenzio stampa imposto da Marino continua. I tifosi, ormai stanchi, sembrano quasi rassegnati ad un’ennesima stagione fallimentare. Un po’ come ai vecchi tempi, quando si altalenava tra serie A e B. Nessuno oggi scommetterebbe un solo euro sulla coppia Montali-Bigon. Novellini, non certo navigati.  E aspettando i prossimi colpi di scena del presidente, si spera che il futuro sia più roseo, magari più azzurro di quanto non è stato in questo inizio di stagione e che Don Aurelio abbia ragione.

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