MATTEO CHE DIAVOLO "COMBINI"?!

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"Parlai con Cannavaro e Grava, ma loro risposero immediatamente in modo negativo e con atteggiamento contrariato". Nello stralcio riportato dai giornali sportivi nazionali, questa sembra essere la frase più importante. L'ammissione, l'intenzione di fare il passo per intascare qualche spicciolo, il muro innalzato da due pilastri partenopei contrariati, o per meglio dire disgustati, da quella proposta indecente. Il discorso gravitava intorno alla gara tra Sampdoria e Napoli del 16 Maggio 2010, gara che vide trionfare i blucerchiati di misura con un goal di Pazzini, ma quella gara, vedendola e rivedendola, tutto poteva sembrare tranne che una sfida incanalata. Vedere per credere la serie infinita di parate effettuate dall'estremo difensore doriano, Marco Storari, capace d'intervenire in sequenza sulle bordate di Quagliarella, Dossena e Denis. Una gara dal destino già scritto non avrebbe mai preso quella piega. Ciò non toglie l'attenzione sul disgusto provato nel vedere come Matteo Gianello, uno dei gloriosi eroi della rinascita azzurra dell'era De Laurentiis, avesse almeno provato, insinuato, ipotizzato di poter far soldi facendo uno sgambetto alla propria maglia. Forse il vortice generato dal periodo ha sollazzato diverse opinioni in merito e il concetto di zelo resta sempre in agguato. La vergogna nel valutare tali dichiarazioni fanno a cazzotti con la vergogna di qualche altro soggetto che alla disperata cerca di spingere il Napoli nella spirale dei colpevoli con ogni mezzo. Il primo tentativo fu relativo alla presenza del figlio di un boss della camorra a bordo campo durante Napoli-Parma (2-3) richiamando fotogrammi dove questo non avrebbe esultato ad un goal partenopeo facendo già presagire chissà quale marchettata finita direttamente nel cestino dei rifiuti grazie a numerose testimonianze televisive. Il primo etntativo è andato a vuoto, avanti con il secondo montando una sceneggiata, e meno male che Napoli era la culla del teatro, sulla mancata esultanza di Morgan De Sanctis in occasione di Napoli-Lecce (4-2) gara vinta con grande sofferenza. Anche qui una bolla gigante esplosa praticamente subito. Ancora, il Napoi torna protagonista in Lecce-Napoli (2-1) di due stagioni fa anche se qui in modo ancora incomprensibile. Dopo tutto è bene mettere in chiaro che ne il Napoli, ne Gianello, ne tantomeno Grava e Cannavaro sembrano apparire nella lista degli inquirenti, pertanto, questa forzatura mediatica potrebbe anche avere il solito risvolto della classica bomba che fa cilecca. Resta il colpo basso di Matteo Gianello che porta l'intero ambiente ad aprire bene occhi e orecchie perchè potrebbe ritrovarsi coinvolto nella vicenda per omessa denuncia, reato minimo ma comunque reato, e la responsabilità oggettiva rischia di ricadere anche sulla società partenopea. Niente a che vedere rispetto a quanto combinato da altri soggetti, ma comunque preoccupante in quanto la Uefa è stata fin troppo chiara: chiunque fosse coinvolto in vicende illecite non potrà disputare tornei europei anche se coinvolti in minima parte. Questo passaggio fu totalmente ignorato dall'organo europeo in occasione di calciopoli a riguardo del Milan, ma con l'avvento del fair play finanziario l'Uefa ha tutto l'interesse di escludere chiunque per dare una prova di forza in stile avvertimento. Napoli rischia l'Europa, penalità e ammende, ma la stessa Napoli è già indignata per l'accaduto e per quanta facilità sia stata mostrata nel coinvolgerlo. Milano ci prova perchè con Lazio e Udinese già in orbita mandarci anche il Napoli significa spingere l'Inter verso un traguardo che, sul campo, sembra essere ormai inarrivabile. Questa è l'Italia, in un senso e in un altro….

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