Lo stile del Napoli (e di Sarri) illumina anche la Champions League

Serviva il vero Napoli per bagnare al meglio l’esordio stagionale in Champions sul difficile campo della Dinamo Kiev; compattezza, linee strette, giro palla, triangolazioni, e tutto quanto di buono la squadra di Sarri dimostra da un anno a questa parte. E il Napoli c’è stato, al di là del vantaggio di Garmash (abbastanza casuale), al di là della fantastica doppietta di Milik che ha regalato i primi, fondamentali 3 punti, gli azzurri hanno dimostrato di avere personalità nel voler imporre il proprio gioco, il proprio stile e le idee inculcate dal proprio allenatore. Che, ricordiamolo, esordiva nella massima competizione continentale dopo 25 anni di estenuante gavetta, di campi polverosi, di una filosofia troppo spesso soffocata dalle scarse qualità tecniche con cui si è confrontato; Sarri sa bene, oggi, di avere tra le mani un gran bel giocattolo, ha avuto il coraggio di non snaturarlo, di venire in Ucraina per illuminare il suo primo, magico, martedì di Champions con tutto il bagaglio tecnico-tattico in suo possesso. Ha chiesto ai suoi ragazzi di giocare il calcio che ormai conoscono a memoria, lo hanno accontentato pagando lo scotto dell’inesperienza negli ultimi 20 minuti, quando la Dinamo è rimasta in inferiorità numerica, trascinando con sofferenza ma pochi patemi il minimo vantaggio sino al 93’. Si saranno emozionati, gli azzurri, ma di certo non Sarri; il quale, rileggendo il tabellino di Benfica-Besiktas (1-1, pareggio dei turchi a tempo scaduto), starà certamente pregustando l’idea di spedire i portoghesi, principali antagonisti per la vittoria del girone, a -5 nella sfida di un San Paolo che, ne siamo sicuri, il 28 settembre ribollirà di passione per questo Napoli. Coraggioso, con personalità, deciso a dire la sua nel calcio dei grandissimi, perché questa squadra è già grande, ma ha davanti a sé un futuro tutto da scrivere; la penna, nemmeno a dirla, la impugna Maurizio Sarri.

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