QUESTIONE DI SCELTE.. SICURI?

Il match di San Siro, risultato a parte, lascia un interrogativo di fondo: si sceglie o ci si adatta a quello che questa squadra può fare? 

Più che 90 minuti, si potrebbe dire 80+10. Inter-Napoli non è proprio quella partita per cui stropicciarsi gli occhi, o meglio, i primi 80’ non lo sono affatto; da una qualsiasi rimessa laterale in zona d’attacco per il Napoli nasce un finale vietato ai deboli di cuore, con gli azzurri due volte in vantaggio e poi immediatamente ripresi dai disperati nerazzurri, che evitano la terza sconfitta consecutiva in campionato regalando ossigeno al vate di San Vincenzo. Per almeno un’ora il Napoli sceglie di non attaccare, aspetta l’Inter che bloccata com’è dalla pressione riesce a far tremare Rafael solo una volta con il palo di Hernanes, pareggiato dal legno di Insigne, fotocopia di quello colpito contro il Torino. La sblocca Callejon, con la classica staffilata di destro, la riprende Guarin appena due minuti dopo, sulla altrettanto classica palla inattiva in cui la difesa partenopea va in difficoltà; gli dei del pallone sembrano poi scendere giù per la Scala del Calcio, dotando David Lopez di un sinistro vellutato grazie al quale Callejon scarica al volo sul secondo palo per un 1-2 che sembra ormai definitivo. Sembra, appunto, come sembrano imbambolati gli otto azzurri che guardano beati la palla di Dodò arrivare dolcemente sulla testa di Hernanes, tempestivo nel fissare il 2-2 finale.

Il primo tempo passato volutamente nella propria metacampo a guardar l’Inter giochicchiare evidenzia due aspetti direttamente proporzionali su cui potersi basare per il futuro: il Napoli di quest’anno non si difende poi tanto male quando tutte le energie vengono impiegate nella fase passiva, ma al contempo manifesta l’incapacità di risistemarsi in campo per impostare la manovra d’attacco; la ripartenza si basa esclusivamente su palloni lunghi per l’isolatissimo Higuain, impegnato in un’impari battaglia con i difensori avversari. Scelta saggia quando la sfera dovrebbe passare per i piedi di Britos e David Lopez, non il massimo per star tranquilli di non perderla a venti metri dai pali di Rafael, ma improduttiva e snervante quando si tratta poi di vedere seconde palle sistematicamente preda degli avversari, a nozze per via della lunghezza degli azzurri sul campo. Dunque, scelta tattica o limite strutturale? A guardar gli ultimi dieci minuti, con il Napoli leggermente più sbilanciato alla ricerca della vittoria, si opterebbe per la seconda; questa squadra sembra incapace di poter sostenere la doppia fase, o si difende rinunciando ad attaccare o prova (e ci riesce, eccome se ci riesce) a creare pericoli in avanti, andando però totalmente in confusione quando poi bisogna custodire il lavoro degli avanti partenopei. Nel caso invece fosse una scelta tattica, tocca a Rafa Benitez apportare i giusti accorgimenti, o l’imporre gioco e personalità su campi come quelli di San Siro resterà un miraggio destinato a durare a lungo.

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